Sainsbury Wing, National Gallery  
Locatità: Londra WC2N 5DN, Trafalgar Square
Committente: National Gallery, Londra
Progettista: Venturi, Scott Brown and Associates, Inc. (Robert Venturi, progettista responsabile; David Vaughan, direttore progetto; John Chase, John Hunter, architetti progettisti)
Gruppo di progettazione: D. Scott Brown, J. Rauch, S. Izenour, W. Algie, E. Barnhart, B. Brewer, A. Erstad, S. Glascock, J. Kolker, J. Krieger, P. Kulper, B. La Bau, R. Marker, R. Mohler, T. Purdy, F. Read, G. Ross, I. Saleff, M. Schlenker, G. Schuh, D. Singer, R. Stokes, N. Rogo Trainer, M. Weintraub, M. Wieand
Architetto associato in Gran Bretagna: Sheppard Robson Architects (Williams Mullins, progettista responsabile; John Hunter, direttore amministrativo di progetto; S. Webster, E. Aston, A. Brown, G. Flach, S. Peerutin, gruppo di progettazione)
Ingegnere strutturista: Ove Arup & Partners.
Ingegnere manutenzione: Ove Arup & Partners con Jaros Baum & Bolles.
Quantity surveyor: Gardiner & Theobald.
Consulente per l'illuminotecnica: Jules Fisher & Paul Marantz Inc.
Consulente per l'acustica: Arup Associates.
Audiovisivi: Technical Plannig International.
Architetto paesaggista: Armstrong Bell Landscape Design.
Direzione lavori: Sir Robert McAlpine Construction Management Ltd
Datazione concorso e progetto: 1985 - 1986
Datazione realizzazione: 1988 - 1991
Superficie del sito: 3100 mq.
Superficie costruita totale: 10.000 mq (spazi espositivi: 1410 mq di esposizioni permanenti più 475 mq di esposizioni temporanee).
Materiali di costruzione: cemento armato, pietra di Portland, mattoni, granito, acciaio, alluminio, vetro.
Costo: $ 47.930.000.
 
La nuova ala della ottocentesca National Gallery di Londra è la prima opera realizzata dagli americani Robert Venturi e Denise Scott Brown in Europa. Destinata a ospitare la raccolta dei quadri del Rinascimento italiano ed europeo e finanziata da un lascito di Lord Sainsbury of Preston Candover, è stata edificata in un lotto di dimensioni contenute (meno di 3000 metri quadri) all'angolo di Trafalgar Square, rimasto a lungo vuoto dopo che gli edifici commerciali che lo occupavano erano stati distrutti dai bombardamenti del 1940.
Questo intervento è stato preceduto e seguito da diverse polemiche. Prima per l'esito del concorso del 1982, in cui erano stati presentati progetti giudicati da molti (in particolare dal principe Carlo del Galles) non adatti all'ambiente storico di Trafalgar Square per il loro linguaggio troppo 'moderno' e in alcuni casi eccessivamente high-tech. Poi, dopo un secondo concorso ad inviti nel 1985, vinto dallo studio Venturi, Scott Brown and Associates, per le critiche, anche violente, mosse al progetto definito storicista e postmoderno per la facciata principale che riprende la stessa pietra di Portland e le decorazioni del museo di William Wilkins, quasi a dichiarare un'ideale consonanza di intenti nel disegno urbano (mentre le altre stesse decorazioni del museo di William Wilkins, quasi a dichiarare un'ideale continuità di intenti nel disegno urbano (mentre le altre tre assumono un disegno più semplificato dove prevalgono il mattone e il vetro) e per le sale interne in stile, con colonne, porte ad arco, zoccoli e cornici, e le cui coperture tronco-piramidali sormontate da lucernari a lanterna sono una trasposizione quasi letterale delle sale della Dulwich Gallery di John Soane.
In verità, al di là delle considerazioni di linguaggio architettonico, su cui ritorneremo, va riconosciuto che l'ampliamento risolve in maniera brillante il problema del dislivello di otto metri che esiste fra la quota del nuovo ingresso e il piano principale della National Gallery e che, nella sua semplice organizzazione tipologica, si pone in attenta continuità con il funzionamento del museo esistente. Il piano principale della Sainsbury Wing, connesso direttamente con la National Gallery da un massiccio sovrappasso in pietra, contiene sedici sale disposte su tre file e gerarchicamente organizzate secondo la sequenza cronologica dell'esposizione. Al di sotto di questo piano un mezzanino con il bar ristorante e alcune sale per conferenze sormonta l'atrio d'ingresso. Da questo punto ha inizio lo scalone che, leggermente svasato verso l'alto, unisce scenograficamente i tre piani e che, ponendosi di lato rispetto all'ingresso, lungo una parete vetrata che si affaccia verso la facciata laterale della vecchia Galleria, permette ai visitatori di vederne l'architettura e contemporaneamente di guardare verso il centro di Trafalgar Square e la colonna di Nelson. Sotto il livello del piano terreno due ulteriori livelli contengono l'auditorio, spazi per esposizioni temporanee e il cinema.
Rimane aperto il problema del linguaggio architettonico che indubitabilmente Venturi, profondo conoscitore dell'architettura storica, ha messo al servizio di uno degli schieramenti che all'epoca dei due concorsi polemicamente si sono affrontati sul terreno. L'intervento è diventato così, inevitabilmente, un manifesto nella querelle degli anni Ottanta fra architetti modernisti e postmodernisti. In realtà il pur breve lasso di tempo che ci separa da quegli anni, oltre ad aver smorzato i toni del dibattito, ha reso sempre più evidente quanto l'architettura contemporanea sia ormai in grado di fagocitare indifferentemente tutti gli -ismi, dando a ognuno diritto di esistenza perché per ognuno, tutto sommato, vi è concreto spazio operativo in quanto la frantumazione del gusto nella società dell'immagine moltiplicata permette a ogni 'stile' architettonico di trovare una sua audience (e una sua committenza). La battaglia fra moderno e postmoderno non si è conclusa, come alcuni sostengono, con la sconfitta di quest'ultimo, bensì, come è facile vedere sfogliando le riviste di settore, con l'acquisizione dell'ennesima sfaccettatura nel mondo pluralistico delle forme dell'architettura di questa fine millennio.
Una constatazione di questo tipo ci permette di valutare il meno recente fra i nuovi musei presentati in questo volume con l'occhio disincantato di chi vede ormai tra i capitelli, le semicolonne e le paraste di Venturi annidarsi la patina del tempo che li rende già indistinguibili da quelli del vicino, ben più vecchio edificio di William Wilkins e dichiarare che, in fondo, questa costruzione assolve con dignità e decoro la sua funzione di piccolo annesso al grande museo di Trafalgar Square. Un edificio che dimostra anche di essere un adeguato tassello urbano per quel sito, per quell'angolo della piazza, e la cui appartenenza figurativa alla monumentalità della National Gallery piuttosto che alla più domestica facciata dell'edificio su Pall Mall, che lo affianca dall'altro lato, è giustamente indefinita, non risolta, 'ambigua' come direbbe il Venturi di Complexity and Contradictions in Architecture. Un fatto questo che si può considerare uno dei meriti del progetto.
 
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Schizzo di progetto Sezione trasversale Sezione dello scalone Planimetria generale Veduta dello scalone
Sovrappasso tra Sainsbury Wing e la National Gallery