Sala Polivante  
Località: Losone, Canton Ticino
Committente: Dipartimento federale militare
Progettista: Livio Vacchini
Direzione del progetto: Livio Vacchini
Collaboratori: Marco Azzola, Mauro Vanetti
Progetto strutturale: Andreotti & Partners
Consulenza e impianti: Studio di Ingegneria AGS
Impianti meccanici ed elettrici: Studio d'Ingegneria G. Ghidossi
Datazione del progetto: concorso 1990/progetto definitivo 1991-1994
Datazione realizzazione: inizio lavori 1995 /fine lavori 1997
Destinazione d'uso: Sala polivalente
Superficie costruita: 1700 mq.
Dimensioni di base: (56,07 x 31,21) m
Volume complessivo: 26.500 mc.
Costo: fr 8.850.000

La sala polivalente, pur inserita all'interno del complesso militare ed in origine concepita ad uso esclusivo di questo, grazie ad una concessione del Dipartimento Militare Federale ed all'ampiezza dello spazio a disposizione, è stata anche adibita all'uso della popolazione civile divenendo quindi una struttura pubblica polivalente in cui oltre alle attività sportive possono aver luogo anche altre attività di carattere culturale, come i convegni, le mostre, i concerti, le premiazioni.
L'edificio è costituito da due livelli: al livello ipogeo sono ubicati i servizi di supporto all'attività sportiva (spogliatoi, bagni, ecc.); al piano terra la sala di attività. L'accesso al pubblico avviene attraverso una rampa che conduce direttamente alla quota ipogea degli spogliatoi. La sala di attività non presenta ingressi in quota.
Struttura:
La struttura di fondazione a platea è costituita da un solettone in calcestruzzo armato spesso cm. 30 La struttura portante, estradossata, è costituita da pilastri rastremati disposti lungo il perimetro della sala con un interasse di mt. 1,13. Le travi precompresse di copertura poggiano sui pilastri con interasse di mt. 2,26, per cui fra i due pilastri portanti le travi, se ne trova uno non caricato.
Tamponature: Il tamponamento, all'interno del 'recinto' costituito dall'ininterrotta sequenza dei pilastri portanti estradossati, è realizzato in lastre di vetro intelaiate in montanti di acciaio.
Coperture: La copertura è costituita da un grigliato ortogonale su base rettangolare, in calcestruzzo alleggerito di travi piene differenziate nelle armature e nel numero di cavi di precompressione, alto mt. 1,40.
Partizioni interne: le partizioni interne al livello ipogeo degli spogliatoi e dei servizi sono costituite da tramezzi in legno; le partizioni interne della sala di attività sono in calcestruzzo armato.
Pavimentazioni: Negli spogliatoi: in resina epossidica; nella sala di attività: in Pulastic di colore giallo cromo.

Antologia critica
'L'edificio ha carattere pubblico ma non rivela, a prima vista, né la sua vocazione né tantomeno la sua funzione. Si erge come un blocco imponente e inaccessibile, su una piattaforma posta sopra un esteso spazio verde. Nessuna entrata è visibile al piano terreno. La densa cortina in beton che si ripete uguale sulle quattro facciate e la localizzazione nell'ambito del complesso militare della caserma inducono ad attribuire a questo manufatto insolito e apparentemente impenetrabile un significato difensivo e di massima protezione. Il senso di inaccessibilità permane anche nella fruizione pratica. Se non si appartiene alla compagnia militare si è trattati da estranei. I militari accompagnano il visitatore agli ingressi situati alle estremità delle rampe che scendono al sotterraneo. Dai magazzini e dagli spogliatoi si sale nell'ampia sala rettangolare libera da tutti i locali di servizio, aperta sui quattro lati e non orientata. La luce penetra all'interno da aperture a tutta altezza che sono le massime consentite dalla statica. Tra l'interno e l'esterno soltanto una parete interamente vetrata, che non tocca la struttura ma che piuttosto la precisa. 'Il sistema statico della sala polivalente di Losone è della massima elementarità ed è realizzabile solo in calcestruzzo armato. 'La struttura non direzionata è quindi concettualmente costituita da una 'parete' portante di 70 cm. di spessore e da una piastra precompressa di chiusura alta m. 1,40. ..L'edificio presenta un solo ordine e un solo tipo di apertura lungo tutto il perimetro, che è rastremato partendo dal basso verso l'alto. Gli elementi di colonna misurano 43x70 cm. alla base e 43x43 cm. dove si concludono e sono stati eseguiti in un solo getto in altezza. Le fessure della parete determinano il disegno della piastra che è stata alleggerita creando una soletta a cessettoni allo scopo di ottenere il giusto equilibrio tra carico e spessore. Vacchini non voleva che il tetto fosse caricato sui pilastri, che allora sarebbero stati tali, ma intendeva racchiuderlo nell'ordine unico della corona perimetrale, rinunciando sia allo zoccolo che alla corona dell'edificio. Questa idea, tecnicamente irrealizzabile, è stata concretizzata rovesciandone l'impostazione strutturale, cioè assumendo la conclusione del pilastro come già parte della piastra. Ciò ha permesso la realizzazione di un solo giunto nel pilastro e la continuità della rastremazione della parete. La soletta è dunque una piastra che staticamente è caricata sul muro di pilastri mentre concettualmente è contenuta tra essi' (Masiero R. Livio Vacchini. Opere e progetti, Milano Electa 1999, pp. 176-185).

'Il programma richiedeva la costruzione di una comune palestra a tre campi, all'interno di un complesso militare. Lo spazio previsto era molto ampio, perché riservarlo alla sola attività dei militari? Perché non farne un elemento ordinatore del contesto urbano, punto di riferimento nel territorio? Perché non caratterizzarlo come edificio pubblico? Sulla base di queste riflessioni, l'edificio ha assunto la forma di una grande sala libera da tutti i locali di servizio, aperta sui quattro lati, non orientata. Partendo da questa visione di uno spazio assolutamente elementare, rigoroso, si è concretizzata l'idea di un sistema costruttivo altrettanto radicale dal punto di vista statico e per quanto riguarda la permeabilità alla luce. Solo in un secondo tempo, ho realizzato che il sistema statico di questo edificio è quello del dolmen: una parete piena che porta una soletta piena, pietra che porta pietra. La forma della palestra, che pure nasce dalla tecnica moderna più avanzata, ricorda le costruzioni più antiche, non perché ci sia qualche riferimento di ordine sentimentale alle costruzioni del più lontano passato, ma perché il sistema costruttivo è, nella sua essenza, lo stesso usato nell'epoca megalitica. Si tratta di una costruzione priva di architravi. Le aperture nel muro perimetrale sono le massime consentite dalla statica; la luce penetra all'interno da aperture a tutta altezza; pieni e vuoti si alternano con ritmo identico. La luce naturale crea situazioni inattese: l'immobilità, la ripetizione, il numero da un lato, la mutevolezza e la non misurabilità della natura dall'altro, dialogano con effetti sorprendenti'. (Vacchini L., Palestra Losone, Canton Ticino, in Masiero R., Livio Vacchini Oltre la metafora in 'Casabella' 655/1998, pag. 84)

Bibliografia
S.A., Livio Vacchini in 'Casabella' n 630-631, pag. 113
s.a., Palestra a Losone, Canton Ticino in 'Casabella' n 655/1998, pp. 84-87
s.a., Megalite in 'Techniques et Architecture' n 438/1998
s.a., Un tempio per lo sport: la palestra polivalente a Losone nei pressi di Locarno, Svizzera in 'L'industria Italiana del Cemento n 741/1999
s.a., Palestra polivalente a Losone presso Locarno in 'Impianti' 3/99

Veduta esterna Veduta esterna Veduta esterna Veduta dell'interno La rampa di accesso
Sezione prospetto Pianta alla quota dello spazio di attività Il fronte ovest