Nel 2010 sarà completato a Milano il primo intervento italiano dello studio anglo-tedesco Sauerbruch&Hutton. Si tratta di tre grossi edifici per uffici attualmente in costruzione al “Maciachini”, l'isolato urbano recentemente restituito alla città, grazie a un intervento di riedificazione promosso insieme al Comune dalla società di development Europarisorse in seguito alla dismissione dell'azienda farmaceutica Carlo Erba (vedi articolo su archinfo link). Lo studio, noto sia per l'architettura caratterizzata dal grande impiego di colori sia per l'alta efficienza energetica degli edifici progettati, (un caso esemplare è la realizzazione, nel 2005, della sede del Ministero all'ecologia di Dessau) ha progettato al “Maciachini” edifici con facciate in vetro a curtain wall. Le facciate dei tre corpi, orientati secondo i principali allineamenti del lotto, variano di colore a seconda del lato. Appartengono alla famiglia del rosso, del verde e del blu.
La doppia facciata
La struttura del complesso per uffici, denominato MAC 567, è costituita principalmente da uno scheletro di pilastri e solette in cemento armato, sul quale vengono appese delle cellule prefabbricate che costituiscono il curtain wall. Le singole cellule compongono una facciata dalla doppia pelle, un sistema che da un lato permette di areare in modo naturale l'involucro dell'edificio dall'altro lato costituisce uno schermo contro l'irradiamento solare. Il sistema di ventilazione perimetrale è stato combinato con un impianto d'areazione forzata interno, e riduce comunque il consumo energetico dell'edificio se si paragona a quello di una facciata di tipo tradizionale.
Curtain wall e flessibilità
La suddivisione della facciata in moduli prefabbricati, allineati a ogni piano lungo una banda orizzontale, assicura flessibilità nella disposizione delle partizioni interne e rende possibile collocare una parete ogni 1,5 metri. La doppia facciata è costituita da cellule prefabbricate, i moduli standard sono larghi 1,5 e alti 4 metri. Questi, sono agganciati a secco alle solette in c.a. per mezzo di ganci, in verticale e in orizzontale, e sono legati fra loro da un sistema maschio-femmina. Ogni modulo presenta una “doppia pelle”, una interna e una esterna, costituita da vetri montati su profili di alluminio. Lo strato interno è costituito da un serramento dal telaio di tipo tradizionale che garantisce alte prestazioni di isolamento termico-acustico. Lo strato esterno invece, posto ad una distanza dal filo facciata di 30 cm, è costituito da un singolo vetro temperato, serigrafato sul lato interno, e incollato con un silicone strutturale ai telai (in parte fissi e in parte ruotabili in senso verticale). I pannelli di vetro, infine, grazie alla puntinatura della serigrafia che ricopre l'80% della superficie, fungono da brise soleil, garantendo al tempo stesso trasparenza e visibilità. Uniti a gruppi di nove, i pannelli, mobili e controllati elettronicamente, possono ruotare sul loro asse verticale per mezzo di un perno centrale grazie ai motori posti nell'imbotte della cellula prefabbricata. La loro movimentazione è comandata e regolata da sensori di luminosità posti sulla facciata. La scelta di utilizzare un sistema di controllo dei motori centralizzato (BUS bulding automation technology) ma diversificato, che rende indipendenti gli edifici, le facciate e i singoli piani, ha imposto l'utilizzo di 2200 motori in grado di movimentare le circa 20.000 lamelle presenti sulla facciata. L'effetto provocato da un punto di vista compositivo è l'introduzione di un ritmo di chiaroscuro sulla superficie continua e riflettente delle facciate di vetro che vengono, in tal modo, “increspate” dalle porzioni di lamelle a brise soleil in movimento. Da un punto di vista del risparmio energetico la capacità della “pelle” dell'edificio di modificarsi in modo così sensibile a seconda dell'incidenza del sole è notevole e permette, inoltre, di ottimizzare l'illuminazione naturale interna.
Nuova tipologia di committenza e flessibilità
La facciata ventilata corrisponde alla possibilità di spostare il sistema di areazione sul perimetro esterno di un edificio, e quindi offre l'opportunità di liberare i soffitti dei singoli piani dall' ingombro di grosse canalizzazioni e controsoffittature: un principio progettuale e energetico molto diffuso in Germania ma che non si è ancora potuto consolidare nel nostro paese. Infatti anche il sistema di climatizzazione del MAC 567 unisce all'areazione naturale gli impianti di condizionamento d'aria forzata posizionati, appunto, nel controsoffitto. Questo tipo di scelta trova una spiegazione nelle esigenze di flessiblità di distribuzione spaziale interna di un edificio per uffici pensato per una futura locazione a società di terziario. Le esigenze dellea società affittuarie entrano in gioco solo a “building” quasi terminato. La diffusione di una nuova tipologia di committenza, quella delle grandi società di Development, che costruiscono i grossi Building, genera una distanza fra gli attori del processo di progettazione - costruzione (Committente e progettista) e gli utenti finali, con le loro esigenze di distribuzione specifiche. Questo fatto influisce necessariamente sulle scelte progettuali e tecnologiche di un edificio.
Studio di colore
Il Concept cromatico delle facciate, l'astratto schema compositivo delle tessere di vetro, prende le fila da uno studio di analisi sul contesto urbano e sull'area di progetto. I colori “elementari” individuati in partenza sono il rosso, il verde e il blu, con tutte le loro “nuances” e “tonalità” derivate dal sistema NCS (la codificazione “natural colour system” che si basa sull'esatta restituzione e descrizione del colore che percepiamo). I progettisti sono partiti con una campagna fotografica della popolare zona di via Imbonati, a Milano, caratterizzata da case d'inizio Ottocento, nelle quali prevale il colore rosso mattone delle coperture in cotto, e il rosa e il marrone delle facciate intonacate tipiche della tradizione lombarda. Le declinazioni del blu e del verde richiamano, invece, i colori della natura e il futuro spazio verde previsto all'interno del nuovo isolato urbano. La combinazione delle numerose gradazioni di colore di queste tre famiglie è ordinata e disposta a seconda delle facciate: su via Imbonati e su via Bracco prevale il rosso; nelle facciate che portano verso l'interno il verde e il blu-azzurro. Il numero delle tipologie di colorazione delle lastre ha raggiunto quota 34. Per raggiungere la giusta colorazione per ogni campione si è dovuto ricorrere a due lastre-prova, per un numero complessivo di oltre settanta. Il sistema di retro-verniciatura delle lastre (vetri monostrato dello spessore di 12 mm) è quello della serigrafia, una puntinatura regolare con cerchi del diametro di 4 mm trasparenti su panneli colorati. L'esperienza dello studio berlinese, che negli ultimi 20 anni ha realizzato numerose facciate colorate, ha maturato diverse soluzioni di verniciatura; in questo caso si è optato per dei pigmenti (senza l'utilizzo di piombo) verniciatio a fuoco in modo da garantire sia la durata sia la brillantezza nel tempo. I vetri sono stati realizzati da un'azienda con sede a Bari presso la quale i collaboratori dello studio Sauerbruch&Hutton hanno effettuato numerose visite di controllo per verificare la corrispondenza di brillantezza del colore. Di grande importanza per ottenere la trasparenza e, al contempo, la riflessione ottimale sono lo spessore delle lastre (12 mm) e la tipologia del vetro; circa un terzo dei vetri sono di tipo “bianco”, ovvero, poveri di ossidi di ferro, per evitare la deformazione cromatica dei colori piú chiari e delicati. In cantiere si può già osservare che all'interno dei futuri spazi di lavoro il colore che si irradia attraverso le vetrate assume comunque una tonalità leggera tale da creare un' ambiente piacevole, luminoso che garantisce la vista verso l'esterno.
Montaggio a secco delle cellule prefabbricate.
La scelta di prefabbricare le cellule della facciata è stata fatta principalmente per ottimizzare i tempi di montaggio, ma i vantaggi si sono rivelati molteplici: l'alta qualità di finitura dei dettagli grazie alla costruzione in fabbrica degli elementi; l'impiego di mano d'opera non specializzata in cantiere resa possibile dalla semplicità di montaggio; e, infine, l'elevato grado di tolleranza nella lavorazione dei cementi armati grazie a un sistema di aggancio alle solette regolabile. La pelle esterna del complesso degli edifici di Sauerbruch&Hutton ricopre una superficie di ca. 14.000 mq; ogni cellula raggruppa sei vetri colorati (i singoli vetri sono larghi 50 cm x e alti 2 m). L'azienda di Bolzano (Stahlbau Pichler) che ha in'appalto la produzione e il montaggio delle facciate (oltre alle parti di carpenteria metallica) è riuscita a raggiungere il record di montaggio di 40 cellule al giorno (il valore medio è stato di 12, per un totale di 120 mq di superficie) operando con una squadra di soli 12 uomini. Nonostante il sistema di prefabbricazione, la logistica di produzione e montaggio delle facciate è stata piuttosto complicata dal momento che non si trattava di elementi identici; l'articolata composizione cromatica dei singoli moduli e l'alternanza fra vetri fissi e mobili, ha prodotto un numero di 70 elementi differenti fra loro. Inoltre, la tecnica di montaggio scelta (contrariamente al modello tradizionale di montaggio a reticolo) impone un montaggio consequenziale di ogni singolo elemento. A partire dal primo piano si procede con un pezzo dopo l'altro, di piano in piano, e nel caso di imprevisti sui moduli all'arrivo in cantiere, la fase di montaggio si interrompe. Essenziale si rivela essere lo stretto legame con la linea di produzione. Il montaggio avviene per mezzo di una semplice gru, un minicrane con una portata da 1800 kg, che, posizionata ai differenti livelli di piano è in grado caricare verso l'alto i 600 Kg di peso dei singoli moduli. La tecnica non prevede l'uso di ponteggi - una semplificazione per molte operazioni: una volta chiuso un piano orizzontale si può procedere con i lavori di finitura interna procedendo in parallelo fra interno e esterno.
Luogo: Milano
Committente: Europarisorse
Progetto architettonico: Sauerbruch&Hutton
Progetto esecutivo e direzione lavori: SCE Project e C & M Consultancy & Management
Impresa di costruzione: Edilbasso spa
Tempi di progetto: 2006 - 2008
Tempi di realizzazione: 2008-2009-2010
Superficie costruita: 30.000 mq
Volume costruito: ca. 60.500 m³
Costi: 37 milioni di euro
Fotografie: courtesy of Stahlbau Pichler, courtesy of Sauerbruch&Hutton, Carlotta Eco
Produzione facciate: Stahlbau Pichler
Carpenteria metallica: Stahlbau Pichler
Produzione vetri: Zadra
Profili vetri: Aluk