Testo di Stefano Bernuzzi

SCOPRIRE IL DESIGN. La collezione von Vegesack
Fino al 6 luglio 2008
Torino
   Testo di Stefano Bernuzzi

Torino quest'anno ha lanciato la sua sfida a Milano auto-proclamandosi "World
Design Capital" e, a pochi giorni dall'apertura del Salone del Mobile, propone
un evento che operatori del settore, appassionati e design addicted di varia
natura dovrebbero mettere in calendario prima di avventurarsi nella frenetica
settimana milanese. Alla Pinacoteca Agnelli è, infaati, allestita la mostra
"Scoprire il design. La collezione von Vegesack" che attraverso oltre 300
oggetti propone una lettura significativa di ciò che significa "design",
portandoci (finalmente) alla sua essenza e facendoci dimenticare astruse
sperimentazioni fini a se stesse o arci-note icone.
Alexander von Vegesack
dagli anni '60 conduce una ricerca scientifica e allo stesso tempo emozionale e
intuitiva su ciò che sia "design", una ricerca che l'ha portato a raccogliere
oltre 2000 oggetti e 20000 tra riviste, cataloghi, brochure aziendali che oggi
costituiscono la collezione del Vitra Design Museum. Il percorso espositivo
propone attraverso i pezzi selezionati una visione personalistica del suo
infaticabile promotore che da grande viaggiatore qual è ha raccolto oggetti
provenienti da tutti i continenti e da epoche storiche anche molto lontane tra
loro. Visione, per una volta, né italo-centrica né auto-celebrativa, anche se
l'azienda tedesca e le sedute fanno comunque la parte del leone, ma nell'insieme
questi pezzi si perdono e confondono, diventando un tutt'uno con ciò che li
circonda.
Inevitabilmente la linea guida è tracciata dal mobilio industriale,
a partire dagli immancabili mostri sacri Le Corbusier e Charlotte Perriand, Jean
Prouvé, Mies van der Rohe, Charles e Ray Eames, ma questi sono affiancati a
oggetti disegnati da anonimi - lampade, sedie, posate, servizi da tè,
giradischi, ventilatori - che hanno arredato case e uffici altrettanto anonimi,
mettendo in luce l'utilità e la funzione sociale del design che dovrebbe essere
raccontato dalla quotidianità e non (solo) dai libri di storia.
Certo non
mancano alcune delle icone della modernità, dalla sedia di Rietveld alla
chaise-longue di Le Corbusier e Charlotte Perriand, ma quello che più colpisce è
il fatto di vedere questi oggetti consunti dal tempo e dall'uso. Le laminature
dei mobili sono scheggiate, i tessuti delle sedie di Mies e di Breuer sono lisi
e scoloriti, i legni sembrano quasi tarlati, come se von Vegesack li avesse
presi poco prima da case private e non da una teca o dalle pagine di un
catalogo. Non c'è qui quel senso di irreale perfezione che questi pezzi sembrano
sempre avere in ogni mostra, la patina del tempo e dell'usura ha sconfitto
l'aura che li avvolgeva e li ha riportati alla loro autentica dimensione per la
quale sono stati creati: la nostra realtà.
Tra le molte curiosità esposte,
un'insolita raccolta di selle da cavallo (altra passione di von Vegesack),
mobili per bambole della Thonet, miniature di arredi in tubolare, insegne e
affiches pubblicitarie, vari prototipi mai entrati in produzione. Da un punto di
vista cronologico il curatore Mathias Schwartz-Clauss salta quasi direttamente
dagli anni '50 al nuovo secolo, salvo estemporanee puntate nei decenni di mezzo,
e tra i contemporanei emergono in modo quasi esclusivo solo le figure di Ron
Arad e dei fratelli Campana.
Infine ogni sezione in cui è suddivisa
tematicamente la mostra è completata da una selezione di pubblicazioni che
completano il quadro storico e culturale in esame, quasi a formare un percorso
parallelo a quello degli oggetti.

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
Via Nizza 230
Torino
mar-sab
10-19; chiuso lunedì
www.pinacoteca-agnelli.it

Alexander von Vegesack in spiaggia a Malibu, Los Angeles, foto: Michel Monteau Anonimo (Cina?), Contenitore di cibo Charles & Ray Eames, Sedia da bambino (Trial run), 1945 Charlotte Perriand / Jean Prouvé, Libreria (for the Maison de la Tunisie, Cité Universitarie, Paris), 1952 Anonimo, Rocking-chaise longue No. 7500, 1880-83
Isamu Noguchi, Tavolo da caffè, 1944 Anonimo (Giappone), Kimono, c. 1960 Linder Leuchten, Catalogo di vendita Lindner GmbH, Bamberg, D, 1960 Anonimo (Venezuela), Rete da pesca, 1996 Anonimo (Giappone), Contenitore per picnic, Fine XIX secolo