Testo di Carlotta Eco




SGAE: un muro in massi di granito
Testo di Carlotta Eco

SCHEDA PROGETTO

Luogo: Santiago de Compostela - Spagna
Committenza: SGAE (Società spagnola degli autori ed editori)
Progettisti: Antón García-Abril
Collaboratori:  Ensamble Studio: Débora Mesa, José Antonio Millán, Ricardo Sanz, Elena Pérez, Marina Otero, Helena Serrano, Jorge Consuegra, Andrés Toledo
Impresa di costruzione: Materia inorganica
Tempi progetto: Settembre 2005
Tempi di realizzazione: Aprile 2006 - Maggio 2007
Superficie costruita mq: 3000 mq
Volume costruito mc: -
Costi di realizzazione:
Fotografie: archivio Ensamble Studio

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Santiago de Compostela, in Galizia, la società spagnola degli autori ed editori (SGAE, equivalente della nostra SIAE), avrà una nuova sede. L'opera architettonica dell'architetto madrileno Anton Gracìa-Abril (realizzata in collaborazione con Ensamble Studio) è veramente unica al mondo: un fronte alto otto metri e lungo ottanta costruito grazie all'incastro di grossi massi di granito grezzo di Mondariz (un piccolo comune della Galizia). I massi sono incastrati a costituire un elemento lineare che, oltre a partecipare al sistema statico generale, funziona da porticato all'edificio.
La monumentale parete in granito forma uno dei tre muri paralleli (curvati in modo da seguire l'andamento della strada), che costruiscono l'edificio. Esso è composto da quattro piani, due dei quali fuori terra.

la facciata in granito (1), pianta (2), sezioni trasversali (3,4)

Gli elementi murari

Ogni elemento murario si differenzia dall'altro per la costruzione e il rivestimento dei materiali. Il "porticato arcaico" che fronteggia il parco universitario di Vista Alegre è in granito. L'idea della costruzione in granito, che ricorda le costruzioni preistoriche fatte di Dolmen o Menhir, nasce dal concetto di creare una sorta di "fortificazione" nel parco e si è poi evoluta nel progetto della sede SGAE. La parete centrale è in carpenteria metallica. Una curiosità: la parete è ricoperta da migliaia di astucci di plastica per cd-rom, assemblati con il silicone e scelti come simbolo della "copia" e del plagio nell'ambito della difesa dei diritti d'autore. Infine la facciata, sul lato strada, è stata rivestita sul basamento da pietre a spacco calcaree (Pietra di Santiago), scelte per seguire i materiali degli edifici attigui, mentre nella parte superiore è ricoperta da un rivestimento in pannelli di vetro traslucido.

la facciata su strada (1,2), il rivestimento in astucci di cd-rom (3,4)

I massi monolitici

Da anni Gracìa-Abril sta compiendo una ricerca sull'utilizzo di materiali grezzi e prelavorati, la cui forma sia strettamente legata alle tecniche di lavorazione necessarie per la loro preparazione. I massi di granito di Mondariz, una roccia grigia e dura, provengono dalla vicina cava di Vigo. La forma e il trattamento superficiale, profondamente solcato, derivano dalle tecniche di separazione dal fronte della cava. Molti pezzi sono stati scelti fra i materiali di scarto e solamente alcuni, quelli con una funzione importante nello schema statico, sono stati tagliati su misura.
Per ottenere il materiale, il primo passo è stato quello di staccare i grossi blocchi dalla montagna, le cui dimensioni sono dettate dalle possibilità di trasporto, con sistemi in grado di combinare macchine a catena diamantata con piccole cariche esplosive. I blocchi monolitici sono poi stati tagliati in modo inclinato così da ottenere la caratteristica forma a cuneo.

taglio dei blocchi di granito in cava(1), montaggio dei pezzi di scarto (2,3,4)

Un modello in scala 1:1

La prima fase di studio del progetto si è basata su modellini e calcoli statici; si è quindi deciso di realizzare direttamente in cava un modello al vero, in scala 1:1, dell'intera parete di granito. Il processo è durato quattro mesi, durante i quali si è studiata in modo sperimentale la forma e la struttura statica della parete - anche in base ai pezzi di scarto reperibili - sino a trovare loro una posizione definitiva. Il sistema costruttivo infatti si basa unicamente sull'incastro e la forza di gravità. Il processo sperimentale ha permesso inoltre di studiare preventivamente le difficoltà che si sarebbero potute incontrare durante la fase di ricostruzione, le tempistiche necessarie e approntare gli accorgimenti necessari per il progetto della sicurezza.

la costruzione del modello 1:1 in cava

Dalla cava al parco

Una volta trovato l'assetto definitivo e numerati i pezzi, è stata tesa una maglia di fili a distanze regolari per avere un sistema cartesiano di riferimento; grazie a queste coordinate è stato possibile ricostruire la parete all'interno del parco. Fondamentale per procedere alla ricostruzione, per la quale ci sono voluti "solamente" due mesi, è stato l'impiego della tecnica fotografica. La vera sorpresa per tutti gli attori coinvolti nell'operazione è stata la differenza di percezione delle dimensioni della parete ricostruita all'interno del parco. L'enorme contesto della cava aveva infatti mitigato le proporzioni di tipo monumentale chiaramente percepibili, invece, in un contesto urbano.

La ricostruzione in sito

Una volta trovato l'assetto definitivo si è aperto il cantiere di Santiago. La parete di granito ha assunto una funzione prettamente strutturale. Il suo peso - ben diciottomila tonnellate - poggia su un piede di fondazione in cemento armato lungo ottanta metri per 1,4 m di larghezza e 7 m di profondità. Il resto dell'edificio, realizzato prevalentemente in carpenteria metallica, si sviluppa per due piani fuori terra ed è coronato da una copertura con travi a sbalzo sorrette da un lato dalla parete di massi. L'assemblaggio dei massi, compiuto totalmente a secco, è stato semplicemente consolidato con una serie di "graffe" in acciaio: ganci che affrancano i pezzi fra loro nel caso di movimenti del terreno o d'assestamento dell'assemblato.

le fasi della costruzione dell'edificio nel parco 

le travi della copertura poggiano sul muro di granito

il muro di granito e la parete di astucci di cd-rom  

I diversi materiali

La ricerca sull'uso dei materiali continua all'interno della sede dell'edificio: al piano sotterraneo, la superficie delle pareti in cemento armato assume una forma plastica particolare. Tronchi di eucalipto, accostati e agganciati fra loro, hanno funzionato da matrice per la finitura a superficie scabrosa del cemento armato. Come già per i blocchi di granito, anche in questo caso l'architetto madrileno ha scelto per ottenere il suo obbiettivo un materiale utilizzato nella sua forma prefinita, cioè i tronchi solamente puliti della corteccia e dei rami, e pronti per essere utilizzati in segheria.

i tronchi di eucalipto per la matrice della parete in cemento armato(1,2),
la parete finita (3,4)

(il progetto parteciperà alla mostra "La natural seducciòn de la piedra"
alla 42° edizione del Marmomacc)