La conversione di un edificio industriale dismesso in un centro polifunzionale ha portato lo studio Project Orange a vincere numerosi premi, grazie ad un progetto articolato, flessibile e studiato per rispondere alle esigenze del quartiere che lo ospita.
Il progetto 192 Shoreham Street Sheffield, opera dello studio di architettura londinese Project Orange, sviluppa il tema del recupero e della rifunzionalizzazione di un vecchio fabbricato industriale a Sheffield, centro urbano inglese del South Yorkshire, che deve il suo sviluppo al fiorire delle acciaierie nella seconda metà dell’800. L’edificio, che ospita al piano terra uno spazio bar - ristorante e ai piani superiori delle unità duplex, progettate per essere spazi uffici convertibili in spazi residenziali, si è aggiudicato una serie di premi e riconoscimenti tra cui il RIBA - Regional Awards e Architizer A+ Awards, per le sue valenze architettoniche e tecnologiche.


Gli architetti di Project Orange sono riusciti a ridare vita a un vecchio edificio di archeologia industriale, risalente all’epoca vittoriana, ormai abbandonato, riqualificando l’immagine urbana del lotto su cui l’edificio sorge, posto all’incrocio tra Mary Street e Shoreham Street da cui prende il nome. L’ambiente unico interno, con muri perimetrali nudi a mostrare i tipici mattoni rossi, scandito dalle alte finestrature con serramenti in ferro, accoglie oggi un bar-ristorante, a cui si accede dal civico 192. Il pianto terra inoltre prevede una zona di accesso alle unità soprastanti attraverso un vano scale e un ascensore con ingresso localizzato sul lato retrostante Shoreham Street, oltre alle cucine e ai servizi del ristorante, uno spazio magazzino e un deposito per le biciclette.
Il ristorante ha inoltre un piano ammezzato a cui si accede direttamente dall’interno del bar con una rampa di scale. Qui si ritrovano inoltre spazi per il personale e altri servizi. Ai piani superiori si ritrovano tre unità duplex progettate con l’obiettivo di essere flessibili e adattabili alle esigenze di un quartiere dinamico e mutevole, da spazi di lavoro a spazi abitativi.
Ogni unità prevede al piano inferiore uno spazio aperto oltre ad un bagno e una zona cucina. Vi è poi una scala interna che collega i due piani. Anche il livello superiore offre uno spazio aperto e flessibile e un bagno. Le unità duplex godono di un'abbondante luce naturale per la realizzazione di ampie finestrature e di cavedi a tutta altezza che collegano i due livelli e che permettono un’illuminazione diffusa.

L’azione progettuale di sopraelevare di una struttura duplex l’edificio originale, ha portato alla realizzazione di un edificio che non è stato semplicemente ampliato ma piuttosto è stato protagonista di un recupero e di una rifunzionalizzazione che gli hanno conferito un’immagine completamente rinnovata. La realizzazione di un ampliamento dell’edificio esistente è stata sviluppata attraverso l’addizione di un corpo sovrastante, visibilmente contrastante, dal carattere quasi parassitario, ma allo stesso tempo complementare all’edificio stesso, in grado di celebrare il carattere industriale dell’esistente.
Un nuovo volume con tetti a più falde, coperture inverdite, terrazze e finestre di diversa ampiezza e luce, sono gli elementi che completano l’esistente secondo un linguaggio semplice e contemporaneo. Di fatto quindi un’architettura completamente nuova, un’invenzione compositiva che viene modellata interpretando lo skyline dei tetti della città antica, che si caratterizza proprio per questa varietà di coperture, date dalla presenza massiccia di fabbriche cresciute una accanto all’altra nel tempo.
In tal senso gli architetti si sono serviti della storia e della modernità per costruire una sorta di landmark urbano dove il nuovo profilo della copertura crea un dinamismo in sezione che viene ulteriormente rafforzato dall'uso di spazi a doppia altezza.
Il risultato di questo processo progettuale è un’opera architettonica in cui passato e presente coesistono e si completano: l’aspetto grezzo e i segni del tempo impressi nella vecchia industria dell’acciaio contrastano con quelle perfette e standardizzate del nuovo ampliamento.

Dal punto di vista costruttivo, con l’obiettivo di rispettare l’esistente e di farne rivivere la memoria, è stata realizzata una nuova struttura in acciaio, completamente indipendente e chiaramente visibile, in grado di supportare il carico del nuovo volume e allo stesso tempo consolidare l’antica scatola in mattoni. Per quanto riguarda l’involucro, la nuova addizione ha un rivestimento esterno di colore grigio scuro, in pannelli di alluminio con profilo sinusoidale verniciati a polvere. Le nuove coperture a verde sono realizzate con un "tappeto in sedum", un inverdimento di tipo estensivo, con caratteristiche di bassa manutenzione e durevolezza. Tale soluzione, abbinata a sistemi di filtraggio dell’acqua piovana, assicura dei benefici ambientali soprattutto in termini di qualità delle acque da immettere nella rete pubblica fognaria. Le strutture murarie sono state ripulite e consolidate per rimanere a vista. I vecchi serramenti sono stati sostituiti con altrettanti serramenti in acciaio con profili sottili. Dal punto di vista della sostenibilità, questo progetto ha comportato particolari attenzioni per il rispetto dei requisiti richiesti dal Consiglio comunale di Sheffield, attraverso l’applicazione di strategie impiantistiche volte a minimizzare gli impatti ambientali. È stato realizzato infatti un sistema di pompe di calore per il riscaldamento delle unità duplex attraverso pannelli radianti. A tale sistema è stato inoltre associato un sistema di ventilazione con recupero di calore. A completamento dell’impianto sono stati istallati una serie di pannelli solari montati sul lato sud dell’edificio. Per quanto riguarda l’illuminazione, sono state impiegate apparecchiature a bassa consumo (Led) e controlli di accensione e spegnimento, attraverso appositi sensori di movimento.
La questione chiave per la sostenibilità è stata però il riutilizzo in sé dell'edificio esistente. Non solo è stato mantenuto il guscio di mattoni, ma tutto il legname originale trovato nell'edificio è stato riciclato e lavorato per ricavarne assi per il riutilizzo come pannelli verticali a rivestimento del guscio di mattoni, per nascondere lo strato di isolamento necessario ad incrementare le prestazioni termiche dell’involucro.

 

Photo credit: Project Orange, Jack Hobhouse