Sieeb, Sino Italian Ecological and Energy efficient Building a Pechino  

Luogo: Pechino, Cina
Committenza: IMET (Ministero Italiano dell'Ambiente e del Territorio),
MOST (Ministero della scienza e delle tecnologie della Cina),  
Tsinghua University - Beijing China
Progetto macchina energetica: Dipartimento BEST del Politecnico di Milano (Project Leader Prof. Federico Butera)
Progettista Architettonico: MCA Mario Cucinella Architects
Progetto strutture e Project Management: Favero & Milan Ingegneria (Team: Sandro Favero, Gianpaolo Lenarduzzi, Luca Nicolini, Federico Zaggia)
Site architect: CAG China Architecture Design & Research Group 
Impresa di costruzione e Construction Management: Impregilo spa
Tempi progetto: 2003 - 2004
Tempi di realizzazione: 2005 - 2006
Superficie costruita: 20.000 mq
Volume costruito mc: -
Costo complessivo: Euro 20.000.000
Fotografie: Gabriele Basilico (1)  Daniele Domenicali (2, 3, 4, 5, 6)  Alessandro Digaetano (7,8) Mca Archives (9,10)

Vedi la pianta e la sezione

Il contesto
A Pechino, all'interno del campus della Tsinghua University, una zona ad altissima densità abitativa, sorge il Sieeb, il Sino Italian Ecological and Energy Efficient Building. La sua caratteristica principale è di essere un edificio a basso consumo energetico, frutto di un progetto di collaborazione fra il governo Italiano e quello Cinese. Si tratta di un progetto pilota che si inserisce nell'ambito del CDM (Clean Development Mechanism): un programma previsto dal "Protocollo di Kyoto" per sostenere imprese e progetti di paesi che hanno aderito al protocollo e che investono nelle aree in via di sviluppo o emergenti, come la Cina.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Italiano ha così deciso di avviare una collaborazione con il Ministero della Scienza e della Tecnologia Cinese per realizzare questo edificio di nuova generazione, tecnologicamente avanzato, che non producesse emissioni di CO2. Oltre all'elevato livello di inquinamento presente nelle città cinesi, dovuto all'utilizzo del carbone per il riscaldamento, le condizioni climatiche della città non sono fra le più semplici. A Pechino gli inverni sono particolarmente rigidi e d'estate c'è un clima tropicale a questo si aggiungono i venti "gialli" che riempiono le strade di sabbia portata dai deserti mongoli da nord. Sin da subito il dipartimento BEST del Politecnico di Milano è stato il centro di ricerca italiano incaricato dell'attuazione delle attività tecniche.

Il progetto
Il nuovo edificio ospiterà la sede di un centro di ricerca italo-cinese per la tutela dell'ambiente e la conservazione dell'energia; un centro educativo per il Dipartimento di Scienza e Ingegneria ambientali dell'Università di Tsinghuia; dipartimenti, laboratori e infine un auditorium e uno spazio espositivo tutto dedicato alle tecnologie italiane.
Il principale obbiettivo del progetto è la realizzazione di un edificio a massima efficienza energetica e massima riduzione possibile di emissione di gas inquinanti. Il tutto, naturalmente, unito a un'immagine architettonica contemporanea. Il programma dei lavori ha imposto forti vincoli alla forma e alla scelta dei materiali dell'edificio in modo da poter catturare d'inverno la massima energia solare possibile e proteggersi invece dalle radiazioni d'estate.
L'edificio, alto 40 metri, di 9 piani fuori terra, si sviluppa su una pianta a forma di ferro di cavallo ed è completamente rivestito in vetro, in parte trasparente e in parte no.
Mentre un lato costituisce una superficie unica, l'altro, che si affaccia a sud è completamente terrazzato: a ogni piano si apre un ampio terrazzo e progredendo verso l'alto si riduce l'estensione di ogni soletta. Ogni terrazzo ospita una porzione di vegetazione e una parte dedicata ai pannelli fotovoltaici orientabili per un totale di 1000 metri quadrati. La quasi totale trasparenza delle facciate riduce la necessità di illuminazione artificiale.

"L'edificio-foglia"
Proprio perché è in grado di trasformare la luce in energia solare, l'edificio è stato ribattezzato "edificio-foglia". È la struttura stessa dell'edificio che si modifica in funzione delle condizioni climatiche e di luce, sia esterne che interne. Le facciate si muovono, i sistemi di condizionamento e riscaldamento si autoregolano grazie a un sofisticato sistema di regolazione "intelligente".

Le facciate
Quattro sono le tipologie di facciata, che cambiano a seconda dell'esposizione.
- a  nord la facciata è costituita da un'unica pelle di vetro opaco color blu, un "curtain wall", in cui la parte che costituisce il parapetto è rafforzata da uno strato isolante.
- i lati est e ovest sono costruiti con una doppia pelle composta da due pareti vetrate sovrapposte che racchiudono un intercapedine d'aria ventilata naturalmente. La loro composizione si differenzia nello strato esterno a seconda che si affacci sulla corte interna o sull'esterno. Rivolto alla strada, Il primo strato (il "silk screen") è costituito da un vetro serigrafato in grado di respingere i raggi solari; sull'interno, invece, il primo strato è dotato di lamelle in vetro semiriflettente, regolabili automaticamente. A sostegno dell'illuminazione naturale sono stati inventati i cosiddetti  "light shelf" , cioè dei pannelli orizzontali in alluminio, posti sia nell'intercapedine sia all'interno, in grado di deviare la luce sui soffitti degli ambienti retrostanti illuminando le stanze più in profondità.
- infine a sud , il lato con la struttura a sbalzo, gli elementi di facciata sono costituiti da un'unica pelle

Raccolta delle acque
È  stato studiato un sistema di raccolta delle acque piovane, che parte sia dalle coperture che dalle corti interne. Le acque convogliate vengono in parte filtrate, in parte riutilizzate per gli scarichi dei wc dell'edificio, e in parte immesse nella rete comunale di recupero acque. Nel sottosuolo, si trovano una serie di cisterne di raccolta delle acque grigie con sistemi di filtraggio a sabbia che ne permettono il parziale riutilizzo.

Il sistema di cogenerazione
Il sistema di cogenerazione, cuore dell'edificio, è costituito da motori generatori di energia alimentati da tre fonti: il gas naturale, l'elettricità e il sole per mezzo dei pannelli fotovoltaici. Il calore prodotto da tali motori in funzione viene a sua volta utilizzato per riscaldare in inverno e per raffreddare d'estate. L'utilizzo del calore di scarto avviene per mezzo di macchine in grado di scambiare il calore da caldo in freddo, come una sorta di frigorifero.

Il ruolo degli impianti
Il sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria è stato studiato in modo coordinato. La combinazione fra immissione di aria a pavimento e soffitti radianti innesca dei flussi d'aria che permettono di minimizzare il consumo di energia elettrica delle pompe e dei ventilatori. In inverno, il soffitto è caldo, mentre in estate è freddo. Inoltre, la presenza di sensori accoppiati con rilevatori di CO2, consente di modulare i flussi d'aria in base alla presenza o meno di persone all'interno di un locale.
Anche il sistema elettrico è automatizzato e fa si che la potenza delle lampade si riduca in base alle esigenze locali. Ad esempio al diminuire della luce naturale aumenta automaticamente quella artificiale mentre negli ambienti vuoti la luce si spegne automaticamente. Gli impianti fotovoltaici, alloggiati sulle terrazze giardino, oltre a provvedere a gran parte del fabbisogno energetico dell'edificio generano energia elettrica utilizzata per la produzione sperimentale di idrogeno che alimenta una cella a combustibile.

I progettisti
Per la realizzazione di questo edificio si è avviato un processo di progettazione integrata per raggiungere una soluzione di massima eco-efficienza. Lo studio di architettura coinvolto è quello di Mario Cucinella (MCA) che ha avviato una collaborazione con i consulenti e ricercatori del Politecnico di Milano che maggiormente ne hanno curato gli aspetti scientifici.