La Silver House, recentemente trasformata a Brno da Atelier Štēpán, si trova nella parte inferiore della piazza principale Masaryk, a Jihlava. Si tratta di un edificio di grande valore storico e architettonico, tutelato dalla municipalità come bene culturale. È un tipico esempio di casa borghese affacciata sulla piazza della città, uno dei più significativi del Paese. La sua riqualificazione è stata orientata alla ricerca di una nuova destinazione, con l’obiettivo di restituirle vitalità e rendere il palazzo nuovamente accessibile alla comunità.
L’impianto modulare e il ritmo spaziale della casa furono definiti nel periodo rinascimentale. Successivi interventi risalenti al XVIII e al XIX secolo, meno regolari, alterarono la struttura geometrica originaria. Il nuovo progetto ha riportato alla luce la disposizione degli spazi, mantenendo una certa flessibilità in modo da rendere possibili in futuro ulteriori cambi di funzione.

La distribuzione degli spazi segue una logica verticale: esposizioni, ingresso, uffici, spazi per incontri e galleria. Nel seminterrato è allestita una mostra con eccezionali reperti archeologici rinvenuti sul sito. Il piano terra ospita un centro di informazione turistica e una sala da tè. Ai livelli superiori si trovano una sala da concerto con 50 posti, due piccoli saloni storici affrescati e gli spazi destinati a Brána Jihlavy (Porta di Jihlava), al Manuale di Architettura di Jihlava (JAM) e al Centro per il Film Documentario. La gerarchia fra gli spazi, attentamente calibrata, riflette l’intento del committente: permettere alla struttura storica di esprimere appieno il suo carattere spaziale, materico e stilistico, valorizzandola come opera architettonica capace di intrecciare vecchio e nuovo, interni ed esterni.
«La Silver House è come un sandwich storico: ogni piano appartiene a un’epoca diversa. Si inizia con il gotico nel seminterrato e si arriva al XXI secolo in soffitta. Tutto questo è concentrato in una sola corsa d’ascensore. Ogni stanza conserva muri, volte e superfici nella loro autenticità. Nella tromba dell’ascensore si può perfino intravedere parte della mostra – o le mie scarpe argentate dell’inaugurazione», ha dichiarato il progettista

Elemento visivo dominante è l’uso del colore argento, accompagnato da tonalità di grigio. Su questa base neutra, l’argento diventa un accento unificante che lega antico e contemporaneo. Nella sala acustica moderna, come nelle stufe o nelle superfici murarie storicizzate, si ritrova una finitura perlescente metallizzata. Gli interventi nuovi sono sottolineati dall’acciaio inox, mentre dettagli artigianali rivestiti in stagno richiamano la tradizione. La dendrocronologia ha confermato le origini trecentesche della casa, risalenti al periodo del boom dell’argento che rese celebre Jihlava. La scelta cromatica trova conferma anche in una scoperta unica: utensili per la coniazione di monete d’argento, anteriori al 1300, ritrovati nel cortile. Nella soffitta del Centro per il Film Documentario è stato installato persino uno schermo di proiezione argentato.
Il sistema di capriate del tetto, datato 1893, risultava strutturalmente difettoso e trasmetteva male le spinte alle murature; anche il solaio sottostante era in condizioni critiche. La riqualificazione ha introdotto una nuova struttura e una sottile finestratura orizzontale appena sopra la cornice, conservando però la sagoma originaria del tetto, rialzata di poco. In questo modo, la copertura appare visivamente staccata dalla muratura storica. La composizione si ispira alla scansione classica architrave–metope–triglifi–cornice, dove la fessura vetrata assume il ruolo del ritmo metopico, con un riferimento filologico. La lunga apertura orizzontale è accompagnata da finestre a tetto discrete, integrate nella copertura in lamiera aggraffata color argento.
L’edificio è pienamente accessibile: un ascensore, collocato al centro della pianta dopo l’analisi di otto alternative, si inserisce in un vano lasciato volutamente grezzo e pigmentato, così da mostrare in sezione le diverse fasi costruttive durante la salita.

Sul lato del giardino, un volume cubico in calcestruzzo annerito e una trama di rete in acciaio inox sostituiscono l’ala di cortile demolita. Questo innesto contemporaneo, accuratamente calibrato, accoglie i servizi fuori dal corpo storico, includendo il giardino d’inverno della sala da tè e una scala di collegamento tra antico e nuovo, illuminata da un lucernario in copertura.
La palette materica è volutamente sobria e tradizionale: intonaci minerali con velature a calce, pavimenti in pietra, legno e terrazzo cementizio, serramenti lignei sia storici che contemporanei, capriate in legno, copertura in lamiera e calcestruzzo nel nuovo volume.
A proposito di signage, il progettista racconta che: "la segnaletica e le informazioni sono dipinte a mano direttamente sui muri. Una veduta storica di Jihlava è trasposta in forma pittorica. Suggestivo anche il corridoio verso il cortile, dove sono riportati i disegni tecnici e gli schizzi concettuali del progetto".

Scheda progetto
Studio: Atelier Štěpán
Author: Marek Jan Štěpán
Studio address: Kremličkova 6a, 621 00 Brno, Czech Republic
Design team: Miroslava Staneková, Hana Arletová, Vanda Štěpánová, Jiří Neubert, Lukáš Kružík, Jan Vodička
Project location: Masarykovo náměstí 636/21, Jihlava
Project country: Czech Republic
Project year: 2019
Completion year: 2024
Built-up area: 362 m²
Usable floor area: 1030 m²
Plot size: 579 m²
Client: The City of Jihlava
Photographer: Filip Šlapal, www.filipslapal.cz
Painted graphics: Viktorie Štěpánová
Painting of the music hall: Václav Kočí
Restoration painting: Pavel Procházka
Main contractor: Pozemní stavby Jihlava