Il Sistema a Cappotto è tecnicamente la migliore soluzione per l’isolamento dell’involucro in edilizia. Ma quali sono le criticità dei sistemi mal progettati o mal eseguiti? Ne parliamo con l’Ing. Federico Tedeschi, coordinatore della Commissione Tecnica del Consorzio Cortexa, Chairman of Technical Committee dell’ European Association for ETICS
Quali sono gli errori più comuni in fase di progettazione e posa che ne inficiano i risultati?
Il Sistema di Isolamento Termico a Cappotto fornito in kit certificato dalle aziende produttrici, opportunamente progettato e posato a regola d’arte è il sistema di isolamento più efficace. Gli studi, dopo decenni di monitoraggi, dell’autorevole ente di ricerca tedesco Fraunhofer Institut für Bauphysik hanno dimostrato come la sua durabilità oltrepassi i 60 anni, ben oltre la durata dei normali rivestimenti ad intonaco.
In Italia, dove la cultura costruttiva deve imparare ancora moltissimo dalle buone pratiche che sono ormai radicate nella prassi edile di molti altri Paesi europei, ci troviamo sovente di fronte a mancanze sia sul fronte progettuale, sia in quello esecutivo e di scarsa consapevolezza nella scelta dei prodotti: il tutto porta spesso a scarsa qualità e danni molto seri.
Sul fronte della progettazione è di fondamentale importanza curare la definizione esecutiva del Sistema, ovvero porre attenzione ai dettagli realizzativi, curando i collegamenti e i raccordi del Sistema di Isolamento con i serramenti, con l’isolamento della copertura e con l’isolamento controterra.
Inoltre è fondamentale conoscere le specifiche e le peculiarità di ciascuna tipologia di pannello isolante per scegliere il più idoneo al contesto costruttivo e ai risultati attesi. Fondamentale e imprescindibile è la scelta di avvalersi di Sistemi certificati forniti in kit, i cui componenti sono stati progettati, testati e certificati per lavorare insieme.
L’adozione e il conseguente impiego di sistemi non certificati, o ancora peggio, formati da materiali assemblati in cantiere, spesso non compatibili fra loro o non idonei a questa applicazione, sono fra le principali e più frequenti cause di mancata durabilità e necessità di porre rimedi dopo pochi anni di esercizio. Sull’aspetto della posa grava in modo importante la mancanza di un percorso di qualificazione obbligatoria per gli operatori dell’edilizia, in grado di attestare la preparazione e la competenza applicativa per la posa di un Sistema tecnologicamente articolato ed evoluto come è il Sistema a Cappotto. Le aziende aderenti al Consorzio mettono a disposizione il proprio know-how formando presso le proprie sedi ogni anno centinaia di applicatori e imprese, ma il tutto si fonda su un processo di carattere esclusivamente volontario.
Spesso invece sui cantieri si verificano gravi errori di esecuzione che minano alla base l’efficacia e la qualità dell’intervento, rendendo il sistema poco durevole o completamente inadeguato: errori tipici, come ad esempio la mancanza di un’adeguata preparazione del supporto, errori in fase di incollaggio, ad esempio applicando solo dei plot di colla, mancato utilizzo di tasselli o utilizzo di tasselli non adeguati, errata rasatura con la rete di armatura incollata in aderenza al pannello invece che allettata nella malta, mancanza della cura del dettaglio delle scossaline, utilizzo di una pittura e non di un rivestimento a spessore.

Come è possibile prolungare la vita di un Sistema a Cappotto?
Per garantire la funzionalità nel tempo di un Sistema di Isolamento a Cappotto è necessario prevedere una manutenzione programmata con cadenze periodiche, come siamo abituati a fare per altre tecnologie utilizzate nelle nostre abitazioni.
In particolare è importante far controllare nel tempo lo stato del manufatto da ditte specializzate, o ancora meglio prevedere che il controllo venga effettuato dalla stessa ditta installatrice. In questo caso, suggerirei di affiancare all’appalto dell’opera un contratto di controllo e manutenzione: in questo modo si responsabilizza chi installa il Cappotto, e magari si fa un po’ di selezione escludendo le ditte “improvvisate”.
Cosa si deve controllare durante i sopralluoghi? Lo stato delle superfici (che non siano affette da infestazioni di alghe e/o microorganismi), lo stato dei collegamenti, per verificare l’assenza di infiltrazioni d’acqua, eventuali criticità dove siano già emersi problemi (come la presenza di crepe, fessurazioni, macchie, ecc.). A seguito del controllo e delle analisi effettuate, gli interventi di manutenzione prevederanno da semplici operazioni di pulizia e applicazione di specifiche pitture protettive, all’esecuzione di piccole riparazioni o, in casi più complessi, all’esecuzione di un nuovo strato di finitura armata.
Qualora si riveli necessario un restauro di entità più grande, occorre preliminarmente verificare che ci siano i presupposti di stabilità del sistema, corretta progettazione e corretto impiego di prodotti di qualità, altrimenti qualsiasi intervento successivo risulterebbe vano.

Come ci si comporta di fronte alla necessità di interventi di restauro o recupero di cappotti molto ammalorati?
Occorre ribadire che il Sistema a Cappotto è basato su principi di funzionamento (distribuzione delle tensioni termiche, idrorepellenza, tenuta dei giunti, ….) che ne garantiscono la durata senza difetti per molti decenni.
Se vengono a mancare i requisiti (per esempio se il Cappotto è incollato in modo scorretto, errore padre di tutti gli errori che si possono fare in un Cappotto ….), la durabilità ne viene drasticamente influenzata, venendo a mancare i suoi presupposti fondamentali.
In questi casi non si possono eseguire interventi di recupero duraturi.
Se i requisiti ci sono tutti, e dunque c’è la qualità, il Cappotto richiede una manutenzione minima, molto inferiore ai “tradizionali” sistemi di facciata, al limite una ripitturazione protettiva con cadenza variabile da 10 a 20 anni (dipende dall’aggressività dell’ambiente di esercizio).
Se c’è la qualità, un Cappotto si può addirittura raddoppiare, cioè in fase di manutenzione è possibile addirittura applicare un altro strato isolante su quello esistente, con evidenti vantaggi tecnici (maggiori prestazioni termiche) ed economici (riduzione dei tempi di ritorno dell’intervento).