©Atelier XYZ, courtesy DAP Studio

Ragionando su quanto scrisse Gio Ponti, ossia che ‘la casa è un beneficio che la società procura a se stessa’, DAP studio, in collaborazione con Progetec, ha realizzato un complesso residenziale (63 appartamenti su 7.000 metri quadri) dalla spiccata permeabilità con la vita e le attività del quartiere: l’abbattimento di qualsiasi recinzione, il ridisegno dei 4.000 metri quadri di aree esterne - giardini, percorsi pedonali, aree verdi attrezzate -, la trasparenza delle vetrate a tutt’altezza per le attività commerciali e di servizio e i porticati al piano terra, hanno reso il complesso residenziale un motore di socialità per un’area della città, Bragarina, situata a ridosso del porto commerciale, della linea ferroviaria e caratterizzata da un insieme di interventi edilizi molto eterogenei.

©Atelier XYZ, courtesy DAP Studio

L’attacco a terra si fonde con gli spazi pubblici, creando un senso di continuità tra i camminamenti, le aree esterne attrezzate, gli esercizi commerciali e le residenze, nei cui porticati esterni - così come negli androni interni - rivestiti a soffitto da lastre metalliche specchianti si riflette l’esterno, alimentando il senso di immersione e connessione con gli spazi pubblici. L’idea di condivisione caratterizza tutto il progetto Social Housing Bragarina, ivi compresi i volumi circolari in lamiera stirata che, lungo i porticati delle residenze, fungono da depositi per biciclette aperti al quartiere.
Se il passaggio tra il mondo pubblico e la sfera privata è graduale, altrettanto si può dire per il percorso inverso. Le cromie interne, che ritmano spazi, percorsi, pianerottoli e vuoti, richiamano le facciate esterne, mentre gli androni d’ingresso sono stati concepiti come aree di ritrovo e sosta.

©Atelier XYZ, courtesy DAP Studio

Non mancano spazi condivisi per i residenti, dai locali per i ritrovi e la socialità, fino alla copertura, dove i volumi ospitano terrazze comuni a differenti livelli, supportate da locali di servizio che costituiscono un naturale ampliamento dello spazio abitativo. Logge, balconi, terrazze comuni e corte pubblica realizzano un sistema di spazi aperti con diversi gradi di condivisione che arricchisce la vita della nuova comunità.
Il più piccolo dei corpi edilizi segue l’andamento della strada. L’altro, di dimensioni maggiori, si configura come un impianto a corte aperto formato da tre volumi indipendenti raccordati da ponti e passerelle. Questo sistema di volumi distinti, raccordato da un disegno di aree verdi e pedonali privo di recinzioni, genera un fronte aperto verso la città, laddove prima non c’era. I nuovi edifici residenziali, pur nella loro differenziazione tipologica, ritrovano unitarietà nel linguaggio architettonico, che evidenzia nei prospetti gli elementi strutturali e di tamponamento.

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Ne nasce un fronte caratterizzato da cromie variabili, che al grigio chiaro dei muri contrappongono giallo acido, grigio scuro, rosso. L’articolazione dei prospetti è accentuata dagli appartamenti (che vanno dai 65 ai 135 mq) sfalsati ai piani, così da dotarli di logge.
Il Social Housing Bragarina realizzato da DAP studio e Progetec è stato studiato per un ventaglio di utenza molto diversificato e fluido, per chi si trova in una situazione reddituale intermedia per cui non vi è né accesso a una casa popolare, né al libero mercato.
In quest’ottica sono state attivate diverse modalità di accesso: vendita convenzionata, locazione convenzionata con previsione di riscatto e, in subordine, locazione convenzionata.

©Atelier XYZ, courtesy DAP Studio

La varietà di utenza e di contesto e la contemporanea esigenza di unificazione e integrazione, sono stati i due elementi sui quali ha lavorato architettonicamente DAP studio. In linea con la definizione di Social Housing data dal CECODHAS (Comitato europeo per la promozione del diritto alla casa), il progetto della firma milanese, di là dall’andare incontro ai nuovi bisogni abitativi, si caratterizza per un insieme “che favorisca la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, al fine di rafforzare la propria condizione abitativa e sociale”.
A La Spezia, le nuove residenze hanno aperto a una rinnovata stagione di integrazione nel quartiere e tra i quartieri, proponendo un modello moderno di fare città.