Soutinho, Molteni, Liverani, Dubini
Nuovo Municipio di Seregno
Antonio Esposito
L'ampliamento del Municipio di Seregno è forse il primo progetto di Alcino Soutinho fuori dai con fini del Portogallo. La sua attività si è infatti quasi completamente svolta occupandosi di progetti e realizzazioni ubicati nel nord del Portogallo e raramente gli si sono offerte occasioni di confronto con la realtà del centro e del sud del paese.
à questa una caratteristica che accomuna molti architetti di Porto: aver sviluppato il proprio lavoro all'interno di un serrato e intenso dibattito interno, legato ai temi della propria città e del territorio circostante, ma con l'orecchio e l'occhio attenti a quel che succedeva al di fuori.
Soutinho è poco conosciuto fuori dai confini nazionali ma generalmente molto apprezzato da chi ne conosce l'opera. Una monografia edita lo scorso anno da Officina e curata da Giancarlo Mainini, comincia a saldare un debito dell'editoria di architettura nei confronti del suo lavoro.
Non è per caso che il suo primo progetto estero riguardi una località italiana. Con l'Italia e con gli italiani Soutinho ha stabilito una frequentazione costante e intensa sin dall'inizio della sua attività , cominciando con un lungo viaggio di studio nel 1960 e proseguendo poi con i contatti universitari e con una lunga schiera di apprendisti e collaboratori che hanno frequentato il suo studio negli ultimi vent'anni, come gli stessi Dubini, Liverani e Molteni.
Una costante del suo lavoro riguarda l'indagine del rapporto che si stabilisce tra l'edificio e il suolo, rapporto che si rinnova sempre nelle forme e nelle proporzioni ma che non abbandona mai il principio dell'appartenenza statica dei volumi costruiti alla conformazione del piano di posa, non si lascia mai andare ad equilibrismi sorprendenti. Si tratta di una consuetudine a lui familiare e nella quale riesce sempre a trovare uno di maggiori punti di forza dei suoi progetti.
Anche in questo caso, i volumi del nuovo Municipio si articolano in rapporto col suolo producendo effetti di indubbio interesse.
Il grande parallelepipedo degli uffici sembra chiaramente discendere, per tipologia e forma, dalla tradizione medievale dei broletti lombardi. Volumi sollevati dal suolo collocati al centro della grande piazza centrale, luogo del potere civico del Comune, i broletti articolavano lo spazio aperto in due piazze minori, solitamente definite in usi e aspetti distinti, e offrivano uno spazio coperto, una grande loggia per le assemblee del popolo, che non interrompeva la continuità del piano stradale.