©Atelier XYX

Un'opera di riqualificazione diventata il soggetto di un cortometraggio, entrato poi tra i 20 finalisti del recentissimo Venice Architecture Short Film Festival. Si tratta del progetto commissionato dal comune di Garbagnate Milanese e sviluppato da DAP Studio: un’area di 2.500 metri quadri di cui gli architetti hanno esplorato ogni possibile tipo di vocazione, facendone emergere la forte volontà di rinascita.
Il progetto, vincitore del Big SEE Architecture Award 2020, partendo dalle preesistenze arboree sopravvissute al cemento e dalla eliminazione di ogni elemento di delimitazione, è stato sviluppato sul concetto di fusione tra l’immagine di giardino e l’idea di piazza, dotando l’area di una griglia geometrica ad assetto variabile. Un disegno riconoscibile valorizza l’andamento irregolare degli alberi - sotto la cui ombra si concentrano le aree sosta - e l’ordinata geometria della pavimentazione, valorizzando il legame tra naturale e costruito.

Ne è nata un’armonia d’insieme tra un vivace ed elegante rigore architettonico e una natura in cerca di cura e disciplina. Un dialogo che si è ampliato ed esteso a tutto il quartiere, coinvolto nella volontà di ridare vita e riconoscibilità a un nuonluogo per farne centro di relazioni. Oggi, la ex enclave abbandonata è luogo di incontro, gioco e dialogo e si apre alla sera a una dimensione particolarmente poetica, dando vita a un paesaggio intimo suggerito dalla luce morbida dei lampioni.
La piazza giardino è dotata di arredo e aree giochi (il tutto realizzato su disegno), torrette specchianti e fiori sonori. Si tratta di elementi d’arredo dal design essenziale disposti parallelamente (lampioni, fontanella) o perpendicolarmente (tavoli, panche) alle fasce, enfatizzando il dialogo tra natura e geometria.
La pavimentazione, a fasce di larghezza irregolare, è composta da blocchetti in calcestruzzo grigio, scanditi da cordoli e panchine in cemento bianco, così come i totem illuminanti.
Le aree gioco in gomma antiscivolo rossa sono perfettamente accessibili, così come il sistema di giochi liberi, specchi e trombe sonore in acciaio, che fungono da giocoso stimolo sensoriale.

La flessibilità del progetto non risiede solo nell’idea di spazio multiuso e nel felice métissage tra idea di piazza e immagine di giardino. Sta anche nella modularità di alcuni elementi: accanto a quelli fissi (cordoli, arredo e illuminazione) si affianca la intercambiabilità tra pavimentazioni, aree gioco e aree a verde.
Una soluzione utile - commentano i DAP studio - perché adattabile alle esigenze future dei cittadini. Abbiamo mediato inoltre sul contrasto tra permanenza - come punto fermo di riferimento dell’abitato, finalmente aperto e accessibile - e variabilità, necessaria per una comunità che cambia e si fa portavoce di nuovi bisogni”.
Con sguardo attento, DAP studio ha creato le condizioni per far maturare un’idea di comunità realizzando uno spazio comune che tenesse insieme le complessità territoriali e sociali in una zona periferica milanese disordinata e priva di progettualità, realizzando un progetto funzionale, elegante e rigoroso.
Nel quale tornare a vivere insieme, soprattutto nel post-pandemia.