Progettista: Ignazio Gardella con Jacopo Gardella
Committente: Ferrovie dello Stato
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria
Il progetto della nuova stazione di Lambrate a Milano nasce dalla volontà delle Ferrovie dello Stato di creare, all'esterno della fascia dei binari che attraversano i quartieri est della città , un nuovo edificio autonomo posto dirimpetto all'omonima stazione passante ottocentesca. L'incarico è affidato a Ignazio Gardella nel 1983, ma una serie di problemi di differente natura hanno interrotto e rallentato i lavori che, iniziati nel 1987, si sono protratti per più di dodici anni. L'edificio si inserisce in un lotto dalla forma stretta e allungata, caratterizzato da un muraglione di contenimento del terrapieno su cui corrono i binari, di un'altezza di sei metri. La presenza di questo forte dislivello, la particolare forma del terreno e la necessità di allacciarsi al sottopassaggio esistente e di crearne due supplementari hanno suggerito la scelta di un edificio dal volume unitario e compatto, da opporre alla caotica forma della piazza antistante. La composizione del fabbricato riesce nell'intento di dare unità a un luogo disordinato e incerto, un'area urbana frammentata posta alla confluenza di via Predil e di piazza Monte Titano, e cancella nello stesso tempo l'antica frattura creata dalla ferrovia tra i quartieri più densi, costruiti intra moenia, e la prima periferia urbana.
La pianta dell'edificio è caratterizzata dalla presenza di un unico spazio dal volume molto accentuato - l'atrio degli arrivi e delle partenze - concepito come il luogo centrale della composizione e il nucleo di tutta la distribuzione. Collocato ad una quota intermedia tra il piano della città e quello dei binari, questo luogo è il punto di confluenza dei percorsi pedonali che dalla piazza portano al livello dei treni, ai servizi per il pubblico e alla zona degli uffici. Tale atrio occupa il lato del fabbricato antistante la ferrovia e forma una sala a doppia altezza dalla forma rettangolare molto allungata che sembra alludere a una galleria dei passeggeri. Si affaccia sia sulla piazza, attraverso grandi finestre, sia sui binari tramite un'ampia vetrata disegnata nella parte superiore della facciata interna. Il suo volume è delimitato, lungo tre lati, da un ballatoio di collegamento della zona degli uffici, posto alla stessa quota del piano del ferro e dotato di grandi aperture sullo spazio pubblico sottostante. A fianco dell'entrata principale, l'atrio-galleria si dilata e forma, sotto il ballatoio, due sale d'aspetto e di ritrovo con vista sulla piazza. Dei cinque piani di cui è costituito l'edificio, escluso quello interrato, i primi due sono destinati prevalentemente ai servizi per i viaggiatori e agli ambiti pubblici, con, al piano terra, gli accessi agli uffici, alla stazione e al sottopassaggio, un deposito merci e un vano tecnico, e, al piano superiore, le biglietterie, le sale d'aspetto e le zone di ristoro, collegate a una serie di servizi. I tre piani superiori sono riservati agli uffici del personale ferroviario, alla mensa, agli spogliatoi e, nel sottotetto, a una grande sala riunioni e ad alcune sale di ritrovo.
La composizione dei due fronti laterali e del prospetto sulla piazza rinvia alla distribuzione interna: la zona pubblica forma il basamento dell'edificio, mentre la parte amministrativa è contenuta nella cornice terminale e nell'ampia copertura a volta a botte. Nel basamento, rivestito in mattoni faccia a vista disposti a fascia, una fila di grandi finestre binate indica la presenza dell'atrio-galleria e degli spazi pubblici a esso collegati. Due fasce verticali in mattoni, corrispondenti ai due corpi scala di servizio interrompono la forte linearità dell'insieme e delimitano l'ambito dell'entrata principale, sottolineato a sua volta da una pensilina in aggetto sulla piazza. Le due entrate secondarie, poste a fianco dei corpi scala, conducono alla zona uffici e al sottopassaggio diretto verso la vecchia stazione. Sul lato dei binari, il prospetto è sezionato dalla lunga pensilina in aggetto che funge da copertura del primo marciapiede. Le testate in corrispondenza degli ultimi tre piani e la cornice, in pannelli di vetro poliestere, contrastano con il basamento e con la volta di copertura, la cui struttura ad archi a tre cerniere in legno lamellare è rivestita in lastre di rame.
Stazione di transito destinata ad accogliere un numero limitato di passeggeri, Milano Lambrate rimanda all'immagine delle piccole stazioni di provincia per la semplicità nel disegno d'insieme e nel trattamento di alcuni particolari, come gli accessi o la stessa copertura. In essa è però anche possibile ritrovare un riferimento al modello delle grandi stazioni principali, soprattutto per la presenza del grande atrio-galleria che funge da centro dello spazio pubblico. Con il proprio volume compatto e lineare, dalla forma finita, il fabbricato crea un nuovo fondale prospettico che funge da elemento ordinatore in un'area urbana periferica incerta e frantumata.
Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010