Strutture cementizie

Testo di Enrico Sicignano

Le strutture a travi incrociate risultano essere di grande efficacia
in ordine alla resistenza e, al contempo, presentano interessanti soluzioni
architettoniche. Come è noto, per accrescere la rigidità delle
travi è conveniente disporle incrociate e ciò aumenta la solidarietà
della struttura. Su tre travi, semplicemente appoggiate e indipendenti, l'effetto
del carico su una di esse lascia indifferenti le restanti; tuttavia se si dispone
solidalmente una quarta trave sull'asse trasversale delle tre,
alle sollecitazioni di carico gravante su una delle esterne, la quarta trave
non solo trasmette una parte dello sforzo alle altre due travi ma concorre a
flettere in senso contrario l'altra esterna invertendo il segno delle reazioni
sugli appoggi.

Se le travi che si intersecano sono molteplici, l'esame della struttura impone
di considerare non soltanto gli sforzi di flessione ma anche
quelli di torsione. Difatti la resistenza alla torsione di
un ordine di travi, in concomitanza con un secondo generante sforzi di flessione,
disposto trasversalmente e solidale con il primo ( solai a nervatura incrociata
) consente al sistema strutturale di comportarsi in maniera più resistente
all'azione dei carichi considerando anche l'apporto della soletta collegata
alle travi. Quando le travi intersecantisi sono molte, la struttura prende il
nome di 'griglia' e nell'ambito delle grandi coperture è
impiegata nelle forme dei soffitti alveolari e lamellari. Il comportamento statico
delle strutture a griglia si richiama a quello delle travi incrociate; aumentando
il numero delle travi partecipanti, il sistema strutturale tende a comportarsi
in modo unitario, solidalmente come una lastra di pietra. E' evidente che per
ottenere i massimi vantaggi della collaborazione dei due ordini di travi si
preferisca intrecciarle.

'In questo caso il sistema a griglia è capace di costituire appoggio
sia dal basso che dall'alto: una trave che si sposta verso l'alto viene spinta
verso il basso dalla trave ad essa sovrapposta, mentre quella che si porta verso
il basso viene spinta verso l'alto da quella ad essa sottostante. In pratica
si ottiene lo stesso risultato fissando tra loro, per saldatura o chiodatura,
le travi dei due ordini'
[1].

Per effetto della continuità, il collegamento rigido della struttura
a griglia provoca una mutua rotazione di due travi incrociantisi,
in modo che la rotazione flessionale di una di esse innesca la rotazione torsionale
dell'altra rendendo più saldo il sistema anche sotto l'effetto di carichi
concentrati. In questo modo, proprio perché tutta la struttura partecipa
alla funzione portante, la ripartizione dei carichi sugli appoggi risulta meglio
distribuita.

Opere esemplari, dove trova piena applicazione la struttura cementizia a griglia,
si rinvengono nella National Gallery of Art (1978) a Washington, USA, dell'arch.
J.M. Pei e nel sotterraneo Salone per le Esposizioni di Torino (1960-61), dell'ing.
P. L. Nervi.

[1] M. Salvadori, Le strutture in architettura, Milano, 1964, p. 244.

Salone sotteraneo dell'automobile, Torino, 1958-59, R. Morandi

Salone sotteraneo dell'automobile, Torino, 1958-59, R. Morandi

National Gallery of Art, Washington D. C., dettadlio della copertura, 1978, J. M. Pei

National Gallery of Art, Washington D. C., dettadlio della copertura, 1978, J. M. Pei

National Gallery of Art, Washington D. C., 1978, J. M. Pei

National Gallery of Art, Washington D. C., 1978, J. M. Pei

PalaEUR, arch. Nervi

PalaEUR, arch. Nervi