Nakaaoki (© Daisuke Shima)

L’enciclopedia Treccani definisce il colore “sensazione fisiologica che si prova sotto l’effetto di luci di diversa composizione spettrale”; una sensazione, una semplice percezione data da una frequenza luminosa.
L’uomo ha elaborato questa “sensazione fisiologica” nei differenti contesti socio-culturali, attribuendo ai colori precisi significati e utilizzandoli come codice di comunicazione.
Anche in architettura sono state concepite, nel corso della storia moderna, molte teorie sull’applicazione del colore che, ciclicamente, assegnano grandi potenzialità alla cromia oppure la rifiutano completamente: il colore “puro” di Ruskin, accettabile solo come caratteristica dei materiali da costruzione; l’eredità dell’astrattismo e del cubismo nel Bauhaus, l’influenza della pittura di Mondrian nel De Stijl, il purismo del razionalismo di Le Corbusier con il beton brut, fino ad arrivare, a fasi alterne, ai giorni nostri.
Quale sia però il vero ruolo del colore nell’architettura è un aspetto di cui ancor oggi si discute. Pur non essendoci una verità assoluta sull’applicazione del colore, indubbiamente viene riconosciuto ad esso un valore simbolico-sociale e la capacità di influenzare la psiche dell’uomo.

Ekoda (© Daisuke Shima)

Nella cultura occidentale la banca è un’istituzione solida, competente, integerrima; questi aspetti vengono tipicamente sottolineati nelle architetture: moderne perchè efficienti, solide perchè affidabili. Si può riconoscere una relazione diretta tra la scelta dei materiali e dei colori e la tipologia dell’edificio in alcuni esempi illustri: la Banca d’Inghilterra a Londra di John Soane, la Banca d’Italia a Milano di Luigi Broggi e Cesare Nava, Banca del Gottardo di Mario Botta, la DZ Bank a Berlino di Ghery.
La Sugamo Shinkin Bank è una cooperativa di credito che si sforza di fornire ospitalità di prim'ordine ai propri clienti in accordo con il suo motto: "prendiamo piacere nel servire i clienti felici".
Le filiali Sugamo Shinking Bank di Tokiwadai (6/2010), Shiumura (3/2011), Ekoda (12/2012) e Nakaaoki (6/2014) hanno come tema di progetto l’essere capaci di suscitare una sensazione precisa nel fruitore degli spazi: un sereno benessere, in accordo con la mission della cooperativa.
Un’architettura che si prefigge di generare una sensazione astratta dalla funzione, è un tema di progetto molto interessante, soprattutto considerando che la funzione, in questo caso, è legata associazioni mentali quasi antitetiche alla felicità. Lo strumento con il quale la progettista sceglie di esprimere questo tema è il colore, usato in diversi modi con lo scopo di legare lo spazio progettato a quei concetti che inconsciamente associamo alle sensazioni positive.
Guardando le diverse filiali Sugamo, vediamo alcuni elementi ricorrenti: il bianco e una moltitudine di colori sempre accostati, la luce naturale, il verde e la rappresentazione astratta della natura. Il bianco, colore dominante sia nella parte esterna che in quella interna degli edifici, è lo sfondo, la base, sui cui si combinano altri elementi.
In tutte le sedi la facciata principale dell’edificio ha il compito di mediare tra la città e lo spazio interno. La macro scala degli elementi colorati dialoga con contesto, imponendosi nel caos cittadino; vengono proposti quattro diversi temi legati alla cromia e alla natura.

Nella filiale di Nakaaoki - Melodia arcobaleno - la facciata è composta da cubi con quattro diverse profondità. I colori vengono applicati sul fronte o su un lato di questi cubi, in modo che i colori appaiano, scompaiano o si sovrappongano secondo il punto di osservazione. Dodici piccoli giardini sono costruiti in elevazione, dentro dodici cubi: il verde può essere visto anche dall’interno al primo piano e al secondo, nelle aree risevate al personale.
Superata la soglia delle facciate, la superficie colorata si riduce, mescolandosi con gli altri elementi di progetto: la luce naturale e il verde. Tutti i progetti sono accomunati da uno “spazio sospeso”, senza precisa funzione, il cui scopo è quello di lasciar percepire all’utenza gli elementi dell’architettura e la loro capacità di generare sensazioni. In questa aera sono sempre presenti alcune sedute, coloratissime, mediazione tra la facciata e le zone operative; solo queste macchie di colore rimandano alla chiassosità della città, ma lasciano “spazio” a altre sensazioni.

Nella filiale di Ekoda - Doccia arcobaleno - entrando nell'edificio, i visitatori si trovano a passeggiare in un cortile internamente vetrato, inondato dalla piena luce naturale. I bambù, che crescono nel cortile, si elevano verso il cielo armonizzandosi con i pali colorati. L'edificio è arretrato di circa 2 metri dalla linea di proprietà e lo spazio esterno è pieno di variopinti pali di legno, alti 9 m, che sembrano piovere dal cielo. Questa Doccia arcobaleno restituisce colore e giocosità alla città.

Nella filiale di Tokiwadai - Foglie - un sistema di sette cortili vetrati, con alberi e piante da fiore sui tre diversi livelli, porta la luce naturale all’interno dell’edificio, collegando gli spazi. Una costellazione di foglie in ventiquattro colori diversi che “crescono” sui bianchi rami stilizzati di pareti e vetrate e si sovrappongono con il fogliame naturale della vegetazione vera, creando la sensazione di essere in una foresta magica. Oltrepassata questa “seconda soglia”, si accede alle funzioni di sportello, bancomat e consulenza; in questi spazi il colore dominante è il bianco delle pareti e dei soffitti, sui quali sono disegnati, nell’allegra gamma dei colori già assimilati, alcuni elementi stilizzati della natura (foglie, alberi, soffioni di tarassaco); il colore rimane in piccole quantità, squillante sul campo bianco; la luce naturale penetra attraverso lucernari e pozzi di luce; molti elementi vetrati creano relazioni visive tra i diversi spazi, lasciando la vista libera di spaziare. Un tenue accenno al colore e il richiamo alla natura mantiene la sensazione di serenità attraverso un’astrazione mentale che fonde tutti gli elementi di progetto (colore, luce, natura) tra loro, come componenti ideali del benessere.

Nella filiale di Shimura - Millefoglie - tre ampi lucernari ellittici illuminano l'interno dell’edificio con una luce morbida; lo sguardo del visitatore spazia verso l’alto per scorgere un ritaglio del cielo; il soffitto è decorato con soffioni di tarassaco, in una moltitudine di colori, che sembrano galleggiare alla deriva, trasportati dalla corrente d’aria che ventila naturalmente gli ambienti attraverso i lucernari.
L’aspetto davvero interessante di queste architetture è la capacità di analizzare e astrarre quegli elementi che suscitano precise sensazioni nell’uomo e coniugarle per perseguire il fine di progetto. La poetica e la ricerca di Emmanuelle Moureaux indaga temi noti dell’architettura, quali il colore, la luce e la natura, assegnando loro valenze, sempre riconoscibili e certamente soggettive, che hanno la forza di proporre un punto di vista diverso, in questo caso sulla tipologia della banca.