Collocato nel cuore di Surry Hills, un sobborgo di Sydney caratterizzato da una comunità diversificata per cultura, età e provenienza geografica, questo piccolo edificio polifunzionale occupa un lotto di soli 25x28 metri circondato da tre assi viari e addossato, a nord, a un quartiere residenziale in stile vittoriano. Quattro gli elementi formali che, integrati tra loro, caratterizzano il progetto fin dagli studi preliminari: un parco urbano, realizzato a sud in sostituzione di uno slargo incluso nell’area di progetto; un atrio vetrato, con funzione di controllo del microclima interno, che rende la costruzione aperta verso l’esterno; un volume dalla forma a U sospeso dal suolo e rivestito di legno, che abbraccia l’atrio per ospitare le varie funzioni; un foyer d’ingresso, realizzato a nord come una galleria pedonale passante che raccorda la scala della costruzione a quella più modesta del quartiere residenziale in cui è inserita. Dalla galleria pedonale a doppia altezza avviene l’ingresso principale alla biblioteca e al centro sociale ubicato al primo piano.

La biblioteca a scaffale aperto ha una dotazione di circa 30.000 volumi e occupa per intero il piano terra e quello interrato, che sono collegati da una scenografica scala circolare realizzata in corrispondenza dell’atrio vetrato. La biblioteca comprende un’ampia sezione di storia locale, sale di lettura, postazioni con computer accessibili al pubblico e una piccola caffetteria. Il primo piano è occupato per intero dal centro sociale e ricreativo. Esso ha una capienza di 125 persone ed è caratterizzato, verso Crown Street, da un’ampia veranda. All’ultimo livello si trova il centro per l’infanzia, che comprende un asilo per 26 bambini e uno spazio per il gioco all’aperto schermabile con una copertura mobile. Tema architettonico dominante è la trasparenza che traduce l’intento di realizzare un luogo d’incontro invitante e accessibile a tutti, dove le differenti attività che hanno luogo nel centro sono visibili per incoraggiarne la partecipazione. L’atrio vetrato a sud, che si estende senza soluzione di continuità dall’interrato all’ultimo livello, è formato da una sequenza di prismi vetrati rastremati verso l’alto.

Dal punto di vista energetico, si tratta di un “atrio ambientale”, come lo definiscono Francis-Jones Morehen Thorp (fjmtstudio), che consente, attraverso un sofisticato trattamento dell’aria indoor, di ridurre in modo consistente il fabbisogno di energia primaria dell’edificio (pari a 149 kWh/mqa, circa il 30% in meno rispetto a un edificio realizzato secondo gli standard energetici del Building Code of Australia Section J - Energy Efficiency). L’aria, prelevata dall’esterno attraverso un sistema di aspirazione forzata, è convogliata nel giardino d’inverno, dove viene purificata da piante a elevata capacità depurativa. In fase di immissione nel “bio-filtro”, l’aria viene preriscaldata o raffrescata, a seconda della stagione, grazie a un sistema di serpentine ad acqua collocato in prossimità delle prese e alimentato da un impianto geotermico. L’aria depurata è convogliata poi al piano interrato in un “labirinto termico” che provvede, in modo passivo, a raffrescarla in estate e a riscaldarla in inverno, prima che venga immessa nuovamente nell’atrio ambientale. Da qui, una volta incrementato il livello di ossigenazione, l’aria è immessa nella rete dei fan coil o direttamente negli ambienti per la ventilazione naturale.

Grazie alle bocchette motorizzate distribuite lungo le pareti dell’atrio vetrato, in corrispondenza dei vari piani, è possibile infatti dosare l’apporto di aria non condizionata fino a ottenere, quando il sistema di monitoraggio ambientale segnala che ci sono le necessarie condizioni, un regime di ventilazione completamente naturale. L’impianto solare in copertura (32 pannelli solari 1.600x600 mm, 175 Wp) consente di coprire il fabbisogno di energia elettrica per 6 ore al giorno con una produzione annua di 9,125 MWh/a e un risparmio in termini di emissioni di gas climalteranti di 11 t/a. Tra gli elementi che incrementano la sostenibilità del progetto vi è il sistema di riciclo delle acque meteoriche che consente una riduzione del 65% nel consumo di acqua potabile. L’acqua piovana, racconta dalla copertura verde, è convogliata in un serbatoio di 62.000 l di capacità realizzato sotto il parco urbano che fronteggia l’edificio e, dopo un trattamento di sterilizzazione, è utilizzata per gli scarichi del wc e per l’irrigazione del parco.

L’ATRIO AMBIENTALE
I prismi triangolari rastremati verso l’alto realizzati in corrispondenza della facciata sud sono la principale invenzione del progetto dal punto di vista architettonico ed energetico. Si tratta di un doppio involucro, realizzato in lastre di vetro chiaro laminato, silicone strutturale e lastre esterne serigrafate a strisce orizzontali sostenute da morsettature di acciaio inox a quattro punti di fissaggio, che contiene un giardino d’inverno sperimentale con funzione di “bio-filtro”. L’aria, immessa forzatamente nell’atrio ambientale in sommità del doppio involucro, viene preriscaldata attraverso un sistema di serpentine ad acqua realizzato in corrispondenza delle prese e alimentato da un impianto geotermico (5 sonde Ø 20 cm, 100 m di profondità, ciascuna capace di trasferire 6-8 kW di calore da/ al terreno). Le essenze vegetali contenute nel giardino d’inverno purificano l’aria in ingresso prima che questa venga immessa al piano interrato in un “labirinto termico”. Realizzato in gabbioni cavi ad alta massa d’inerzia, esso provvede in modo passivo a temperare l’aria prima che questa venga immessa nuovamente nel giardino d’inverno per incrementarne il livello di ossigenazione ambientale (+5% secondo i dati del monitoraggio realizzato nel novembre 2009) e da qui nei condotti della rete dei fan coil o direttamente negli ambienti per la ventilazione naturale.

RADIAZIONE SOLARE CONTROLLATA
Il corpo a U di legno che abbraccia l’atrio vetrato è sospeso dal suolo per creare trasparenza e accessibilità dalla quota stradale. Le porzioni opache del fronte est sono realizzate attraverso un sistema di lamelle frangisole verticali che filtrano e controllano l’ingresso della luce e la vista. Le lamelle, orientabili elettricamente, hanno struttura metallica e rivestimento in pannelli compositi impiallacciati di legno naturale di provenienza certificata. Sensori fotoelettrici monitorano le condizioni ambientali dell’edificio. Un sistema di automazione controlla l’orientamento del sistema frangisole per ridurre il carico termico, massimizzare lo sfruttamento della luce naturale (fattore di luce diurna maggiore del 2,5% per il 60% dello spazio), evitare fenomeni di abbagliamento, regolare l’accensione e spegnimento delle luci artificiali al fine di ridurre i consumi di energia elettrica. Il foyer di ingresso è uno spazio a doppia altezza accogliente e trasparente, che media la scala della costruzione con quella degli edifici adiacenti. La copertura è realizzata per mezzo di 6 elementi sagomati ad ala con struttura in profili a C e tubolari di acciaio, rivestimento esterno di lamiera metallica e controsoffitto in lastre di fibrocemento su sottostruttura pendinata precurvata. Le “nuvole sospese” cambiano direzione nella seconda metà dell’atrio e ospitano, negli spazi di interstizio, aperture in lamelle di vetro per l’illuminazione zenitale e la ventilazione naturale.

Scheda progetto
Progettista: Francis-Jones Morehen Thorp - fjmt, Sydney
Client and project management: City Projects Division, City of Sydney Council
Periodo di costruzione: May 2007 - June 2009
Superficie costruita: 2120 mq
Costo: 10 millions euro
Photos: John Gollings, Andrew Chung

Arketipo 52, Energia, 2011