La trasparenza dell’involucro dell’edificio Swiss Re Next consente ampie viste sul lungolago di Zurigo (oltre che sul quartiere circostante) e, contemporaneamente, permette alla luce e al paesaggio di entrare negli uffici e attraversarli. Ma la sua particolarità non sta tanto nell’adozione del vetro, che già di per sé lo differenzia totalmente dai fabbricati in pietra del Mythenquai di Zurigo, quanto nella forma in cui tale materiale viene proposto. Una serie di grandi onde verticali avvolgono completamente il volume e, a seconda dell’ora del giorno e del tipo di luce, cambiano in luminosità e riflessione: l’edificio appare a volte più “solido” e “opaco” a volte più “dematerializzato” e trasparente. I progettisti rimandano la nascita del processo progettuale all’osservazione della superficie dell’acqua del Lago di Zurigo il cui aspetto continua a cambiare con la posizione del sole o con la situazione meteo, mutando il colore in tonalità molto diverse: blu argentato, grigio scuro, verde scuro, addirittura nero. La Swiss Re, compagnia svizzera di assicurazione (Schweizerischen Rückversicherungs-Gesellschaft AG), ha qui sede in sei immobili, tre dei quali sono palazzi storici accanto alla nuova costruzione che è a sua volta sorta nel sito precedentemente occupato da un altro stabile conosciuto come Neubau, progettato dall’architetto Werner Stücheli e realizzato negli anni Sessanta (1965-1969). A metà degli anni 2000, quando è stata chiara la necessità di ampliare il quartiere generale del gruppo, la società ha visto l’opportunità di dare una svolta all’immagine del proprio campus con una scelta architettonica innovativa, in una direzione totalmente diversa dalle preesistenze. Il Neubau aveva una serie di difetti strutturali e una quantità considerevole di area ancora a disposizione per una possibile espansione: come programma base venne quindi richiesto un edificio per ospitare 1.100 impiegati che fosse interconnesso agli altri fabbricati e venisse costruito rispettando gli standard Minergie-P-Eco oltre alla certificazione LEED-Platinum.

Il progetto Swiss Re Next ha una pianta rettangolare di 72 per 58 m ed è composto da 3 piani interrati (destinati a parcheggi, locali tecnici e spazi accessori, oltre a un auditorium) e 6 piani fuori terra. Essendo al centro del campus, Swiss Re Next si pone come porta di accesso a tutte le aree funzionali della compagnia: presenta un porticato a piano terra che crea un percorso coperto verso l’ingresso principale, aperto proprio sul Mythenquai (un ingresso riservato agli impiegati è sul lato opposto della pianta), mentre la connessione agli altri blocchi avviene in corrispondenza del primo piano interrato. La zona reception al piano terra è connessa direttamente all’auditorium di 240 posti, che ha un suo foyer e occupa due livelli interrati, e a due atri che attraversano tutta l’altezza, dal primo piano interrato alla sommità, e hanno una copertura vetrata. I cinque piani superiori si sviluppano attorno a queste due corti interne dalle quali ricevono luce anche le parti più interne della pianta. Gli atri hanno una struttura in muratura, così come i quattro nuclei dei collegamenti verticali che contengono i vani scala, gli ascensori e vari locali tecnici. Il resto del volume è invece sostenuto da pilastri di acciaio con solette in calcestruzzo armato su luci di oltre i 13 m: ne consegue una grande libertà di layout e un’ampia flessibilità sia nella fase iniziale che in futuro, quando le esigenze del committente potrebbero cambiare in termini di personale o di destinazione d’uso degli ambienti.
I piani degli uffici sono basati su un’idea di open- plan che si sposa con il concetto di “scrivania condivisa” nel senso che le postazioni non sono pensate per essere personalizzate e attribuite a un solo impiegato: il personale è dotato di laptops e può, di giorno in giorno, cambiare postazione. Ciascun piano dispone di aree relax, un angolo bar e sale conferenze di varie dimensioni. Al piano più alto, che ospita molti spazi destinati ad accogliere i clienti e i servizi per i visitatori, vi è una terrazza affacciata verso il lago.

La facciata è formata dall’involucro esterno di vetro ondulato e da una vetrata più interna, con specchiature a tutta altezza, che svolge la funzione di chiusura verticale isolata. Tra le due cortine vetrate vengono a crearsi, sul lato verso il lago, delle logge: i solai sono realizzati con elementi prefabbricati di calcestruzzo armato sostenuti da travi di acciaio e agiscono come frangisole fissi a protezione della vetrata isolante. Per la protezione solare è previsto anche un sistema di oscuramento a lamelle mobili in prossimità della vetrata interna, protetto quindi dalle raffiche di vento. Lo spazio tra i due sistemi trasparenti facilita la manutenzione del vetro esterno e, grazie al fatto che gli elementi curvi sono posati con giunti aperti, è garantita una ventilazione permanente del volume intermedio. La presenza del rivestimento ondulato offre un miglioramento significativo dal punto di vista acustico, da 4 a 10 dB, rispetto ai rumori della strada trafficata lungo il Mythenquai. Questo progetto propone un modo interessante di affrontare la trasparenza: grazie a una soluzione tecnica creativa, la pelle vetrata riesce a dare originalità e carattere a una forma geometrica di base molto semplice, un parallelepipedo senza variazioni sostanziali sui vari piani. L’increspatura dell’involucro diventa una texture cangiante che, tramite un alternarsi di zone chiare e zone d’ombra, dona dinamicità all’insieme: gli effetti di riflessione e rifrazione della luce sul vetro curvo diventano protagonisti e generano molteplici effetti e svariati punti di vista, sia nel tempo che nello spazio.

ONDE VETRATE
La facciata ondulata presenta due diverse dimensioni: la lunghezza d’onda è pari a 2,4 m per i primi 4 piani, con un’ampiezza di 46 cm, poi le onde diventano più piccole, con dimensioni dimezzate in pianta per i due piani soprastanti. Di conseguenza il volume è diviso in una zona principale inferiore e in una parte superiore che, benché delle stesse dimensioni, risulta all’occhio affusolata per questo cambio di frequenza nelle curve. In ciò è possibile vedere una relazione con il tetto a spioventi dell’Altbau e con il piano mansardato del Mythenschloss, ovvero un cambio di forma che avviene più o meno alla stessa quota per tutti e tre i prospetti. Le onde di vetro, disposte verticalmente, sono 924 e coprono una superficie di 6.475 m2: ogni singolo pannello curvo, sul quale è stato predisposto un aggancio metallico, è fissato su staffe in acciaio inox collegate tra loro mediante aste verticali in corrispondenza della sovrapposizione con l’onda successiva. I tiranti sono poi collegati allo scheletro strutturale al quinto livello, alla soletta più alta. Prima della decisione definitiva sui materiali sono stati condotti alcuni test con differenti tipi di vetro applicati su un piccolo campione costruito solo per questo scopo sul Mythenquai. Alla fine, si è optato per un vetro abbastanza standard che è stato combinato con una finitura che potesse influenzare il coefficiente di riflessione. Gli aspetti relativi alla termostrasmittanza termica della chiusura verticale sono demandati alla facciata a montanti e traversi in acciaio retrostante che ha specchiature larghe 1,7 m e alte 3,5 m per una superficie totale di circa 5.100 mq. Le parti trasparenti sono costituite da un triplo vetro isolante; il montante di acciaio interno e l’elemento di copertina esterno sono rivestiti da una lamiera di acciaio inossidabile lucidata a specchio.

UN CANTIERE SUL BORDO DEL LAGO
Un cantiere sulla riva di un lago, in una zona che fino alla fine del diciannovesimo secolo era un terreno paludoso, ha meritato un’attenzione particolare da parte degli ingegneri civili, già durante l’edificazione negli anni Sessanta. Una parte fondamentale della costruzione, benché poi non visibile agli occhi di tutti, è la porzione interrata, in particolare la struttura di chiusura e contenimento dello scavo: un muro-diaframma di spessore circa 60 cm in calcestruzzo armato circonda il terreno attorno al lotto e si estende sottoterra per 25 m. Il nuovo fabbricato e i suoi piani interrati rinforzano questa parete che è servita come contenimento durante le operazioni di scavo. Durante la demolizione del precedente immobile, il peso che insisteva sul terreno è andando via via diminuendo per poi tornare ad aumentare durante l’innalzamento di Swiss Re Next. Per minimizzare gli assestamenti, il livello della falda acquifera all’interno della parete di scavo è stato continuamente mantenuto sotto controllo utilizzando 20 pozzi. Inoltre, parte delle nuove strutture, in particolare quelle dei piani interrati, sono state costruite contemporaneamente alla demolizione dei piani soprastanti in modo da salvaguardare la funzionalità del muro-diaframma. L’edificio originale, essendo stato eretto alla fine degli anni Sessanta, conteneva alcuni materiali, ad esempio amianto nelle parti di isolamento per la protezione al fuoco o metalli pesanti delle condutture, che ora sono noti come inquinanti: una fase iniziale dello smantellamento è consistita nella loro rimozione. È stato altresì fondamentale limitare l’emissione di rumori e di vibrazioni durante la demolizione, soprattutto considerata la vicinanza con gli altri uffici.

Verso sera, quando diminuisce l'effetto della riflessione e si accendono le luci degli uffici, la facciata assomiglia a una sottile membrana che lascia intravedere gli spazi interni

SOSTENIBILITÀ DEL PROGETTO
Swiss Re Next è stato progettato con l’obiettivo di necessitare di molta meno energia per il riscaldamento e il raffrescamento rispetto al Neubau (all’incirca il 60% in meno, come dichiarato dalla committenza). La sua posizione sulla sponda del lago ha consentito di utilizzare il bacino d’acqua sia per raffrescare in estate che per riscaldare in inverno, soluzione già adottata da altre compagnie a Zurigo, derivandone una complessiva notevole riduzione dell’emissione di CO2 in atmosfera. Pure in condizioni estreme, la temperatura dell’acqua in profondità, sul fondo del lago, non va mai sotto i 4 °C (non scenderebbe neppure se la superficie del lago dovesse ghiacciare). A una profondità di 20 m (a circa 500 m dalla costa), dove viene presa l’acqua per il funzionamento degli impianti per Swiss Re Next, la temperatura del lago sta mediamente trai 10 °C e i 15 °C, sia in inverno che in estate. Sono condizioni ideali per l’adozione di pompe di calore che si basano su un meccanismo concettualmente piuttosto semplice: ad esempio, in inverno la pompa di calore estrae calore dall’acqua e lo trasferisce agli ambienti interni sotto forma di energia utilizzata per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria. Un altro aspetto interessante a livello di sostenibilità ambientale (e sottolineato sul sito web della società) è che il 54% del calcestruzzo utilizzato per la realizzazione di Swiss Re Next proviene da detriti ricavati da processi di demolizione (avvenuti entro 25 km di distanza) e riprocessati negli appositi centri regionali di riciclo. Si tratta di un dato importante per soddisfare i requisiti delle certificazioni Minergie Eco e LEED Platinum. Il calcestruzzo riciclato è stato usato per pareti interne sia portanti che di tamponamento e per i solai fuori terra. Il calcestruzzo “nuovo” invece è stato impiegato per la platea di fondazione e le pareti esterne (che vengono a contatto col suolo) e per i solai dei piani interrati.

Scheda progetto
Progettisti: Diener & Diener Architekten
Committente: Swiss Re investments
Localizzazione: Mythenquai 50, 8002 Zurich (CH)
Fase di progetto: 2008-2017
Periodo di costruzione: 2013-2017
Superficie: sopra terra 19.006 m2, sottoterra 13.142 mq, totale 32.148 mq
Certificazione: Minergie–P–Eco, LEED Platinum
General Planner: ARGE Generalplaner Swiss Re Next, Diener & Diener Architekten, Proplaning
Partners: Roger Diener, Michael Roth (partner in charge of the project)
Construction Manager: Proplaning
Electric, MSR, Technical Coordination: Sytek
Technical Building Planners: Dr. Eicher + Pauli
Landscape Architecture: Vogt Landschaftsarchitekten
Underground Construction: Suisseplan Ingenieure
Structural Engineering: Ernst Basler + Partner
Workplace Design: Sevil Peach
Facade: Emmer, Pfenninger + Partner
Building Physics / Acoustics: Ehrsam & Partner
Fire Prevention Planning: Conti Swiss
Building Plantings: Aplantis
Geology: Dr. Heinrich Jäckli
Surveyors: Stadt Zurich, Geomatik + Vermessung
Demolition and Dismantling Work: Eberhard Bau
Waterproofing: Tecton
Acoustic Systems + Acoustics Plasters: Bindella Handwerksbetriebe
Elevators: Schindler Aufzüge
Site Management and SteelConstruction: Anliker
Construction Drying: Roth-Kippe
Precast Facade Elements: Sulser
Insulation/Plaster/Drywall: Dämmtech Nottwil
Electrical Installations, Building Shell: Etavis
Electrical Installations: AZ Elektro
USV Electricity System: CTA EnergySystems
Glass Facade Design, Production, Construction: Frener & Reifer
Landscaping: Lüscher Gartenbau - Baumschulen
Building Automation: Bühler + Scherler
Glass Partitions: BlessArt Raumsysteme
Heating/Cooling Ceilings: KST
Heating, Cooling, Fire Protection Ceilings: Deweta
Heating + Cooling Systems: Hälg & Co
HLK Heat and Cold Reservoirs: HITHaus- & Industrietechnik
Ventilation and Air Conditioning Systems: ARGE Air SRN (Meier-Kopp)
Photovoltaic System: E Netz
Sanitary Equipment and Devices: Preisig
Service Elevator: Neuweiler
Safety Guidance System: Allegion International
Sprinkler Systems, Fire Protection: Oeschger Brandschutz
Underground Engineering: Esslinger
Photos: Alex Filtz, Leonardo Finotti