Inquinare meno, migliorare la qualità e la durata della vita, ridurre l’impatto ambientale e frenare il fenomeno dei cambiamenti climatici. Grandi obiettivi verso i quali negli ultimi anni ci si muove a livello europeo e istituzionale, in ambito normativo, pubblico e privato. La correlazione tra rischio di malattie e maggior esposizione a concentrazioni elevate nell’aria di monossido di carbonio, biossido di azoto, ma soprattutto di PM10 è oggetto di costante osservazione e anzi, guardando alla distribuzione geografica della attuale pandemia nelle aree più industrializzate e inquinate del pianeta, da più parti è stata avanzata l’ipotesi che le polveri sottili possano aver contribuito a diffondere il Coronavirus. E non è un caso che le città lombarde che l’anno scorso hanno superato i limiti ammessi di PM10 coincidano con le aree a elevata incidenza del virus: oltre a Milano, anche Brescia, Bergamo, Lodi, Monza e Cremona. Il riscaldamento domestico incide mediamente per oltre il 60% sull’inquinamento globale: secondo uno studio del Politecnico di Milano, analizzando le fonti inquinanti nella sola città di Milano l’incidenza è del 74% per gli impianti termici, del 10% per i sistemi di trasporto e del 16% per i processi industriali. Tutti ambiti in cui si dovrebbe intervenire con riqualificazioni profonde in ambito privato, pubblico e industriale. Sempre secondo il Politecnico per ridurre in modo sensibile le emissioni in Italia “basterebbe” riqualificare 740.000 condomini. Sul fronte normativo si lavora da tempo in questa direzione. Il D.L. 15 novembre 2017 n. 183 attua la normativa comunitaria (direttiva UE 2015/2193) relativa al contenimento delle emissioni di inquinanti prodotti da impianti di combustione medi, mentre è ormai in vigore dal 2015, con fasi sempre più restrittive, il regolamento ErP: di fatto se si sceglie un sistema di riscaldamento che utilizza fonti fossili, la caldaia a condensazione è l’unica soluzione ammessa per impianti fino a 400 kW perché, in tale ambito di potenza, è possibile immettere sul mercato solo caldaie che presentano valori di rendimento minimo del 86% a pieno carico e del 94% a carico parziale (valori riferiti al P.C.S. del combustibile). La vecchia caldaia a gasolio è infatti un sistema obsoleto e molto più inquinante. Sempre secondo la ricerca del Politecnico, considerando 3.500 impianti a gasolio, che equivalgono a solo il 2% dei sistemi in funzione, questi inquinano dieci volte di più rispetto alle centrali termiche a gas. Motivo per cui a Milano le caldaie a gasolio saranno ufficialmente bandite a partire dal 1° ottobre 2023 e non sono attualmente ammesse negli interventi di riqualificazione.
Hoval, azienda per la quale la responsabilità per l’energia e l’ambiente è da sempre una priorità e una leva verso lo sviluppo di tecnologie innovative, si è trovata già pronta e perfettamente in linea con le nuove normative. Il mercato delle caldaie a condensazione in Hoval rappresenta già da tempo lo stato dell’arte: con l’evoluzione di Hoval UltraGas®, l'azienda ha ottimizzato il grado di rendimento e l’efficienza operativa e ha ridotto il consumo energetico e le emissioni nocive sull’intera classe di potenza compresa tra 15 kW e 1550 kW e fino a 12,4 MW per impianti in cascata, che copre qualsiasi campo di impiego, dalle abitazioni monofamiliari alle centrali di riscaldamento locale, al teleriscaldamento.
Con un rendimento utile fino al 99% (riferito al P.C.S. del combustibile gas naturale, secondo DIN 4702 parte 8) Hoval UltraGas® si colloca ai vertici del mercato e consente risparmi fino al 20% rispetto all'impianto esistente. Il suo segreto consiste innanzitutto nello scambiatore di calore, unico del mercato, realizzato con superfici di scambio composite acciaio inox/Alluminio silicio AluFer® brevettate: i passaggi fumo lamellari aumentano di 5 volte la superficie di scambio termico, raffreddando così i gas combusti con estrema efficacia e sfruttando al massimo la condensazione; tali superfici sono inoltre autopulenti, mantenendo inalterato nel tempo l'efficace scambio termico e semplificandone la manutenzione. Il sistema di combustione UltraClean® con bruciatore a irraggiamento in maglia di acciaio e il sistema di premicelazione aria/gas a rapporto costante sull'ampio campo di modulazione adatta la potenza erogata alle effettive necessità, garantendo nel contempo emissioni inquinanti minime: NOx < 35 mg/kWh, ben al di sotto dai limiti imposti dalle attuali normative. A rendere ancora più efficiente Hoval UltraGas è infine
determinante il sistema di regolazione intelligente Hoval Top Tronic® E, che consente di gestire tutti gli impianti a distanza, anche i sistemi ibridi, per esempio se le caldaie a condensazione vengono abbinate a pompe di calore. La piattaforma Internet of Things Hoval Digital con le applicazioni per la telegestione degli impianti ne regola automaticamente il funzionamento in base alle reali necessità e all'andamento delle condizioni meteorologiche esterne, incrementando ulteriormente l'efficienza del sistema fino al 5%. La digitalizzazione della centrale termica, che viene offerta come servizio collegato alla vendita della caldaia, consente anche di gestire da remoto eventuali anomalie dell’impianto, un vantaggio sia per l’utente finale che per il Centro assistenza Hoval.