“Con la costruzione di The Plus, l’obiettivo era che la struttura avesse il minimo ingombro possibile; era importante preservare l’ambiente naturale dell’area e aumentare la biodiversità rispetto alla monocoltura produttiva esistente (pinus silvestris). La quasi totalità del tetto della fabbrica è ricoperta di vegetazione naturale, scelta il più fedelmente possibile rispetto a quella attualmente in crescita nel sito”, racconta Viktoria Millentrup, project lead di BIG nel descrivere la nuova sede, da poco inaugurata, di Vestre, azienda norvegese dedicata all’arredo per esterni. Ma l’attenzione verso la biodiversità è solo uno degli aspetti che hanno guidato progettisti e committenti verso la definizione di un progetto che ha voluto inserirsi in punta di piedi nel contesto verde di Magnor, piccolo centro urbano norvegese a brevissima distanza dal confine con la Svezia e a circa cento chilometri da Oslo. Un atteggiamento, condiviso fra Vestre - committente illuminato, e lo studio BIG, che ha permesso al progetto di candidarsi come primo edificio industriale a ottenere la certificazione BREEAM Outstanding. The Plus è immerso in un parco di 120 ettari e la sede produttiva è distribuita su settemila metri quadrati; obiettivo di progetto è stato anche di rendere la sede accogliente verso i visitatori e non chiusa su se stessa, proprio per questo l’area esterna comprende un articolato sistema di percorsi per escursioni nel verde e spazi per il campeggio, e parte degli interni è dedicata al Vestre Energy and Clean Water Centre, uno spazio educativo per avvicinare il pubblico all’importanza sul risparmio delle risorse.

Costruito in soli 18 mesi, l’edificio è realizzato in legno, cemento e acciaio. “Tutti i materiali sono stati scelti con cura in base al loro impatto ambientale; la facciata è realizzata in Hydro Circal 75 - comprendendo quindi il 75% di alluminio riciclato, il legno è di provenienza locale, il cemento è a basse emissioni di carbonio e l’acciaio di rinforzo è proveniente da riciclo”, specifica Viktoria Millentrup. Dal punto di vista compositivo, la pianta segue la forma di un “+”: quattro braccia si collegano in un punto centrale e generano la forma dell’intersezione. Ciascun braccio è poi dedicato a una specifica funzione, individuata dal suo corrispondente colore: magazzino (azzurro), lavorazione del legno (giallo), assemblaggio (arancione), factory (rosso). La scelta di questa conformazione risponde a due necessità pratiche: accorciare le distanze fra i vari reparti dell’azienda e non chiudere a eventuali ampliamenti futuri per ciascun asse, mentre il legame con i colori tende a incrementare il benessere per i lavoratori: “Percorrere gli spazi di The Plus è come attraversare un arcipelago costellato di isole colorate, dove l’esperienza e la visione dell’azienda vengono unificate”, confermano da BIG, il cui founding partner e creative director Bjarke Ingels racconta: “con Vestre abbiamo immaginato una fabbrica che mettesse in mostra, al centro dell’attenzione, l’intero processo di realizzazione del mobile. Piuttosto che temere lo spionaggio industriale, la fabbrica vuole mostrare e condividere le proprie conoscenze per contribuire ad accelerare la transizione globale verso una produzione sostenibile. Costruita con legname di provenienza locale e alimentata da energia idroelettrica locale, la bellezza di The Plus sta nella chiarezza della sua organizzazione, evidente nella pianta che collega tutti gli aspetti della produzione. La trasparenza radicale invita i visitatori e gli escursionisti a godersi l’intero processo di creazione, fornendo al team di Vestre l’emozione di lavorare in mezzo alla foresta. Per noi, The Plus è un chiaro esempio di sostenibilità edonistica, che ci mostra come il nostro futuro sostenibile non sarà solo migliore per l’ambiente, ma anche più bello e più divertente da vivere”. Centro di coordinamento e nucleo distributivo, il cuore dell’intersezione - mentre regola la logistica della fabbrica - è anche stato studiato come un panopticon perché dipendenti e visitatori abbiano un contatto diretto con tutti i processi produttivi dell’azienda; non ultimo, il fulcro centrale è anche vissuto come cortile aperto, da vivere tutti i giorni e dove Vestre espone le proprie collezioni di arredi per esterni.

Per stringere ulteriormente il legame fra la natura norvegese, i visitatori di The Plus e i suoi dipendenti, il lato lungo di ogni ala è attraversato da un percorso - talvolta interno, talvolta esterno - che spinge a percorrere l’intera fabbrica fino a raggiungere anche il tetto verde, in un invito al gioco e alla scoperta. “Allegria, democrazia e sostenibilità sono al centro del marchio Vestre e di tutto ciò che fanno; la nostra fabbrica in legno, colorata e nel mezzo dei boschi norvegesi - dove la comunità locale può venire a sperimentare i mobili Vestre sparsi ovunque - vive e respira questa filosofia”, ha affermato David Zahle, Partner BIG. In termini di sostenibilità, sono i numeri a sottolineare e confermare la concretezza del progetto: The Plus genererà il 50% in meno di emissioni di gas serra rispetto a una fabbrica convenzionale; ha ottenuto la classe di efficienza A+ e produrrà circa 250.000 kWh di energia rinnovabile all’anno attraverso i 900 pannelli fotovoltaici posati sulla copertura. Vestre, inoltre, utilizza veicoli elettrici al 100% per il trasporto dei propri prodotti e ogni aspetto della sua filiera aderisce alla filosofia legata al contenimento dei consumi e al rispetto verso le risorse. Chiude Stefab Tjust, CEO di Vestre: “Con The Plus, Vestre ha dimostrato che è possibile investire molto in una filiera produttiva sia efficiente che rispettosa dell’ambiente, in un paese ad alto costo come la Norvegia. L’obiettivo è che il progetto sia di ispirazione anche per altro e che sia in grado di creare un significativo effetto a catena”.

FACCIATE TRASPARENTI E CONTENIMENTO DEI CONSUMI
“Il progetto per la facciata di The Plus rappresenta la risposta al desiderio di Vestre di presentarsi come la fabbrica più aperta e trasparente del mondo, cercando così di incrementare l’interesse del pubblico per l’industria, la tecnologia e la produzione sostenibile. Anche per questo motivo, infatti, la maggior parte dell’edificio è accessibile al pubblico e i visitatori possono seguire la produzione sia dal tetto che attraverso le finestre”, racconta Viktoria Millentrup. Abbinando a questa filosofia la volontà di raggiungere la certificazione BREEAM Outstanding, la facciata è stata ottimizzata in modo da raggiungere gli standard di luce diurna per condizioni di lavoro ottimali, ma anche per rispettare l’efficienza energetica di una casa passiva. La struttura è in CLT, cross laminated timber, legno lamellare di provenienza locale a strati incrociati nella dimensione di 21 metri, e ospita il sistema di facciata Wictec e finestre Wicline di Wicona. Proprio per comporre la facciata sono stati utilizzate 23 tonnellate di alluminio riciclato Hydro CIRCAL, cioè alluminio riciclato per almeno il 75% e proveniente da elementi post-consumo, come facciate e finestre di involucri demoliti. “Le facciate in vetro sono state sviluppate appositamente per The Plus per garantire la massima trasparenza e il minor consumo energetico possibile”, conferma Frank Føleide, sales engineer di Wicona.

Scheda progetto
Committente: Vestre
Building size: 7,000 mq
Park: 300,000 mq
Construction start date: August 2020
Opening date: June 3rd 2022
Local engineer: Bollinger+Grohmann
Acoustic consultant: Gade & Mortensen
BREEAM Certification: Nordic Architects AS
Ecologist: Asplan Viak
Energy calculations: Erichsen og Horgen AS
Building Physics consultant: Norconsult
Mechanical engineer: Erichsen og Horgen AS
Electrical engineer: Foyn Rådgivning
Fire consultant: Fokus Rådgivning
Geotechnical consultant: Multiconsult
Project management and site administration: Fokus Rådgivning
Main contractor: ØM Fjeld
CLT contractor: Woodcon AS
Façade contractor: Reflex
Partner in charge: Bjarke Ingels, David Zahle, Ole Elkjaer-Larsen
Project leader: Viktoria Millentrup
Project manager: Eva Seo-Andersen, Tommy Bjørnstrup
Project team: Agnieszka Wardzinska, Ákos Márk Horváth, Ariana Szmedra, Cheng-Huang Lin, Claudia Bertolotti, Eduardo Javier Sosa Trevino, Eva Seo-Andersen, Ewa Zapiec, Filip Fot, Frederik Skou Jensen, Jenna Kaisa Hukkinen, Jonas Høgh Rask, Julia Novaes Tabet, Julien Bernard Jacques Picard, Julius Victor Schneevoigt, Ksenia Zhitomirskaya, Luca Pileri, Magni Waltersson, Nanna Gyldholm Møller, Neringa Jurkonyte, Ningnan Ye, Palita Tungjaroen, Rron Bexheti, Steen Kortbæk Svendsen, Thor Larsen-Lechuga, Tobias Hjortdal, Xingyue Huang, Zuzanna Eugenia Montwill
BIG engineering: Andrea Hektor, Andrew Robert Coward, Duncan Horswill, Andreas Bak, Edward Durie, Bjarke Koch-Ørvad, Cecilie Søs Brandt-Olsen, Jesper Kanstrup Petersen, Sui King Yu, Tristan Robert Harvey, Miles Treacy, Kaoan Hengles De Lima
BIG landscape: Giulia Frittoli, Ulla Hornsyld, Ariana Ribas, Marcel Götz, Anne Katrine Sandstrøm, Camille Inès Sophie Breuil
BIG sustainability: Tore Banke, Alexander Matthias Jacobson, Frederic Lucien Engasser, Katrine Juul
Photos: Einar Aslaksen

Arketipo 164, Green Towards Biophilia, aprile 2023