The Shed è un spazio multifunzionale, che si prepara ad accogliere anche le più inaspettate esigenze degli artisti e dei visitatori di oggi e di domani. La capacità di trasformazione della sua pelle architettonica rivela l’intento programmatico dei progettisti di creare spazialità interne molteplici e multiformi e che, al tempo stesso, siano intercettabili anche da coloro si trovano all’esterno dell’edificio. Chi attraversa la rinomata High-Line di New York verrà infatti catturato dalle differenti configurazioni che l’architettura trasformabile de The Shed mostrerà. In assetto chiuso, la gigantesca scossa traslucida in acciaio e cuscini multistrato di ETFE protegge l’edificio di cinque piani, sito sulla parte ovest del lotto, lasciando completamente libera la piazza verso est.
Sull’area di circa 1.700 mq della piazza si possono organizzare manifestazioni pubbliche, completamente open-air. Per rispondere al meglio a questa funzionalità, la scocca in acciaio ed ETFE, parcheggiata in aderenza all’edificio, presenta il fronte est inclinato verso la piazza, fornendo un’adeguata superficie di proiezione per performance audio-visive. All’occorrenza la scocca slitta verso est, su appositi binari, fino a coprire gran parte della piazza, intrappolando al suo interno un volume a tutta altezza, che, può essere attrezzato in svariate configurazioni, in relazione alla tipologia di evento in programma. Il nuovo volume che si viene a creare dallo scorrimento della scossa è delimitato su tre lati dalla struttura mobile in acciaio e cuscini trasparenti in ETFE, quindi estremamente permeabile alla luce. Sempre perseguendo i requisiti di flessibilità d’uso, il tetto è attrezzato come un teatro, dall’alto del quale possono essere calate scenografie o attrezzature per performance acrobatiche, mentre l’intera superficie della piazza è dotata di un pavimento radiante, in modo da poter controllare climaticamente l’intero spazio coperto, quando è chiuso su ogni lato e gestito in continuità con la parte fissa dell’edificio. Una serie di tende oscuranti può inoltre essere calata dall’alto a ridosso di tutte e tre le facciate traslucenti della scocca, se si vuole impedire l’ingresso della luce solare dall’esterno. Infine tre grandi porte a saliscendi si alzano e si abbassano per calibrare la permeabilità spaziale del piano terreno in relazione a specifiche esigenze logistiche e di allestimento. The Shed è dunque una vera e propria macchina architettonica al servizio dell’arte e dell’intrattenimento.

È evidente il richiamo al Fan Palace di Cedri Price e gli architetti ne fanno esplicito riferimento nel presentare la loro idea di spazio dinamico. Ancora di più qui la ricerca spaziale si focalizza sulla volontà di interazione continua con la vitalità della metropoli. I referenti di Bloomberg, proprietario dell’area di progetto, hanno infatti esplicitamente chiesto agli architetti di sviluppare una soluzione che rendesse evidente il cambio di assetto proprio dalle visuali più frequentate dai cittadini e dai visitatori, ossia parallelamente alla High-Line. Il richiamo alla macchina in movimento diventa duale: da un lato, rimanda al concetto di architettura mutante insieme alla comunità e, dall’altro, rievoca la passata destinazione dell’area ferroviaria. La parte mobile di The Shed è un sistema costruttivo ultra-leggero, fatto di un reticolo in acciaio e di un rivestimento traslucido e multistrato di film fluoropolimerici di ETFE. La scocca mobile di The Shed pesa circa come dieci grossi aerei da trasporto a pieno carico e si muove scivolando su sei grosse ruote. Stretta tra i percorsi pedonali della High-Line verso sud e i grattacieli di uffici del distretto di Hudson Yards, la scocca in acciaio ed ETFE ha comportato anche una speciale attenzione nella progettazione e pianificazione degli aspetti logistici del cantiere. La scocca è un gigante leggero che da fuori mostra una materialità effimera e traslucente, mentre all’interno mostra la sua possente struttura in acciaio. Le losanghe del telaio metallico sorreggono a 35 m di altezza un solaio tecnico all’avanguardia per spettacoli teatrali e offrono sostegno sui lati all’involucro di ETFE che deve resistere ai forti venti che si incanalano tra il denso edificato di Manhattan. Se il sistema costruttivo in cuscini di ETFE supportati da telai metallici può dirsi alquanto diffuso e consolidato in sviluppi geometrici ricorrenti, in questo caso si può riconoscere una grande ricerca formale da parte degli architetti e supportata adeguatamente dai produttori, sia della parte in acciaio che della parte in tecnologia Texlon® in ETFE.

Gli architetti hanno richiesto puntualmente il controllo delle qualità estetiche e prestazionali e del disegno di dettaglio dell’interfaccia tra i cuscini in ETFE e i profili in acciaio. Per esempio hanno richiesto a Vector Foiltec di mettere a punto una soluzione innovativa per sviluppare i cuscini senza soluzione di continuità in corrispondenza degli spigoli tra le pareti verticali della scocca e il tetto. Un’altra soluzione di dettaglio peculiare ha dato risposta alla necessità di evitare la formazione di ombre nette all’interno dello spazio coperto dalla scocca, in relazione alla qualità ricercata per gli spazi espositivi. In questo caso è stato scelto di interporre agli strati trasparenti di ETFE uno strato di ETFE traslucente, ottenuto con una percentuale di bianco al 29%. Queste valutazioni sono state condotte sia attraverso simulazioni che tramite la realizzazione di prototipi. Infine è stato anche installato in situ un mock-up in scala 1:1 della facciata in ETFE, per verificare la reale situazione di luminosità del luogo e gli aspetti di interfaccia tra la struttura primaria in acciaio e i profili in alluminio di supporto dei cuscini in ETFE, che in questo caso sono del tutto invisibili all’estradosso, per accentuare l’effetto di smaterializzazione dell’involucro semovente.

UN’ARCHITETTURA ULTRA-LEGGERA DI ACCIAIO ED ETFE
Spostare un edificio implica conoscerne il suo peso. Ogni oggetto mobile deve essere ottimizzato in relazione al tipo di movimento e al mezzo di trasporto. Sono trascorsi molti decenni da quando Buckminster Fuller sorvolando in elicottero una nuova costruzione del celebre architetto britannico gli chiese: “Quanto pesa il suo edificio, mister Foster?” Quella domanda, si narra, portò Foster a rivedere il suo approccio progettuale, alla ricerca di soluzioni sempre più leggere e performanti. L’ottimizzazione del peso della costruzione purtroppo è un obiettivo ancora ben poco perseguito in architettura, dove la ricerca di forme avveniristiche e innovative solo in rari casi si traduce nell’efficienza strutturale e della minimizzazione del peso. Eppure il monito di Fuller di controllare il fattore peso - minimizzando le quantità di materiali incorporati nella costruzione e utilizzandoli nel modo più efficiente possibile rispetto agli usi e alle durate previste - è oggi di estrema importanza, in un’ottica di riduzione degli sprechi e di salvaguardia delle risorse del pianeta. Insieme all’acciaio, l’ETFE rappresenta una scelta ottimale per ridurre il peso dell’involucro, se si pensa che un sistema multistrato in cuscini di ETFE, può pesare circa 1/100esimo meno di un sistema di vetrazione, a parità di trasmittanza termica, in considerazione del fatto che il maggior peso del vetro comporterebbe anche un sovra-dimensionamento della struttura primaria e secondaria di sostegno. Lo spessore di un foglio di ETFE può variare da 100 a 300 micron di millimetro. Accoppiando più strati con interposte camere d’aria, è possibile calibrare la trasmittanza dell’involucro e ottenere un sistema di involucro che pesa complessivamente attorno ai 2-3 kg/mq. Si possono scegliere fogli con trasmissione solare dall’88% al 95%, oppure fogli schermanti i raggi UV o i raggi IR, oppure con trattamento basso-emissivo, o di colore lattiginoso (milky) anziché del tutto trasparenti. Le facciate de The Shed garantiscono una permeabilità alla luce e un apporto solare G pari a 0,40 uniforme su tutti i lati, mentre sono differenziate e ottimizzate rispetto ai carichi del vento e al peso complessivo. Dei 4.110 mq di superficie di ETFE, 146 cuscini sono formati da tre layer e due camere d’aria interposte, mentre solo due cuscini localizzati nella parte alta della facciata verso nord sono stati realizzati a 4 layer e tre camere d’aria: con il più esterno del layer, soggetto alla spinta diretta del vento, è stato scelto di spessore pari a 300 micron di millimetro di spessore, in modo da sopportare le raffiche di vento previste da quel lato.

Scheda progetto
Progettisti: Diller Scofidio + Renfro (leader), in collaborazione con Rockwell Group
Località: New York, USA
Committente: The Shed, Organizzazione di promozione d’arte trasversale alle discipline (theshed.org)
Area: 18,580 mq
Area parte mobile: 1,580 mq
Costo: 435 milioni di dollari
Architetti collaboratori: Architect Rockwell Group
Ingegneri strutturali: Thornton Tomasetti
Consulenti per i sistemi cinetici: Hardesty & Hanover
Consulenti per i requisiti anti-incendio: Jaros Baum & Bolles
Consulenti per le simulazioni energetiche: Vidaris
Consulenti illuminotecnici: Tillotson Design Associates
Consulenti per l’acustica e audio-video: Akustiks
Consulenti per gli spazi teatrali: Fisher Dachs
Produzione della struttura in acciaio: Cimolai
Produzione e installazione dei cuscini in Texlon® ETFE: Vector Foiltec GmbH
Responsabile della costruzione: Sciame Construction, LLC
Photos: Timothy Schenck

Arketipo 129, maggio 2019, Metalli