The Silo è parte del progetto di riconversione dell’area industriale del porto di Nordhavn sulla costa di Øresund, 4 km dal centro di Copenhagen. Si tratta del più vasto progetto di riqualificazione post industriale di un’area metropolitana in Scandinavia, che nei prossimi 40-50 anni cambierà radicalmente le caratteristiche e l’immagine di circa 4.000.000 m2 trasformando quello che era un porto commerciale in un moderno quartiere abitativo e d’affari. Con la sua efficiente accessibilità al cuore della città, e l’unicità del waterfront che la contraddistingue, Nordhavn si sta trasformando infatti in un attraente quartiere urbano che fornirà abitazioni per 40.000 persone e altrettanti spazi per il lavoro, offrendo, al contempo, infrastrutture pubbliche con accesso diretto all’acqua e spazi urbani aperti di qualità per il tempo libero. Il masterplan è firmato dagli architetti danesi COBE, così come il fulcro del progetto: The Silo è l’edificio industriale più grande di tutta l’area. Un alto deposito di 17 piani fuori terra per lo stoccaggio del grano costruito negli anni Cinquanta in grezzo calcestruzzo armato a vista convertito per ospitare 38 moderne unità residenziali su uno o più livelli e spazi pubblici all’attacco a terra e in copertura. Il silo per il grano ha un linguaggio laconicamente funzionale: con il suo aspetto disadorno incarna l’ideale modernista dell’espressione della funzione attraverso la forma. Una “cattedrale dell’industria” come forse l’avrebbe definita Le Corbusier che, nella raccolta di saggi del 1923 “Verso una architettura”, aveva espresso il proprio elogio per questa tipologia di edifici. Obiettivo del progetto è quello di mantenere lo spirito del silo, per quanto possibile, sia preservando la monoliticità dell’esterno che il grezzo calcestruzzo all’interno, semplicemente “drappeggiandolo con un nuovo rivestimento”.

Come afferma Dan Stubbergaard, fondatore e direttore creativo di COBE, “rivitalizzando il nostro patrimonio industriale, scopriamo nuove potenzialità ed evidenziamo le tracce storiche nelle nostre città. Così facendo, possiamo trasformare ciò che molte persone oggi percepiscono come una debolezza, un rifiuto del passato industriale, in una risorsa”.
In accordo con le intenzioni progettuali iniziali, il calcestruzzo armato a vista, con i segni dei casseri per produrlo, è stato mantenuto per tutti gli interni, le pareti e in alcuni casi anche i soffitti, preservando l’aspetto brutalista dell’edificio originario.
Questo ha comportato una particolare riflessione sugli impianti che non sono mai visibili. Due ampi moduli quadrati in cui è scandita la pianta originaria sono destinati alla distribuzione verticale degli impianti; quella orizzontale avviene nelle intercapedini a pavimento e a soffitto e, quando anche quest’ultimo è lasciato in calcestruzzo a vista (come accade al piano terra), essi sono raccolti e distribuiti in una sorta di tubazione/scultura appesa al soffitto. Per garantire il raggiungimento degli standard attuali di prestazioni termiche dell’involucro senza intaccare la finitura delle pareti interne, si è scelto di agire dall’esterno con un nuovo rivestimento. Per ottimizzare il cantiere approfittando della presenza delle ampie pareti di calcestruzzo armato come supporto, si è optato per l’utilizzo di moduli tridimensionali isolati di acciaio galvanizzato. I moduli sandwich prefabbricati (che integrano serramenti e balconi) definiscono una nuova facciata, sfaccettata e vibrante, che tuttavia non altera la forma snella e slanciata propria dell’edificio industriale. Gli appartamenti sono raggiungibili da due coppie di scale e ascensori, ricavati occupando uno o più moduli quadrati del silo originario. Gli appartamenti hanno dimensioni variabili tra i 106 e i 401 m2 e conservano le altezze variabili di ciascun piano dell’edificio preesistente. Nei piani con le altezze più generose, che in alcuni casi raggiungono quasi 8 m, sono ricavati gli appartamenti più grandi che si estendono su due livelli con scenografici soggiorni a doppia altezza. Nelle pareti esterne di calcestruzzo armato sono state ritagliate grandi aperture che garantiscono una vista panoramica sullo skyline della città e sul porto, grazie anche alle finestre a tutta altezza con telai nascosti all’esterno della facciata esistente. Le grandi aperture, oltre alla splendida vista sul porto, garantiscono l’accesso ai balconi sfaccettati integrati in molti dei moduli prefabbricati di isolamento della facciata. I balconi, concepiti come un’enfatizzazione della plasticità che caratterizza i singoli moduli, accentuano il gioco chiaroscurale della facciata e, in accordo con l’intenzione di restituire un’immagine monolitica e monomaterica, sono realizzati anch’essi in acciaio galvanizzato. A differenza dei moduli di facciata bidimensionali, i pannelli sono però microforati per garantire una maggiore leggerezza visiva e permeabilità della luce.

L’attacco a terra e la copertura sono pensati aperti al pubblico, per garantire un uso diversificato e vivo dell’edificio durante l’intero arco della giornata. Qui sono collocati rispettivamente uno spazio flessibile per eventi ed esposizioni temporanee e un ristorante panoramico. Quest’ultimo è realizzato in una scatola di vetro specchiato, che sopraeleva l’edificio esistente, dalla quale si gode una straordinaria vista a 360 gradi sulla città e sul mare. La facciata vetrata del sopralzo riflette il cielo durante il giorno e, al calare del sole, si trasforma in una lanterna luminosa, accentuando la funzione di landmark che già apparteneva all’edificio originario.

LA NUOVA FACCIATA: MODULI PREFABBRICATI CANGIANTI E SFACCETTATI
Nella riqualificazione dell’involucro del silo per il grano nel porto di Nordhavn, convertito in sofisticati alloggi di lusso, l’obiettivo dei progettisti è stato quello di rinnovare l’immagine della costruzione preservando al contempo, per quanto possibile, lo spirito del vecchio edificio industriale. I Cobe hanno optato per un intervento dall’esterno, con l’applicazione di moduli prefabbricati di rivestimento a cassetta di acciaio galvanizzato, e hanno deciso per la conservazione del grezzo calcestruzzo armato a vista in tutti gli interni. I moduli sandwich sono caratterizzati da uno sfaccettato rivestimento metallico che fa brillare “l’obelisco industriale” nella fredda luce nordica. Molti dei pannelli prefabbricati, montati tutti completi dei serramenti, integrano i balconi esterni con pavimenti in doghe di legno e parapetti in pannelli sempre di acciaio galvanizzato ma, in questo caso, microforati per non ostacolare l’ingresso della luce e garantire una maggiore leggerezza visiva. I moduli sono fissati alle quattro estremità per mezzo di piastre di acciaio ancorate alle solide pareti esistenti cementizie e, appena appesi, vengono sigillati con quelli adiacenti per mezzo di guarnizioni integrate che garantiscono una perfetta tenuta all’acqua e all’aria. I moduli hanno larghezze variabili tra i 4 e 5 m e altezze pari a ciascun interpiano e vanno a costituire un complesso rivestimento su misura attentamente calibrato per assecondare le torsioni e le deformazioni subite dall’edificio nell’arco dei suoi 50 anni di vita. La superficie scultorea dotata di sporgenze sfaccettate del rivestimento è regolata, come in pianta, da unità modulari quadrate con balconi alternati che conferiscono diversi piani di profondità al prospetto: una riuscita interpretazione del migliore cubismo architettonico Ceco.

Scheda progetto
Progettista: COBE
Committente: Klaus Kastbjerg and NRE Denmark
Completed: 2017
Gross area: 10.000 mq
Localizzazione: Copenhagen, Denmark
Strutture: Balslev and Wessberg
Architettura del Paesaggio: COBE
Impresa: NRE Denmark
Facciata a cassetta: Skandinaviska Glassystem (SGS)
Photos: Rasmus Hjortshøj - Coast

Arketipo 117, Architettura e impianti, gennaio 2018