17 bagni pubblici progettati da 16 archistar, quasi tutte giapponesi, sono gli inusuali protagonisti dello splendido film di Wim Wenders “Perfect Days” candidato come miglior film straniero agli Oscar 2024. Le toilette, vere e proprie micro-architetture, sono piccoli padiglioni, sintesi perfetta tra estetica, funzionalità e accessibilità che danno forma alla cultura giapponese dell’accoglienza. Collocati nel quartiere Shibuya, uno dei più frenetici e caratteristici della capitale nipponica, fanno parte del progetto “The Tokyo Toilet” - TTT. Lanciato nel 2020 per dotare questo brano di città di una infrastruttura urbana necessaria alla vivibilità degli spazi pubblici in occasione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2021, il progetto (completato nel 2023 con l’inaugurazione di tutti i bagni pubblici), nasce con l’ambizione di combattere le 4K che minano la reputazione dei bagni pubblici giapponesi, ovvero il pregiudizio diffuso che essi siano sporchi (kitanai), maleodoranti (kusai), bui (kurai) e pericolosi (kowai).
Il TTT Project è una iniziativa promossa dalla Fondazione Nippon, organizzazione no profit che si occupa di welfare in Giappone, con il coordinamento della città-quartiere di Shibuya che ha visti coinvolti architetti, designer e creativi di fama internazionale, del calibro di Kengo Kuma e Sou Fukimoto e dei premi Pritzker Tadao Ando, Shigeru Ban, Toyo Ito e Fumihiko Maki (solo per citare alcuni dei progettisti a cui sono state commissionati i padiglioni) per vincere la sfida di rendere i bagni pubblici di Tokyo simboli di ospitalità e inclusione. Il grande regista tedesco Wenders, noto per aver colto in pellicole tra le più apprezzate dai cineasti architetti il senso della città (Il cielo sopra Berlino, Lisbon Story, Buena Vista Social Club, Tokyo- Ga), li ha definiti non a torto “piccoli santuari di pace e dignità”, tanto da controbattere alla iniziale proposta commissionata dalla Nippon Foundation di girare alcuni cortometraggi sulle realizzazioni del TTT Project con un film che ha inserito i bagni pubblici in un contesto narrativo più ampio, facendo emergere così con maggiore forza il senso di questi luoghi. La pellicola offre un toccante sguardo sulla vita del protagonista Hirayama, addetto alle pulizie dei bagni pubblici del TTT Project, il bravissimo Kōji Yakusho che per questa interpretazione ha meritatamente vinto a Cannes la Palma d’Oro per la migliore interpretazione maschile. I bagni, puliti in modo impeccabile da Hirayama, scandiscono la quotidianità del protagonista (fatta della ripetizione di piccoli gesti/rituali spesso legati all’igiene fisica), diventano simbolo della sua dignità, restituendoci al contempo il senso del rispetto profondo per gli edifici a uso pubblico proprio della cultura giapponese e dell’importanza di prendersene cura. I servizi progettati sono tutti molto diversi tra di loro ma possono essere raggruppati in due grandi famiglie. I bagni pubblici che concentrano in un unico volume tutte le installazioni e quelli che invece le frammentano in più padiglioni, facendoli diventare un brano di spazio pubblico. In entrambe le categorie due sono le ispirazioni prevalenti, spesso compresenti: il richiamo alla tradizione e l’uso della tecnologia.
VOLUMI FRAMMENTATI
I servizi igienici che appartengono a questa categoria rompono la scatola compatta che accoglie le diverse installazioni in volumi indipendenti spesso collegati da una copertura che contribuisce a definire un insieme/cluster che il più delle volte definisce uno spazio pubblico aperto trascendendo la pura funzione utilitaristica delle toilette. Appartiene a questa categoria il bagno progettato dal premio Pritzker Fumihiko Maki, il primo a essere visitato dal protagonista del bellissimo film di Wenders. Collocato nell’Ebisu East Park, un popolare parco di quartiere attrezzato a parco giochi per i bambini (noto come “Octopus Park” per lo scivolo rosso a forma di grosso polipo che lo caratterizza), la toilette pubblica sostituisce una precedente struttura. Il padiglione bianco inserito nel verde funziona nelle intenzioni del progettista non solo come un bagno pubblico ma anche come uno spazio attrezzato ad area di sosta. Pensato per una varietà di utenti, dai bambini ai lavoratori che si muovono quotidianamente per recarsi in ufficio, l'insieme crea uno spazio sicuro e confortevole che utilizza un layout decentralizzato fatto di quattro piccoli padiglioni indipendenti. Essi ospitano la toilette femminile e quella maschile (entrambe con i lavabi esterni fruibili alla comunità), un bagno accessibile per tutti e un padiglione per le attrezzature di servizio. I piccoli padiglioni caratterizzati da pareti bianche e di vetro smerigliato, sono integrati da un’allegra copertura sospesa che in linea con il tema dei molluschi e del mare, ricorda un calamaro o anche una vela. I quattro padiglioni racchiudono una piccola corte che poeticamente contiene un esile albero. La copertura leggerissima con le sue forme ondulate garantisce il fluire dell’aria e della luce naturali creando un ambiente luminoso e giocoso che ben si armonizza con le attrezzature del parco. Uno dei padiglioni integra una lunga e sinuosa panca bianca che invita a sedersi, o anche sdraiarsi e riposarsi, come in effetti fanno alcuni protagonisti del film di Wenders. È un insieme frammentato anche il bagno pubblico che ritorna più volte nel film di Wenders, progettato da un altro premio Pritzker, l’architetto Toyo Ito. Anche in questo caso l’attrezzatura sostituisce un precedente blocco di servizi collocato all’inizio della scalinata che conduce al santuario Yoyogi-Hachiman dove il protagonista ogni giorno consuma il rituale del suo semplice pranzo al sacco contemplando il filtrare della luce tra chiome degli alberi.
Un’immagine sintetizzata dalla parola “komorebi” che compare alla fine dei titoli di coda e che in giapponese ha il particolare significato di riassumere il “vedere il riflesso del sole tra i rami degli alberi”. Un aspetto, centrale nel film, che è il riferimento a cogliere l’attimo, a vivere il momento di “gioia malinconica” configurato da questa parola. Il bagno progettato da Toyo Ito si delinea come un insieme di tre cilindri sormontati da altrettanti tetti a cupola sporgenti che richiamano la forma dei funghi che crescono nella foresta che circonda il vicino santuario. La rottura del blocco in tre dà origine a degli interni spaziosi con illuminazione soffusa. La loro posizione è strategica: rivolti verso la strada i bagni sono sicuri e accessibili a tutti. Il blocco più esterno contiene due servizi riservati alle donne, un secondo padiglione ospita un wc separato da uno spazio che accoglie una coppia di orinatoi, infine il volume più grande, addossato al muro di confine del sito, è destinato a bagno accessibile. Tutti i padiglioni sono rivestiti in piastrelline di ceramica circolari disposte in bande colorate che sfumano dai toni pastello del rosso terra, al rosa, al bianco, estendendosi anche al pavimento che connette gli edifici e definisce il loro immediato intorno. I tetti sono sospesi sui blocchi opachi rivestiti in ceramica per mezzo di una fascia di finestre in vetro smerigliato che permette l’ingresso della luce naturale e dell’aria. “Una passeggiata nel bosco” è il nome del progetto dell’architetto giapponese Kengo Kuma che ha progettato il bagno pubblico all’interno del lussureggiante parco Nabeshima Shoto come un “villaggio di toilette pubbliche” collegate da una passeggiata sospesa che scompare nel bosco. Un passaggio aperto, ventilato in modo appropriato all’era post-pandemica e facile da attraversare. Le cinque “capanne” immerse nel verde, che ospitano bagni per diverse esigenze (famiglia, vestizione, sedia a rotelle), così come i bordi delle passerelle e delle scale, sono rivestite da 240 lamelle di legno di cedro Yoshino disposte con angolature random che rendono omaggio alla natura. È ispirato alle antiche Kawaya, capanne preistoriche fatte in terra indurita legate a pezzi di legno che venivano usate come servizi igienici nel primo periodo Jōmon (la preistoria del Sol Levante), la toilette progettata dal Masamichi Katayama dello studio di interior design Wonderwall®. Il progetto combina in modo apparentemente casuale 15 pareti di cemento armato a vista realizzate con casseri che lasciano un'impronta molto marcata che richiama le doghe di legno delle antiche Kawaya. L’arrangiamento “casuale” delle pareti definisce una sorta di labirinto con i vuoti tra le pareti che discretamente rivelano l’ingresso alle tre diverse aree che definiscono il bagno pubblico (la toilette per gli uomini, quella per le donne e un bagno unisex attrezzato con fasciatoi e adatto per i disabili). I muri di cemento, che modellano anche l’interno dei blocchi, costruiscono uno spazio ambiguo che nelle intenzioni dei progettisti vuole essere giocoso e un invito per gli utenti a interagire come se fossero in un parco giochi. Un interessante esempio che si pone a cavallo tra le categorie degli edifici frammentati e compatti è il progetto di Sou Fujimoto Architects. La toilette collocata nei pressi del Park Hyatt Tokyo Hotel è una sorta di vassello che incorpora un lavabo pubblico. Un corridoio aperto separa il blocco bianco delle toilette vere e proprie dal corpo ellittico dei lavabi pubblici. Le toilette maschili e femminili sono accessibili dal corridoio aperto mentre una toilette per gli utenti diversamente abili (che comprende anche una Changing area per i bambini) ha un ingresso separato ad una estremità dell’edificio. Il volume dei lavabi aperti è caratterizzato da una grande depressione centrale, che accoglie 4 erogatori dell’acqua ad arco collocati giocosamente a diverse altezze per essere accessibili a tutti gli utenti, dai bambini alle persone anziane. La toilette è pensata per essere un centro di comunità dove le persone si raccolgono per rinfrescarsi e conversare.
VOLUMI COMPATTI TRASPARENTI E TECNOLOGICI
La seconda categoria in cui possono essere accumunate le installazioni del progetto TTT è quello dei volumi compatti. Questi ultimi sono spesso caratterizzati da una peculiarità apparentemente stridente con la funzione: la trasparenza. I volumi sono in realtà quasi sempre delle “lanterne luminose” che segnalano e illuminano gli spazi circostanti (spesso parchi urbani), grazie all’uso di vetro opalino o di schermi leggeri in lamelle che avvolgono i corpi principali. Ne sono un esempio significativo le due toilette pubbliche progettate nell’ambito del TTT Project da Shigeru Ban. Le pareti di vetro trasparente dei due volumi compatti permettono di verificare dall’esterno le condizioni igieniche del bagno prima di entrarvi ma garantiscono anche l’intimità e riservatezza che la funzione impone grazie all’uso delle più moderne tecnologie di smartglass. I vetri trasparenti colorati infatti si opacizzano automaticamente quando l’utente entra e gira la serratura della porta. Questa soluzione oltre a garantire la privacy, come detto, segnala da lontano la presenza di persone all’interno rispondendo così facilmente alla fatidica domanda che tutti gli utenti di bagni pubblici si pongono: è occupato? Riconoscere da lontano se i bagni sono occupati, perché le pareti in vetro saranno trasparenti se il bagno è vuoto, è particolarmente utile e sicuro al calare del sole quando le scatole di vetro diventano delle lanterne luminose che illuminano i parchi in cui sono inserite. Nel Yoyogi Fukamachi Mini Park le pareti di vetro sono colorate nelle sfumature dell’arancione, rosa e viola, in assonanza con le attrezzature per i giochi del parco mentre nell’Haru-no-Ogawa Community Park le tonalità virano dal blu al verde per armonizzarsi con il colore degli alberi. Ogni volume contiene tre stanze separate da pareti a specchio: una toilette per donne, una per uomini e una accessibile per tutti. Ha un’ispirazione simile il bagno progettato da Takenosuke Sakakura chiamato “Andon”, che in giapponese significa lanterna.
L’edificio in vetro smerigliato colore verde racchiude tre toilette unisex, accessibili da tre porte colorate di un verde più intenso protette da piccole tettoie sporgenti. Le pareti di vetro hanno impressi dei delicati alberi che si rivelano quando si è in prossimità della toilette e al suo interno. Di notte il bagno pubblico illumina il parco Nishihara Itchome, creando uno spazio chiaro e luminoso che incoraggia gli utenti all’uso della toilette e quella del parco stesso. È invece ispirato all’Engawa la toilette progettata da Tadao Ando nel parco circondato da alberi di ciliegio Jingu-Dori che si trova a breve distanza dalla Stazione di Shibuya. L’Engawa è una sorta di veranda coperta da un tetto spiovente che modula nella casa tradizionale giapponese la relazione tra lo spazio interno ed esterno filtrando la luce naturale e proteggendo la casa dalla pioggia. Il volume circolare progettato da Ando (che contiene una toilette accessibile, una per gli uomini e una per le donne con lavandini esterni) è avvolto da un layer esterno in lamelle metalliche verticali che proteggono dalla privacy e lasciano filtrare l’aria. Un tetto sporgente protegge il WC fornendo un riparo e permettendo di raggiungere uno degli obiettivi principali di Tadao Ando: creare uno spazio accogliente e sicuro “dove gli utenti possono muoversi avvolti da una parete di lamelle verticali per sentire il comfort del vento e della luce che proviene dall’ambiente circostante”. Non a caso la toilette è il teatro di alcune delle scene più poetiche del film “Perfect Days”: quella in cui il protagonista Hirayama contempla il riflesso dei passanti sul soffitto della copertura e dove, in una fessura di una parete, viene nascosto il fogliettino color crema per giocare su più giorni la partita a Oxo con uno sconosciuto utente della toilette. Kazoo Sato, Creative director di Disruption Lab Team, dopo una lunga ricerca durata tre anni riguardo le abitudini di uso delle toilette pubbliche in Europa e USA (in cui è emerso che il 60% degli utenti usa i piedi per attivare il flusso dell’acqua, il 50% la carta igienica per aprire la porta evitando il contatto diretto delle mani, il 40% usa l’anca per chiudere la porta) ha optato per una toilette Voice Comand. Nella “Hi-Toilet” contactless di Sato tutte le funzioni (apertura e chiusura della porta, attivazione del flusso dell’acqua di lavandini e toilette e della musica ambient) sono comandati dalla voce, una idea che è arrivata al creativo prima della pandemia, ma che la diffusione del virus Covid-19 ha contribuito ad accelerare nella sua accettazione. Una volta entrati nella toilette gli utenti sentono un messaggio automatico di accoglienza che li istruisce sui comandi vocali per attivare le diverse attrezzature, compresi i vasi Washlet prodotti dall’azienda giapponese Toto, leader nel settore. Situato nel parco Nanago Dori nel cuore del quartiere finanziario di Shibuya la toilette si caratterizza per la sua forma emisferica, scelta per migliorare la ventilazione interna a sua volta incrementata da un sistema di ventilazione meccanica attivo 24 ore per prevenire i cattivi odori. È un semplice cubo bianco, l’ultima toilette pubblica sorta nell’ambito del progetto TTT, progettata dal designer Kashiwa Sato che guida l’agenzia Samurai Inc. (nota per avere creato il brand strategy di Uniqlo). Il volume, che sorge davanti alla stazione Ebisu, è avvolto da lamelle in alluminio di colore bianco separate da un gap di due centimetri e sospese dal suolo. Esse definiscono un corridoio a U intorno al volume principale che custodisce 5 toilette unisex creando un muro permeabile che aumenta l’impressione luminosa e leggera del padiglione. Sato oltre al padiglione è l’autore dei pittogrammi che definiscono questo e gli altri servizi del progetto TTT.
Scheda progetto
Architect, location (Shibuya, Tokyo), date: Tadao Ando, Jingu-Dori Park, 2020 Shigeru Ban, Haru-no-Ogawa Community Park, 2020 Shigeru Ban, Yoyogi Fukamachi Mini Park, 2020 Masamichi Katayama / Wonderwall, Ebisu Park, 2020 Fumihiko Maki, Ebisu East Park, 2020 Takenosuke Sakakura, Nishihara Itchome Park, 2020 Nao Tamura, Higashi Sanchome, 2020 Toyo Ito, Yoyogi-Hachiman, 2021 Kengo Kuma, Nabeshima Shoto Park, 2021 NIGO®, Jingumae, 2021 Kashiwa Sato, Ebisu Station, West Exit, 2021 Kazoo Sato, Nanago Dori Park, 2021
Tomohito Ushiro, Hiroo East Park, 2022 Sou Fujimoto, Nishisando, 2023 Junko Kobayashi, Sasazuka Greenway, 2023 Marc Newson, Urasando, 2023 Miles Pennington / UTokyo DLX Design Lab, Hatagaya, 2023
Client: The Nippon Foundation
Partner: Shibuya City, Daiwa House, Toto
Photos: Satoshi Nagare, provided by the Nippon Foundation