Costruito attorno a una storica fabbrica di cellulosa, The Twist è concepito come un fascio unico che si torce sulla sua lunghezza e crea una forma scultorea che attraversa il fiume Randselva. Il ponte si colloca all’interno del parco scultoreo del Kistefos Museum e non funge solo da elemento di collegamento tra le due rive, ma diventa componente attiva del parco. I visitatori del parco vagano tra le opere di artisti quali Olafur Eliasson, Anish Kapoor e Fernando Botero e attraversano The Twist a conclusione del loro percorso. Con i suoi 1.000 m², il ponte raddoppia gli spazi coperti del museo trasformando l’esperienza del visitatore con la sua forma tortile. Come un percorso continuo nel paesaggio, entrambi i lati dell’edificio fungono da ingresso principale. Dall’ingresso sud, si può attraversare un ponte in acciaio rivestito all’esterno da pannelli in alluminio raggiungendo lo spazio a doppia altezza posto sull’altro ingresso. L’effetto a doppia curvatura del museo si basa su di una pannellatura esterna composta da elementi in alluminio larghi 40 cm che seguono la forma irregolare del ponte. Lo stesso principio viene utilizzato all’interno con doghe di abete verniciate bianche che rivestono il pavimento, la parete e il soffitto dando all’edificio uniformità compositiva.

Da entrambe le direzioni, i visitatori sperimentano la galleria centrale come se camminassero attraverso il diaframma di una macchina fotografica. Uno dei lati del ponte è rivestito da una parete in vetro a tutta altezza che offre una vista panoramica del mulino e del fiume. La vetrata segue la forma dell’edificio e, nel centro del ponte, si curva verso l’alto per formare un lucernario che si rastrema. La doppia curvatura della fascia finestrata permette di avere diverse varietà di luce negli spazi museali creando così una divisione senza barriere fisiche: un’ampia galleria illuminata naturalmente con vista panoramica sul lato nord, una galleria alta e scura con illuminazione artificiale sul lato sud e uno spazio scultoreo collocato al centro del ponte. La capacità di dividere o unire gli spazi grazie all’uso della luce permette alla galleria di avere massima flessibilità con l’obiettivo di dare libertà alla programmazione artistica del museo. Il livello inferiore del museo è collegato con il ponte da una scala di vetro e il rivestimento esterno in alluminio dell’edificio diventa il soffitto per il seminterrato.

Un’altra parete di vetro avvicina ancora di più i visitatori al fiume sottostante, immergendo l’utente nel contesto naturale del bosco. Il rivestimento esterno del The Twist è composto da fasce di alluminio grezzo e questo crea un legame con lo stile post-industriale del sito. L’intero ponte è avvolto di pannelli che sono leggermente sfalsati al fine di creare l’illusione ottica di una forma curva. Il fatto di avvolgere l’intero ponte con un rivestimento omogeneo, si traduce in un aspetto puro e simile a un oggetto e questo contribuisce a unificare i due lati dell’edificio dissimili per dimensione e carattere. Entrando dal lato meridionale, si è accolti da un ingresso imponente a doppia altezza che anticipa uno spazio rigido, senza finestre e introverso. Quest’area è in forte contrasto con il lato nord dove il ponte si abbassa in altezza e uno dei lati è fiancheggiato da una fascia vetrata che dal soffitto si sposta sulla parete. All’interno, il twist genera un portale tortile a forma di spirale che media tra le due gallerie e permette una transizione omogenea degli spazi. Ciò è aiutato da una finitura interna in doghe di abete douglas dipinte di bianco che creano uno sfondo neutro per ogni opera d’arte.

LA STRUTTURA
The Twist rappresenta molte tipologie strutturali in un unico edificio e ciò ha reso la progettazione ingegneristica stimolante e unica. Oltre a essere un ponte e un museo allo stesso tempo, l’edificio è anche una scultura a sé stante all’interno del parco museale. La rotazione di 90 gradi al centro del ponte serve ad allineare le due sponde del fiume che si trovano ad altezze diverse. Già dall’inizio del progetto era chiaro che una struttura tridimensionale in acciaio avrebbe fornito la soluzione migliore per il progetto, fornendo l’equilibrio tra sintesi architettonica ed efficienza strutturale. Il sistema risultante è un telaio metallico che si torce dal punto sud del ponte, dove ha una sezione orizzontale, a una forma verticale, in corrispondenza della galleria panoramica. Non solo questa soluzione è leggera pur ottenendo la necessaria rigidezza, ma permette di adattarsi al meglio all’interfaccia tra la forma architettonica e il rivestimento, specialmente nella porzione torta del ponte. Quattro grandi tubolari circolari sono stati posizionati su ogni angolo del ponte per formare la struttura longitudinale principale che è stata interamente prefabbricata e assemblata successivamente in loco, per ridurre al minimo le tempistiche di cantieri. Dai tubolari principali si estendono degli elementi saldati che permettono di accomodare la connessione dei profili secondari a I. La complessità del nodo è stata gestita durante il processo di prefabbricazione, lasciando connessioni di tipo bullonato per la fase di cantiere. Trattandosi allo stesso tempo di un ponte e di un museo, è stata necessaria un’analisi dinamica per trovare un equilibrio tra i diversi criteri di vibrazione. Per questo motivo, una distribuzione sapiente di rigidezze e masse ha permesso di limitare la risposta di accelerazione entro i criteri richiesti dal museo. Di uguale importanza sono stati i movimenti e le tolleranze per avere una buona interfaccia con i rivestimenti opachi e vetrati. Su un edificio di questa lunghezza è stata necessario eseguire un’analisi basata sugli spostamenti per identificare le zone critiche e poter sviluppare dettagli costruttivi di facciata coerenti. Di uguale importanza sono stati i movimenti e le tolleranze per avere una buona interfaccia con i rivestimenti opachi e vetrati. Su un edificio di questa lunghezza è stato necessario eseguire un’analisi basata sugli spostamenti per identificare le zone critiche e poter sviluppare dettagli costruttivi di facciata coerenti. Questo ha portato a trattare l’involucro in parallelo con la struttura al fine di soddisfare i criteri di fabbricazione e manutenzione sia per i vetri che per il rivestimento.

L’INVOLUCRO
L’involucro del Kistefos Museum alterna una parte opaca, formata da pannelli in alluminio satinato, e una vetrata. La particolare forma dell’edificio ha reso necessario un adattamento della pelle esterna producendo una serie di bande piatte che ruotano seguendo la forma del museo e offrono una segmentazione omogena della facciata. La componente vetrata del museo occupa un’intera porzione del lato sud, dove l’edificio è orizzontale, e segue la forma tortile trasformandosi gradualmente da una facciata verticale a un lucernario vetrato. Nonostante la luce zenitale sia ottima per un museo, è stato necessario fare considerazioni riguardo al controllo solare per evitare un surriscaldamento durante il periodo estivo. La parte vetrata dell’edificio è stata quindi dotata di un rivestimento basso emissivo che impedisce a una porzione dell’energia solare di entrare. Se il controllo della radiazione solare è importante per migliorare le prestazioni energetiche, la modulazione dell’intensità luminosa ha un impatto fondamentale sull’attività museale. Per questo motivo un sistema elettrico di schermature interne si attiva nel caso vi sia una situazione di abbagliamento. La scelta dell’alluminio come rivestimento esterno di facciata passa dall’ambizione di BIG di riconfigurare il sito dando da un lato continuità visiva e spaziale e, dall’altro, avere un richiamo alla natura postindustriale del sito. La componente opaca del ponte-museo è composta da fasce di alluminio disposte in maniera ritmica sulla facciata le quali passano da un assetto statico a uno dinamico nel centro dell’edificio. Il fatto di non cambiare tipologia di rivestimento crea una continuità compositiva che, nonostante la torsione centrale, definisce un edificio dalla forma scultorea e gradevole alla vista.

Scheda progetto
Progettisti: BIG, Bjarke Ingles Group
Località: Jevnaker, Norway
Committente: Kistefos Museum design and construction Periodo: 2011 - 2019
Gross surface: 1,000 mq
Structural engineering: ATK II / Ramboll engineering Façade engineering: Lüchinger+meyer+hermansen ApS Façade contractor: Baumetall Design
Photos: Laurian-Ghinitoiu, BIG, ATK

Arketipo 133, Coperture, novembre 2019