Ampliamenti – Nel complesso universitario lateranense, la struttura che ospita la collezione di volumi acquista un ruolo centrale

Un progetto di recupero per sottolineare il ruolo centrale della biblioteca all'interno degli edifici universitari: il nuovo volume dell'archivio della Pontificia Università Lateranense è chiamato a diventare fulcro dell'intero complesso.
La cospicua collezione di volumi di proprietà dell'Università (circa 600mila, alcuni risalenti al XVI secolo), necessitava di un nuovo spazio che permettesse d'ospitare almeno parte dei libri custoditi nei magazzini sotterranei. In origine la sala lettura era ospitata negli spazi dell'attuale Aula Magna. Il progetto di King Roselli Architetti definisce una “torre libraria” che contiene 70mila volumi e 750 pubblicazioni.

La ristrutturazione della biblioteca e dell'Aula Magna si rendeva necessaria per adeguare gli ambienti alle vigenti normative in materia di sicurezza.
I progettisti hanno pensato ad un nuovo volume che si potesse inserire in maniera discreta nell'insieme, ma che allo stesso tempo non nascondesse la propria identità e le proprie caratteristiche di modernità. Se da un lato, infatti, il rivestimento in mattoni identifica una continuità e un'appartenenza al contesto, dall'altro, i volumi sospesi della facciata, generati dagli improvvisi tagli diagonali, sottolineano la presenza di un corpo nuovo, di un elemento forte all'interno della composizione. L'immagine del volume della biblioteca “viene alleggerita” dal contrasto fra pieni e vuoti, luci e ombre, conferendo dinamicità e movimento a tutto l'insieme.

L'interno della biblioteca
Utilizzare il minor numero possibile di colonne per lasciare la superficie interna libera, realizzare solette e fondazioni di spessore ridotto per dare continuità al volume e per lasciare intatti i resti di una villa romana, rispettare i nuovi limiti di normativa sismica e antincendio: questi i vincoli progettuali piuttosto rigidi diventati i punti di forza del progetto. Il volume della biblioteca offre uno spazio interno ampio, luminoso, accogliente, che definisce le singole unità funzionali attraverso un percorso unico, senza soluzione di continuità.
La nuova torre di sei piani si attesta davanti all'ala già esistente delle aule. Le vecchie finestre, un tempo affacciate all'esterno, ora si uniscono per formare nuovi varchi di collegamento fra i due ambienti contigui. La posizione del volume, precedentemente occupata da una loggia in pietra poi demolita, consente di valorizzare ulteriormente l'importanza dell'ingresso all'Università, collocato a sinistra della biblioteca e ristrutturato circa dieci anni fa.

Il collegamento effettivo con gli ambienti universitari avviene al primo livello, attraverso una scala in basalto che approda nell'ampio foyer, accanto al quale sono collocati la zona di consultazione dei cataloghi informatici, il locale armadietti, la sala lettura per i professori e il banco di distribuzione dei libri.
Una scala, collocata tra il muro di contenimento della torre libraria e la facciata della stessa, collega i sei livelli della struttura; le librerie portariviste disposte a tutta altezza, sono interrotte unicamente dalle sottili solette e creano nell'insieme l'immagine di un'unica libreria che si estende in altezza quasi all'infinito.

All'interno dei sei piani, tre rampe collegano altrettante coppie di livelli, ospitando le pedane con i tavoli lettura; realizzate in mogano, le piattaforme inglobano i tavoli lettura, anch'essi in legno, con le rispettive luci incassate. La pendenza delle rampe è assecondata dai tagli irregolari della facciata così da creare un insieme fluido, nel quale la luce, che filtra dal lucernario centrale e dalle aperture laterali, illumina copiosamente tutto lo spazio valorizzando il rapporto cromatico tra il bianco di pareti, rampe e pilastri, le assolute trasparenze dei cristalli dei parapetti e i toni caldi del legno. Lo sviluppo diagonale dei tagli di luce e l'arretramento rilevante dei serramenti rispetto al filo della facciata, restituiscono l'immagine di tre corpi che galleggiano nello spazio, quasi sospesi uno sopra l'altro.

L'Aula Magna
Una nuova identità è stata pensata anche per l'Aula Magna. Il ridisegno della gradonata con conseguente realizzazione di nuove vie di fuga, il controsoffitto e i pannelli laterali che incorporano gli impianti e i meccanismi oscuranti, le sedute: questi gli interventi spaziali e di finitura, apportati per soddisfare le vigenti norme in materia di sicurezza e adeguare la dotazione tecnologica agli standard qualitativi contemporanei (in materia di proiezioni, suono, acustica).
La sensazione di dinamismo che caratterizza l'intero progetto, sia nella definizione dei volumi, sia nella disposizione interna degli spazi e degli arredi, viene esplicitata dalla ripida disposizione delle sedute e dalla doppia curvatura del controsoffitto inclinato e del fondo del proscenio, una sorta di membrana continua ed elastica che si estende longitudinalmente senza soluzione di continuità.

La conformazione delle superfici interne, oltre ad avere una valenza estetico-teconologica, permette d'inglobare i sistemi tecnici, generando un insieme plastico e armonico ma allo stesso tempo funzionale: nel controsoffitto, i tagli rettilinei consentono di nascondere il sistema di illuminazione e gli altoparlanti mentre ai lati del palco, nel piano curvo che scende dal soffitto, sono aperte le porte d'ingresso. Sui muri laterali, listelli in legno sono ancorati ad una struttura metallica secondo angoli di inclinazione variabile, producendo una superficie ondulata. In corrispondenza delle aperture, la rotazione dei listelli consente di regolare intensità e direzione del flusso luminoso.