Uno degli obiettivi chiave del presente (e del futuro) delle nostre città è saper generare spazi fruibili e garantire migliori servizi, conciliandoli con l’attenzione per il contesto e la sostenibilità ambientale. Ciò vale a maggior ragione per interventi in zone già costruite che nel tempo hanno perso la loro originaria finalità o sono state inglobate in espansioni territoriali che ne richiedono una rivisitazione nelle forme e nelle funzioni. Basilea, città al nord della Svizzera, al confine tra Francia e Germania, da anni sta perseguendo questa strada, unendo la presenza di tanti edifici d’autore a quella di molteplici poli espositivi e musei. Una delle parti della città in piena evoluzione ed esempio impressionante di come un sito possa essere riplasmato fino a diventare un quartiere vibrante è l’area di Dreispitz, attualmente in corso di trasformazione sulla base del masterplan di Herzog e de Meuron del 2003: precedentemente artigianale e industriale, sta diventando a destinazione mista per le imprese di servizi, gli abitanti, le attività culturali e quelle di svago e, in parte, ancora le attività artigianali e industriali. I suoi 50 ettari di superficie e la posizione geografica (distribuita tra il Cantone di Basilea-Città e il Comune di Münchenstein nel Cantone di Basilea- Campagna) la rendono un polo di sviluppo strategico per l’agglomerato di Basilea. Peraltro, grazie al trasferimento della Scuola universitaria di Arti visive e Arti applicate e del Museo delle arti elettroniche (Haus Fur Elektronische Kunste) sta divenendo un riferimento importante per la scena culturale locale. In questo stimolante ambito si colloca il progetto denominato Transitlager che nasce dal rinnovo di un immobile costruito negli anni ’60, precedentemente utilizzato come magazzino di transito: essendo affiancato da ampi spazi pubblici, potrebbe essere un punto focale del nuovo quartiere.

Si trattava di riqualificare una forma rettangolare lunga e compatta di quattro piani, terminante con testate a pianta trapezoidale, e ampliarla aggiungendo tre piani. L’input era quello di mettere residenze ed uffici ai piani superiori, unità commerciali e ristoranti al piano terra, un parcheggio e locali tecnici ai piani interrati, insomma un mix di destinazioni d’uso così da avere attività e persone in movimento in quasi tutte le ore del giorno.
Il progetto che ha vinto il concorso a inviti del 2011 sfoggia una sorprendente e dinamica sopraelevazione che ha una sagoma totalmente diversa dalla planimetria sottostante: si compone di cinque blocchi (di uguali dimensioni) che, ruotati rispetto al fabbricato esistente, creano un andamento a zig-zag che determina rientranze e sporgenze dal perimetro inferiore. Dalle testate corte fuoriesce uno sbalzo vistoso, di quasi 11 m, che sicuramente attira l’attenzione e richiama i tagli di alcuni edifici dei dintorni, dato che l’intero sito è caratterizzato dalle geometrie delle infrastrutture, quali strade e intersezioni di binari ferroviari, che disegnano un puzzle di lotti dalle estremità appuntite. La rotazione genera, sulla copertura del terzo piano, una serie di cortili che combinano la tranquillità e la riservatezza tipica dei cortili interni tradizionali all’esposizione solare e alle viste panoramiche riservate ai piani superiori. I prospetti del sopralzo sono attraversati, senza soluzione di continuità, dallo sviluppo dei balconi, che, lungo la linea a zig-zag, alternano una profondità di circa 220 cm a una di soli 70 cm, dando luogo a un arretramento di tutte le pareti rispetto alla linea dei parapetti. La sezione rastremata delle travi portanti, nascoste da un piano inclinato, e il profilo triangolare dei divisori verticali tra gli alloggi danno un generale effetto di strombatura sulle facciate.

La presenza dei terrazzi, che offrono tanto spazio vivibile all’esterno, e la mancanza di allineamento verticale tra i serramenti e i divisori, sono un’ulteriore differenza rispetto alla compattezza e alla ripetitività del volume inferiore scandito da fasce ininterrotte di parapetti in calcestruzzo e finestre a nastro. Il rivestimento è realizzato con pannelli in fibra di vetro, posizionati sia sulle superfici verticali che all’intradosso dei balconi: la grezza finitura delle pareti del magazzino sottostante (in pannelli prefabbricati in calcestruzzo) ben si differenzia da questa pelle traslucente che cambia colore al cambiare della luce solare. La differenza tra i piani inferiori e quelli superiori in termini di forme, materiali e dettagli è tale da far pensare a due edifici distinti e sovrapposti: abbiamo una sopraelevazione che non è un puro completamento o ampliamento, ma è un contrasto che comporta una nuova lettura di tutto il complesso. Ogni intervento sul costruito richiede un’analisi a monte per mettere in chiaro le potenzialità e i limiti della struttura da riadattare. Un percorso che può essere impegnativo e fornisce comunque dei vincoli per quanto venga aggiunto o tolto: troppo spesso, per evitare tale impegno e tali vincoli, le costruzioni in disuso vengono demolite benché in buone condizioni. Nel caso del Transitlager, lo studio di fattibilità degli ingegneri, sottolineando non solo i rischi ma anche le opportunità derivanti da una trasformazione dell’esistente, è stato da supporto alle successive fasi di progettazione.
La creatività degli architetti ha poi consentito di mantenere l’integrazione con il passato industriale, riflettendo chiaramente le origini del fabbricato, pur dando vita a un’immagine accattivante e di carattere.

STRUTTURA
Il telaio portante del magazzino, costituito da colonne prefabbricate distribuite su una griglia di 9,1 m in direzione longitudinale e 7,5 m in direzione trasversale, non era sufficiente per resistere alle azioni sismiche da considerare a seguito della riqualificazione quindi sono stati inseriti cinque nuclei di irrigidimento in calcestruzzo armato. Secondo i calcoli strutturali ne sarebbero bastati tre, ma così facendo si è raggiunta una migliore distribuzione delle forze, tanto da poter evitare l’adozione di micropali: con idonei collegamenti a livello delle fondazioni, il momento flettente dovuto ai terremoti può essere trasmesso con la sola pressione sul suolo. Il solaio sopra il piano interrato distribuisce in modo significativo le forze trasversali dai nuclei di accesso alle pareti esterne dei piani interrati: dalle pareti del seminterrato, le forze trasversali, compresi i momenti risultanti, vengono trasferite al sottosuolo. Ai piani superiori le solette sono state fresate non solo per inserire tali nuclei ma anche per ricavare appartamenti duplex e uffici a due piani. I solai della sopraelevazione hanno uno spessore pieno di 32 cm, eccetto che negli aggetti di 10,5 m dove sono costruiti con nervature composite acciaio- calcestruzzo di spessore 22 cm, in modo da ridurre al minimo il peso proprio. Per sostenere queste audaci sporgenze, sono stati introdotti elementi diagonali che attraversano i tre piani della facciata fino alla punta inferiore dello sbalzo e riportano le azioni in copertura, nella porzione di edificio che può scaricare l’azione verticale direttamente alle fondazioni e prendere la componente orizzontale nel solaio superiore in cemento armato. Gli elementi diagonali rimangono visibili negli appartamenti d’angolo.

SOPRAELEVAZIONE CON TAGLIO E ROTAZIONE
L’idea di progetto è partita dal dato di fatto che una sopraedificazione che avesse mantenuto la stessa larghezza delle piante sottostanti (quasi 30 m) avrebbe avuto una larghezza troppo elevata per ottenere un efficiente e soddisfacente layout interno destinato a residenze. Quindi il nuovo volume (di altezza 3 piani) è stato diviso in 5 parti di dimensioni uguali, con al centro di ognuna uno dei nuclei di controvento che funzionano anche come elementi verticali di collegamento. Le porzioni sono state ruotate attorno al loro centro, tutte dello stesso angolo (circa 45 gradi), aumentando significativamente la superficie delle facciate, ovvero la quantità di luce naturale all’interno degli appartamenti. I blocchi ruotati hanno comunque permesso di inserire elementi verticali portanti in corrispondenza con la maglia strutturale precedente: evitando complesse soluzioni tecniche per portare a terra le azioni verticali, è stato garantito un sensibile risparmio economico. I due blocchi alle estremità sono stati allungati verso l’esterno, come delle frecce, adattandosi alla peculiare planimetria del lotto. L’andamento risultante fa sì che tutte le unità residenziali abbiano più di un affaccio e nessuna sia direttamente o solamente rivolta a nord. Inoltre, la sagoma superiore consente di lasciare scoperte delle porzioni della copertura originaria che sono utilizzate sia per inserire dei lucernari (che fanno entrare luce naturale nelle aree più interne del piano degli atelier) sia per attrezzare una serie di tetti giardino con vista su Dreispitz. L’intera copertura è a verde, a tutto vantaggio della biodiversità e della gestione dell’acqua piovana.

I BALCONI
Anche la struttura di acciaio dei balconi ha rappresentato una sfida per gli ingegneri dato che arrivano a sbalzi di 2,2 m: alfine di ridurne la deformazione, sono state necessarie travi perimetrali, la maggior parte delle quali sono di calcestruzzo armato, eccetto che nella zona a sbalzo dove sono di acciaio. Inoltre, i terrazzi sono stati montati rialzati per compensare la freccia dovuta ai carichi e alla torsione del raccordo. I parapetti sono tamponati con una rete flessibile di acciaio inossidabile e di conseguenza risultano praticamente trasparenti: lasciano entrare il massimo della luce possibile ed evitano di interrompere la visuale dei residenti verso l’esterno. I parapetti passano in continuità davanti ai divisori che separano le porzioni di terrazzo appartenenti a diversi alloggi, sviluppandosi quindi come un nastro orizzontale continuo lungo tutti i prospetti. I divisori hanno la stessa finitura delle chiusure verticali e dell’intradosso degli sbalzi: su una sottostruttura metallica sono stati posati profili di facciata in fibra di vetro, in doppio strato. Si tratta di un materiale composito composto da fibre di vetro inserite in una matrice traslucente che permette alla luce di filtrare attraverso lo spessore rivelando le fibre di rinforzo che, oltre ad avere una funzione strutturale, danno un caratteristico effetto estetico rigato. I pannelli forniscono un rivestimento di grande rigidezza pur con un peso ridotto e hanno una elevata resistenza agli agenti atmosferici. Sono già stati utilizzati in vari progetti in Europa: una loro particolare applicazione si è vista a Londra, nei Kensington Gardens, per il Serpentine Pavilion del 2016, ancora a firma di Bjarke Ingels Group.

 

Scheda progetto
Progettisti: BIG - Bjarke Ingels Group
Committente: Balintra AG
Periodo di costruzione: 2014-2016
Destinazione d'uso: 13,000 mq per appartamenti; 9.000 mq per uffici
Costo: 51 million euro
Architetti: BIG - Bjarke Ingels Group, Dänemark
Partners in Charge: Bjarke Ingels, Andreas Klok Pedersen, Finn Nørkjær
Project Leader: Jakob Henke
Team: Agnete Jukneviciute, Alexandra Gustaffson, Andreas Johansen, Annette Jensen, Barbara Srpkova, Buster Christensen, Camila Stadler, Dennis Rasmussen, Dominic Black, Enea Michelesio, Erik de Haan, Gül Ertekin, Franck Fdida, Helen Chen, Ioannis Gio, Jan Magasanik, Jesper Andersen, Lorenzo Boddi, Marcelina Kolasinska, Teresa Fernandez, Martin Voelkle, Miao Zhang, Michael Schønemann, Mikkel Marcker Stubgaard, Ole Elkjær-Larsen, Ricardo Palma, Ryohei Koike, Sergiu Calacean, Tobias Hjortdal
Fase di progetto: Bollinger+Grohmann, Harry Gugger Studio, HL- Technik, Wenzel+Wenzel
Architetto locale: Harry Gugger Studio
Strutturista: Schnetzer Puskas Ingenieure
Ingegneria EMPA: Ehrsam & Partner
Building Technology: Stokar + Partner
Ingegnere antincendio: Hautle Anderegg + Partner Ingegnere elettrico: Scherler
Progettazione facciate: Atelier P3
Ingegnere sanitario: Gemperle Kussmann
Architetto del paesaggio: Westpol Landschaftsarchitektur Impresa generale: Halter
Costruzione grezza: Ernst Frey
Sollevatore idraulico: Trapo Kung
Scale prefabbricate: Betonfertigteile Wyhlen AG
Pannelli prefabbricati in cemento: SAW
Carpenteria metallica: Mauchle
Costruzione di facciata: Neba Therm AG
Finestre: Baumgartner Fenster
Sistema di schermatura: Geilinger AG
Carpenteria: Klausner
Porte garage: Peneder
Lucernari: Cupolux
Protezione irraggiamento: Griesser
Ventilazione e igiene: Pfiffner
Ascensore: Kone
Carpenteria generale: Wipfli & Volpa
Soffitti esterni: Deckenbauer
Rivestimento di facciata: Fiberline
Isolamento anticalpestio scale in c.a.p: Schöck Tronsole
Parapetti dei balconi: Jakob Rope SystemsPhotos BIG, Laurian Ghinitoiu
Photos: BIG, Laurian Ghinitoiu

Sopraelevazioni, Arketipo 126, 2019