tree ness house
Le scatole abitative sono in cemento grigio, mentre le aperture sono in cemento bianco, per enfatizzare l’intricata sovrapposizione dei volumi

Questa piccola architettura dello studio Akihisa Hirata, costruita nel quartiere Otsuka di Tokyo, nasce come un albero, nell’idea di progetto, ma è molto più complessa di questa semplice similitudine. Collocata in una tipica area residenziale giapponese, “cresce” dal terreno, protendendosi per un’altezza di 17 metri. Proprio la conformazione del lotto, stretto e buio, ha spinto il progettista a non lavorare per semplici piani sovrapposti, ma a intersecare livelli intermedi, nei quali collocare gli spazi abitativi, permettendo alla luce di penetrare all’interno attraverso cavedi e finestre, in un eco-sistema “intricato”. Questo tema viene spesso indagato nell’architettura residenziale giapponese, ma in Tree Ness House la possibilità/capacità di rendere lo spazio complesso e articolato è gestita con intelligenza e assimilata all’immagine di un albero che all’interno della sua struttura tridimensionale, radici-tronco-rami- foglie-fiori genera spazi protetti ma aperti, luminosi e ombreggiati, con un volume definito ma senza un preciso confine, riuscendo a mettere in continua relazione l’interno con l’esterno, la città e lo spazio domestico.

tree ness house

L’edificio si compone di una serie di scatole per lo più rettangolari, sovrapposte e sfalsate. Nell’attacco a terra i singoli elementi sono messi in verticale e quasi completamente chiusi verso l’esterno; elevandosi in altezza, le scatole si dispongono in orizzontale, sfalsandosi in modo significativo tra loro e generando degli spazi che possono avere diverse funzioni: il vuoto tra due scatole diventa un soggiorno, quando racchiuso da pareti di vetro, oppure un piccolo affaccio interno, sul quale incontrarsi con il proprio vicino. Questa residenza costruita per una famiglia multi-generazionale non è solo un albero, ma un albero genealogico: ai piani inferiori si trovano un parcheggio, un ufficio e una galleria sul retro; ai primi livelli si trovano tre piccoli appartamenti indipendenti da affittare; appena sopra è collocato l’appartamento della nonna; l’appartamento più grande di Tree Ness House, per una famiglia di quattro persone, si sviluppa ai livelli superiori, fino a raggiungere la quota delle terrazze in copertura. In questo gioco di volumi, pieni e vuoti, si generano delle relazioni di vista tra gli abitanti dell’edificio/casa, che ricordano le case tradizionali giapponesi: l’affaccio sulla corte interna qui è un piccolo cavedio che attraversa tutta l’altezza dell’edificio fino a vedere il cielo; il giardino si è rimpicciolito, fino a essere contenuto su un davanzale, e i grandi pannelli divisori sono diventati finestre, attraverso le quali intravedere gli altri, mentre abitano i loro spazi.

Non è riconoscibile in questo sistema di scatole, una modularità dimensionale, ma, come in un albero, si legge una geometria di crescita: elevandosi verso l’alto l’edificio si allarga, come dal tronco si aprono i rami; le scatole, sfalsandosi, offrono la possibilità di utilizzare le coperture come terrazza, così come i rami si trasformano nelle foglie, larghe superfici per catturare la luce; infine, nella parte alta dell’edificio, le finestre “fioriscono” dai muri: non semplici aperture, ma fiori dalla complessa corolla, ripiegata come un origami, dentro la quale cresce il verde. Queste corolle pieghettate, scompongono e rendono indefinito il volume dell’edificio, come la chioma di un albero fronzuto. La similitudine di Tree Ness House con l’albero è leggibile, fin quasi didascalica, se non fosse per un ultimo elemento che rende il progetto interessante, il materiale con il quale è costruito: il cemento armato. Fin dalla sua invenzione, si è usato il cemento armato a vista, assegnando a questa massa monocromatica significati architettonici precisi. Il Movimento Moderno l’ha esibito, grazie alle sue caratteristiche strutturali, come elemento fondante di una nuova poetica architettonica: il sistema travi e pilastri. In seguito, la plasticità costruttiva del cemento ha liberato le forme dagli schemi funzionalisti, permettendo alla struttura di diventare parte dell'espressione architettonica, come affermò Pier Luigi Nervi. Nel Brutalismo del dopoguerra l’uso del cemento armato come unico materiale della costruzione riuscì a rappresentare la perfetta coincidenza tra forma e funzione. Con il nuovo millennio del calcestruzzo si indagano le caratteristiche “di superficie”. Monocromia e plasmabilità vengono lette come particolarità del modello astratto: l'idea di elemento costruito e non la costruzione. Diventano importanti la capacità di rifrazione della luce e le sensazioni tattili che possono essere trasmesse attraverso il trattamento della superficie.

Date queste premesse, è interessante analizzare il perché sia stato utilizzato il calcestruzzo come unico materiale, in Tree Ness house. Il cemento è un materiale massivo e statico, al contrario di un albero, dinamico e flessibile; il cemento è monocromatico, inalterabile, al contrario dell’albero che è multicolore, mutevole nel tempo; il cemento non ha delle buone caratteristiche prestazionali, in termini di efficienza, se non viene corretto con altri componenti, mentre la “casa” è, per antonomasia, il luogo che accoglie e protegge. Però, in questo caso, la sua capacità di essere plasmato in qualsiasi forma ci rimanda immediatamente all’albero; la quasi completa monocromia ci avvicina all’idea astratta, più che all’esatta immagine dell’albero, e ci permette di assegnargli un valore ideale (vita, crescita, solidità); la pesantezza, intrinseca nella massa del calcestruzzo ci ricorda che non siamo in natura, ma in un luogo antropizzato, costruito e plasmato dall’uomo; la continuità del materiale, che crea pareti, soffitti, pavimenti, genera una relazione ambigua e di continuo rimando tra l’esterno e l’interno, rendendo il limite della “casa” meno definito e più aperto. Certamente l’uso del calcestruzzo armato a vista può avere diversi significati, ma quali siano e quanto efficaci, lo stabilisce il progetto. Tree Ness house è un edificio complesso sotto molti punti di vista e la sua complessità è leggibile anche grazie a questa intangibile caratteristica del calcestruzzo di poter assumere diversi significati.

Scheda progetto
Progettista: Akihisha Hirata
Committente: Private
Periodo di costruzione: December 2015 - August 2018
Gross built surface: 331.38 m2
Localizzazione: Tokyo, Japan
Project leader: Yuko Tonogi
Team: Kohei Ob, Masatoshi Sugiyama
Ingegneria strutturale: Masato Araya (OAK), Takashi Manda (tmsd), Taijiro Kato (tmsd)
Progetto del verde: Yasuyuki Ikegami (Ikegami)
Area di progetto: 139.55 m2
Impresa principale: Akira Ohara, Satoshi Kikuchi (Oharakomusho)
Photos: Vincent Hecht

Calcestruzzo, Arketipo 122, 2018