mostra – Dal 27 marzo 2010 il Museo del Design della Triennale di Milano presenta una nuova interpretazione del design italiano, anche attraverso le trasparenze multicolori e l'intensa luminosità dei mosaici Trend.

Quali cose siamo, terza riflessione dopo Le Sette Ossessioni del Design Italiano e Serie Fuori Serie, si basa sull'ipotesi che in Italia esista un grande e infinito mondo parallelo a quello del design istituzionale, un design invisibile e non ortodosso. Sotto la cura scientifica di Alessandro Mendini con l'allestimento di Pierre Charpin, il Triennale Design Museum diretto da Silvana  Annicchiarico presenta dunque una selezione di opere di Maestri, artisti, giovani designer che entra in dialogo con oggetti inaspettati: di primo acchito, non sembrano "fare sistema" ma, in realtà, non sono quello che sembrano. Il punto di osservazione proposto da Mendini si sposta sulla storia e sulle storie che scaturiscono dai singoli oggetti: messi uno accanto all'altro, creano una rete di relazioni e rimandi, un paesaggio multiforme capace di provocare squilibri e spiazzamenti, ma ricco di emozione e spettacolarità.

Tra questi oggetti c'è anche Archetipo Mediterraneo, l'opera con cui il designer e colour consultant Massimo Caiazzo reinterpreta la stella a otto punte, uno dei più antichi simboli delle civiltà del Mediterraneo, incontro ideale tra la cultura cristiana, ebraica e musulmana. Nasce dalla fusione tra il quadrato e il cerchio ed è un simbolo mandalico che racchiude in sé l'origine del mondo e rappresenta il percorso alchemico che conduce dalla materia allo spirito. La quadratura del cerchio è l'emblema della rigenerazione spirituale. Il rosone policromo dal diametro di 80cm è il frutto di una ricerca estetica, ma anche formale e culturale nata dalle associazioni  tardorinascimentali ispirate da un materiale antico e pregiato come il mosaico. L'alternarsi concentrico dei 7 colori della luce solare compone una scala cromatica da cui scaturisce un'armonia che è anche musicale. L'opera si presta dunque ad essere letta come una tavolozza di colori ma anche come uno spartito musicale che evoca percussioni (rosso), strumenti a corda (verde), fiati (azzurro), bassi (giallo), voci (arancio), per comporre una melodia dalle sonorità contemporanee, sostenuta da un tappeto acustico digitale (viola) e  mossa da vibrazioni liquide (indaco).

"È stato un lavoro magico" afferma Caiazzo. "La contrapposizione di due materiali diversi come i pregiati smalti tagliati a spacco, prodotti secondo la più antica tradizione nella storica fornace Orsoni di Venezia, e il vetro Karma di Trend, anch'esso tagliato a mano e ispirato alle vetrate delle cattedrali gotiche, mi ha permesso di trovare in un oggetto bidimensionale la terza dimensione. Grazie alla forza dei materiali Trend, che coniugano la pienezza del colore dello smalto alla luminosa trasparenza del vetro, la forma tende ad
uscire dal piano su cui poggia sprigionando tutta la sua vitale energia
".