Galleria fotografica – Un'architettura di sintesi tra stile minimalista giapponese e ricerca tecnologica americana caratterizza Airspace nella metropoli del Sol Levante

L'architettura qui presentata raccoglie tutte le contraddizioni che la metropoli di Tokyo ispira. La metodologia lavorativa e progettuale, i contrastanti caratteri dei suoi elementi costitutivi e le regole compositive, classiche e moderne al tempo stesso, rendono Airspace, questo il nome dell'edificio, un progetto semplice ma innovativo che solo un contesto urbano come quello della capitale giapponese poteva esaltare al meglio.

Un progetto a due anime
Airspace, sito a Kitamagome Ota-ku, uno dei distretti della città, ha infatti due anime. Il progetto è figlio del lavoro incrociato di due architetti, in passato collaboratori, residenti in nazioni diverse, Giappone e America, i quali si sono occupati distintamente dei programmi architettonici costituenti l'edificio, interno ed esterno, mettendo in mostra sensibilità differenti.
I livelli progettuali ottenuti sono stati successivamente sovrapposti, o meglio uno è venuto a contenere l'altro, ottenendo un'architettura finale fortemente contrastata, che miscela minimalismo giapponese e ricerca tecnologica americana in un progetto figlio della moderna “Net Architecture”.

Airspace sorge su sito precedentemente occupato da un edificio a carattere residenziale e commerciale; la sua particolarità era quella di avere una densa fascia verde lungo i lati perimetrali, profonda quattro metri, che consentiva un continuo gioco di sguardi.
Il vedere/non vedere, dalla strada o dall'edificio, permetteva all'universo pubblico e a quello privato d'incontrarsi sulla soglia, lungo il confine permeabile naturale costituito dalla vegetazione. Questo concetto e la memoria del verde, eliminato per permettere la costruzione del nuovo edificio, sono alla base del progetto affrontato da Hajime Masubuchi dello Studio M, per il volume architettonico e la progettazione
degli interni di Airspace, e da Thom Faulders con la collaborazione di Sean Ahlquist di Proces2 per la pelle esterna del nuovo complesso.

Interno minimalista in stile giapponese
L'anima giapponese di Masubuchi viene a rispecchiarsi nella composizione lineare e chiara del volume, che vede una suddivisione a pettine, intervallata dagli spazi di collegamento, dei tre corpi che definiscono l'edificio. Un' estetica minimalista, vuota, candida, caratterizza gli interni del piano terra e del primo piano, destinati agli uffici, così come il terzo livello con il mezzanino che costituisce la zona residenziale. Spazi plastici senza una definizione d'uso precisa danno un'ambigua definizione dell'edificio stesso, mentre l'attenzione al dettaglio (vetri extrachiari, muri leggeri e permeabili alla vista) permette idealmente quel continuo gioco di rimandi tra dentro e fuori, quella sfocatura che concede ad Airspace di riappropriarsi dei temi precedenti la sua costruzione.

La pelle esterna di stampo hi-tech
A enfatizzare ulteriormente tutto questo, entra in gioco anche il secondo livello progettuale, quello affrontato da Thom Faulders con l'aiuto di Proces2. Si è venuta disegnando la complessa pelle esterna, una “buffer zone” compressa in 20 centimetri rispetto ai quattro metri di verde precedente, formata da un sistema a due strati sovrapposti. Un'epidermide non uniforme, generata da geometrie biologiche, diversamente densa che viene a creare una visione dinamica, tra quelli che sono gli spazi più privati e le zone più aperte all'esterno. Un ambiente cellulare patinato che riflette luci e rimanda ombre, variando di volta in volta la percezione dell'abitante così come del cittadino metropolitano. Una pelle disegnata e realizzata grazie al computer che ha ripreso, per ogni strato, geometrie parametriche cellulari, successivamente “appiattite” su un piano per venire poi pannellate e montate.

Architettura di sintesi
Il supporto scelto per realizzare i pannelli è un composito rigido d'alluminio e materie plastiche: l'Alpolic. Materiale generalmente utilizzato per strutture protettive, cartelloni pubblicitari e rivestimenti acustici. L'Alpolic è stato tagliato a disegno e applicato in facciata utilizzando una sottostruttura composta da sottili aste d'acciaio. La doppia pelle avvolge completamente l'edificio, dando il tocco finale a quei concetti ideali che hanno guidato i progettisti lungo tutte le fasi di creazione. Airspace in tal modo diviene un felice compendio creativo tra differenti metodologie. Un'architettura che non vuol essere momento di separazione tra le dimensioni minimali delle geometrie ortogonali interne e quelle complesse, legate al biomorfismo, dell'esterno, ma una sintesi tra queste. Una reale dimostrazione d'integrazione programmatica, culturale e architettonica.