Carlo Bertorello e Giampiero Lamonica
Un secolo di barche

Decifrare l'imbarcazione da diporto odierna soltanto in termini evolutivi rispetto ai concetti che ne hanno provocato la larga diffusione nel mondo occidentale a partire dagli anni 50-60 è quanto mai arduo. Più che mai in Italia, in un momento in cui è il primo paese al mondo per commesse di unità da diporto sopra i 30 metri di lunghezza. Fattori diversi si sono sovrapposti alle motivazioni che fino ai primi anni 90 hanno portato a un'evoluzione, sostanzialmente tecnica, dell'imbarcazione da diporto. La barca è stata inizialmente tramite per accedere al mare e spostarsi in modo autonomo da un porto all'altro, quindi è diventata simbolo di stato sociale, desiderio, sogno. In ogni modo, sempre connessa a una scelta per il mare e per la navigazione. Attualmente, il fenomeno barca, nella maggioranza dei casi, non è più epifania di passione o di un modo di intendere la vita, è piuttosto immagine di una moda e di uno status economico, non sociale. E' questa una delle chiavi di lettura della forte richiesta di barche di grandi e grandissime dimensioni. L'approccio del "neofita" che avveniva gradualmente dal basso, cambiando un certo numero di barche fino alla massima dimensione consentita dalle proprie possibilità economiche, oggi è invece diretta funzione soltanto di queste ultime. Resta in ogni modo, quanto e più di prima, un aspetto sempre presente nella componente elitaria della nautica: la voglia di stupire e di affermarsi, con le dimensioni e con le prestazioni. Diventa così più chiaro il quadro attuale. Costruttori e progettisti sono spinti verso imbarcazioni al di sopra dei 18-20 metri, mentre il mercato delle barche medie, da alcuni anni, è quasi immobile. Per il settore queste circostanze significano una situazione di grande fermento, con disponibilità di risorse e richiesta di apporti creativi e tecnologici. Le professionalità coinvolte nel progetto si diversificano e specializzano, la loro importanza relativa cambia. Lo styling esterno e interno, la "decorazione" diventano prevalenti sugli aspetti più "ingegneristici". Questi ultimi restano importanti; devono garantire prestazioni competitive, sono un apporto necessario ma non sufficiente. Le barche vengono sempre più concepite come spazio architettonico, un luogo in cui trascorrere del tempo, anche lungo, trasformandosi in un prolungamento dell'abitare domestico, perdendo le caratteristiche che definivano uno "stile" nautico.