Testo e foto di Davide Cattaneo

UNA 'NUOVA PORTA' PER MILANO?
   Testo e foto di Davide Cattaneo
Da una parte il Presidente della Regione Formigoni che individua nel progetto, strettamente connesso a quello altrettanto importante de "l'Altra Sede" della Regione Lombardia, l'occasione per il rilancio a scala internazionale della città e di tutta l'area metropolitana (in particolare dell'area Nord Est con i progetti City Life per l'ex-Fiera, il Portello, lo Scalo Farini, il Politecnico Bovisa e Cascina Merlata tra gli altri); dall'altra i numerosi comitati di quartiere che più di una volta hanno contestato il progetto cercando di fermarlo e che confermano la volontà di andare fino in fondo con i ricorsi al Tar e le numerose manifestazioni di protesta anche a lavori iniziati. Da una parte il sindaco Letizia Moratti che lo identifica come tappa fondamentale del processo di modernizzazione della città e documenta l'attenzione espressa anche oltreoceano con l'articolo apparso sul Wall Street Journal che lo indica come uno dei progetti pilota in Europa; dall'altra la cognata Milly Moratti da sempre attenta alle questioni ambientali che richiama l'amministrazione ad una maggiore attenzione verso le tematiche del verde e dello spazio pubblico e più in generale sulla necessità di una "progettazione partecipata" che coinvolga i cittadini, soprattutto per progetti di questa importanza. Infine, da una parte i cosiddetti interessi forti, gli imprenditori e le banche, guidati da Manfredi Catella (Amministratore delegato di Hines e vero regista di tutto il progetto), ma anche dal Gruppo Ligresti, la Gallotti spa, il Monte dei Paschi di Siena solo per citarne alcuni; dall'altra i giovani del V33, lo "studentato autogestito" sorto con l'occupazione dell'edificio ex sede storica dei DS in via Volturno, che contestano l'operazione definendola meramente speculativa e focalizzando l'attenzione sul quartiere Isola e sulla "distruzione di un quartiere popolare per costruire enormi grattacieli senza tener conto della volontà delle persone". In mezzo la posizione sorprendentemente equilibrata di Vittorio Sgarbi; l'assessore alla Cultura, se da un lato riconosce a Catella e agli imprenditori il merito di un procedimento corretto nello sviluppo progettuale con esiti anche soddisfacenti, dall'altro attacca direttamente il masterplan di Stefano Boeri per l'Isola esprimendo la sua preferenza per un'operazione di recupero della storica Stecca degli Artigiani (ormai demolita) e manifestando più in generale il dissenso "per la vocazione degli architetti a costruire il nuovo piuttosto che a recuperare l'esistente". I lavori sono stati avviati, Hines ha acquistato a suo tempo l'intera area per 390 milioni di euro riunificando una proprietà fino ad allora quanto mai frazionata. Il progetto definitivo, presentato alla stampa con il nome di "Porta Nuova", interessa 290.000 mq di aree dimesse nel centro della città, che per quarant'anni hanno visto il susseguirsi di progetti mai realizzati, di ipotesi diverse, di idee mai sviluppate fino in fondo. Porta Nuova sarà un progetto complessivo, unitario, che riassume e riunifica i tre masterplan che interessano l'area. L'architetto argentino di nascita ma statunitense di adozione, Cesar Pelli ha disegnato le quattro torri collocate attorno una fontana circolare per l'area Garibaldi-Repubblica e ha definito complessivamente il progetto "un balzo in avanti per la città, una forte spinta propulsiva che renderà Milano più competitiva". Lee Polisano di Kohn Pedersen Fox Architects ha progettato i grattacieli e gli edifici più bassi per uffici che sorgeranno sull'area delle Ex Varesine. Boeri Studio si è occupato invece della riqualificazione del quartiere Isola con le due torri residenziali e la soluzione del "bosco verticale". La connessione tra i tre progetti è affidata gli spazi pubblici e al verde (una foglia è il nuovo simbolo del progetto) progettati dallo studio Land con Andreas Kipar; un tessuto e una trama di relazioni che ha il suo fulcro nei "Giardini di Porta Nuova" e nella Biblioteca degli Alberi degli olandesi Inside Outside, un parco di 90.000 mq con 1500 alberi e 2 km di piste ciclabili. Non più solamente la Città della Moda ma un'operazione urbanistica che cambierà il volto di Milano. Ci saranno spazi per la cultura (uno dei punti di forza del progetto con oltre 20.000 mq), uffici e showroom, negozi, residenze, un hotel, passerelle pedonali collegheranno e terranno cucite le diverse aree del complesso. Nel progetto saranno coinvolti circa venticinque studi architettura di fama internazionale: da Grimshaw Architects con il centro espositivo di 13.000 mq, agli edifici residenziali di Cino Zucchi, da Valentino Benati con il Gilli Hotel al palazzo della Regione nel quale è coinvolto Paolo Caputo; infine, ma non ultimo, Pierluigi Nicolin, il primo progettista del masterplan dell'area al quale è affidata oggi la progettazione del Modam, il Museo della Moda. Ma è senza dubbio la questione dell'Isola quella sulla quale si accendono gli scontri più aspri. Non tanto per un prevenuto ostracismo nei confronti dello Studio Boeri e per il suo progetto, ma proprio perchè l'area di interesse è senza dubbio una delle poche testimonianze ancora vive di un'altra Milano. Un quartiere per alcuni dominato dall'illegalità dello spaccio e da una criminalità diffusa, ma che per i suoi abitanti storici ha mantenuto l'identità di anni di vita comune, nel sottile equilibrio tra una posizione infelice a ridosso della ferrovia e lo spirito creativo delle sue botteghe, degli artigiani che vi sono rimasti. Il progetto non li convince, è accusato di stravolgere l'identità del quartiere e dei suoi spazi pubblici, nonostante l'indiscutibile attenzione che Boeri ha rivolto al tema del verde, sia quello a terra con il parco orizzontale sia con le soluzioni in quota e l'inserimento di terrazze alberate ai diversi livelli delle due torri residenziali.
Il giorno della presentazione alla stampa del progetto, il 30 Maggio scorso, la rumorosa irruzione dei ragazzi del V33 al grido di "via i palazzinari da Milano" o via "i pescecani del mattone" si trasforma in realtà in una dura accusa alle amministrazione pubbliche e alla loro presunta resistenza al confronto e al dialogo con i cittadini (la Moratti nel suo intervento dichiarerà esattamente il contrario). Nell'occasione la protesta è stata costruttivamente gestita da Manfredi Catella, (Amministratore di Hines e relatore della giornata) che ha invitato i contestatori ad esprimere liberamente il loro pensiero e a partecipare poi alla presentazione. Lo stesso Catella illustrando le line guida del progetto e motivando alcune scelte strategiche ha definito così il lungo percorso progettuale: "è stato un esercizio faticoso e difficile ma Milano ha bisogno di un Nuovo Umanesimo che ponga l'uomo al centro di tutto e in questo progetto ci siamo riusciti". Che per altro è ciò che chiedono anche gli oppositori della "nuova isola": più attenzione all'esigenze dei cittadini, più dialogo fra amministratori, progettisti, gente comune, maggior flessibilità e capacità di adeguamento delle scelte progettuali, il diritto insomma di poter partecipare alle decisioni che influenzano la vita di tutti. Per chi lo vorrà, cittadini o curiosi, addetti ai lavori e non, favorevoli o contrari, sarà possibile approfondire la conoscenza dei dettagli del progetto, comprendere meglio lo sviluppo degli spazi, monitorare le fasi di avanzamento dei lavori il cui completamento è previsto per il 2012; dal 1 Giugno infatti, un grande plastico, un video e tutti i dati dell'intervento potranno essere consultati nell'Info Point allestito all'interno della Fondazione Catella, in via de Castilla 28, proprio all'ingresso dell'Isola. Uno spazio pubblico nuovo aperto a tutti, nel segno di un progetto importante che non si vuole nascondere ma anzi non a paura i sottrarsi alle critiche e di assumersi la responsabilità di essere il motore di un nuovo rinnovamento cittadino. Speriamo non tradisca le attese e i desideri che da troppi anni, milanesi e non, hanno riposto sul rilancio di quest'area.