Strutture – Il centro geriatrico di Santa Rita, in Spagna, è ispirato a una concezione moderna dell'accoglienza

Ciutadella de Menorca è un Comune spagnolo situato nella comunità autonoma delle Baleari; fondata dai cartaginesi, fu l'unica capitale dell'isola fino al 1722, anno in cui lo diventò Mahòn. Per le straordinarie architetture del suo centro storico, che vanta palazzi di origine medievale e musulmana, e per la sua storia ricca di tradizioni, la città intera fu dichiarata Monumento Storico Artistico Nazionale. Il Consell Insular de Menorca indisse nel 2002 un concorso per la costruzione di un centro residenziale per anziani su un'altura poco distante dall'antico centro. Obiettivo della costruzione: ospitare 70 persone anziane non in grado di vivere autonomamente e prevedere 20 posti per ricoveri giornalieri. Luogo prescelto: una parcella quadrangolare sottoposta alle norme del Bollettino Ufficiale delle Isole Baleari che impone 10 metri di arretramento rispetto al confine del lotto e un indice di costruzione non superiore al 50%. Importo dell'opera: non superiore alla cifra standard prevista per un centro geriatrico di medie dimensioni (ca 4000 m2).

Un progetto innovativo
L'età sempre più elevata della popolazione è un problema contemporaneo; ciò porta Manuel Ocaña a ripensare la tipica concezione degli spazi, sia pubblici che privati, per andare incontro agli utenti con problemi di mobilità, trasformando in punti di forza le restrizioni imposte dal luogo e dal programma. Non volendo costruire un centro geriatrico che somigli a un ospedale, l'architetto pensa a uno spazio libero e fruibile in modi diversi, dove non sussistano “percorsi obbligati”: una pianta libera articolata in un unico livello dove ogni stanza, singola per garantire la privacy dell'utente, ha collegamento diretto sia al giardino che alle zone comuni. L'idea alla base del progetto è costruire un luogo interamente accessibile, dove vengano favorite le relazioni sociali senza interferire con l'intimità dell'utente, una “casa protetta” che si apra alla scena urbana e abbia relazione con il mondo esterno.

Orti privati e spazi per i residenti
Partendo dalla singola unità abitativa, il programma residenziale si sviluppa, in relazione alla geometria del lotto, nella successione delle stanze secondo un percorso sinuoso, che si curva e si flette per arrivare a chiudersi su se stesso, creando un giardino interno che sarà l'ingresso principale e diretto a ogni abitazione. Colmando così l'area di possibile edificazione, il progetto si chiude all'esterno con una facciata continua, seguendo gli allineamenti imposti dalla normativa; lungo la fascia esterna non edificata larga 10 metri, si trova un “giardino del passeggiare”, con due percorsi per l'attività fisica. Un sentiero dal tracciato ondulato, leggermente in pendenza, percorre il perimetro dell'edificio affiancato da un giardino lineare, dove la vegetazione si inerpica su una struttura a ma glia accompagnando la recinzione e filtrando l'ingresso del mondo esterno. All'interno della monade curvilinea delle stanze, si trovano tre giardini: orti privati, di fronte alle singole abitazioni, e piante, alberi da frutto e fiori di diversi colori forniscono punti di riferimento per gli anziani residenti, dando identità alla loro abitazione. Allo stesso tempo, le differenti cromie degli spazi verdi segnalano i programmi delle diverse aree all'interno: giallo per la riabilitazione, azzurro per le terapie occupazionali e bianco per lo svago.

I servizi comuni 
Fra le abitazioni e il perimetro ortogonale dell'edificio c'è uno spazio aperto dall'insolita estensione che ospita i programmi geriatrici e i servizi comuni in una serie di “isole” dalla struttura organica e articola, allo stesso tempo, la circolazione. Disseminati in esso, ma in posizioni strategiche, piccoli volumi con struttura indipendente, che rispettano rigorosamente la cromia del centro, ospitano i servizi necessari a ogni funzione: scatole ovoidali ospitano i servizi, box quadrangolari i depositi per la biancheria, volumi compositi le unità mediche di supporto. Vivere l'edificio non significa attraversare una successione di ambienti con porte, disimpegni e corridoi, ma muoversi in un luogo mutevole e armonico in cui nessun percorso è predefinito.

Il linguaggio dei colori
Per fornire un'ulteriore guida ai movimenti quotidiani all'interno del centro, l'architetto ha disegnato sul soffitto la proiezione della topografia del sito: linee, che identificano le curve di livello, si rincorrono mutando colore in ragione della zona e dell'orientamento, sfumando in toni differenti conformi alle quote. I muri perimetrali esterni concludono il programma cromatico del centro: sequenze di pannelli di policarbonato traslucido piani, concavi e convessi riflettono i colori mutevoli delle giornate nell'alternarsi del giorno e della notte nel continuo susseguirsi delle stagioni. I pannelli del lato nord riflettono il blu intenso e il verde, mentre le facciate sud e ovest convergono in un caldo giallo e arancio. Con una struttura semplice e dai costi contenuti, Manuel Ocaña è riuscito a costruire una residenza per anziani innovativa nell'organizzazione e nella distribuzione spaziale, dove la particolare attenzione al rapporto esterno-interno e l'importanza attribuita allo spazio aperto si traducono nella progettazione di giardini con superficie pari a quella edificata.