post evento – Quale ruolo può giocare l'architettura nell'esteso processo di urbanizzazione della popolazione mondiale? Questa è la domanda principe dell'incontro del 19 e 20 maggio, e forte è nato l'invito agli architetti e alle amministrazioni di tornare a prendere le redini di questo sviluppo.

L'ultimo rapporto ONU sulla "Stato della Popolazione Mondiale" afferma che 3,3 miliardi di persone, vive nelle città. Si tratta di circa la metà della popolazione mondiale e si stima che nel 2030 i cittadini diverranno 5 miliardi. Le conseguenze si possono immaginare, prima fra tutte l'enorme aumento di richiesta di energia. Quale ruolo può giocare l'architettura in questo immenso processo?  Il convegno ha cercato di dare risposte a questa domanda presentando linee guida e casi studio di eccellenza.

In Italia il rapporto presentato sull'urbanizzazione del territorio è terribile. Sempre più edifici, sempre più cementificazione, sempre più distruzione ambientale. Di fatto c'è stato in questi ultimi decenne un vero disastro nel nostro paese. A parte esempi di eccellenza, a livello urbano si riscontra un vero fallimento e architetti ed urbanisti spesso sono stati complici di questo scempio.  L'eccellenza della nostra architettura non ha potuto fermare questo degrado.

La speculazione ha dominato sovrana sia nei centri storici, abbandonati dai cittadini residenti che li hanno lasciati per i costi eccessivi degli immobili, sia nei nuovi quartieri ai margini della città, "luoghi non luoghi", spesso senza servizi e comunicazioni efficienti, costringendo centinaia di migliaia di cittadini ad un pendolarismo nel traffico asfissiante o al caos dei centri commerciali, spesso unici punti di incontro e servizio in queste nuove aree residenziali dell'estrema periferia. 

Malgrado il degrado non si può gettare la spugna e gli architetti devono lottare per tornare a guidare in modo sano lo sviluppo, perché una gestione non amministrata contribuisce sempre all'imbarbarimento delle città. La difesa della qualità urbana può invece limitare e impedire la dissoluzione urbana e i conflitti. Ma è necessario lavorare per attivare percorsi virtuosi, per fare rinascere e tutelare il territorio, per sviluppare una cultura responsabile e sociale della città.

Ecosistema urbano
L'attenzione degli architetti non deve riguardare solo gli edifici ma tutto "l'ecosistema" urbano.

E' necessario pensare la città con altri concetti. Recuperare i principi fondamentali del "buon governo" in chiave moderna, fare un'architettura ed urbanistica attenta al principio della sostenibilità, alla tutela e al recupero dei beni ambientali, paesaggistici e del patrimonio storico, preoccupata a difendere la qualità di vita dei cittadini ed un corretto sviluppo economico. L'architetto italiano deve prepararsi ad affrontare le sfide del futuro: costruire a basso costo ma in modo rispettoso della qualità; riqualificare e rigenerare il costruito con risparmio; affrontare la competizione internazionale di un management progettuale e gestionale organizzato, confrontarsi con standard europei ed extraeuropei di altissima qualità.  Resistiamo! Uno dei suggerimenti del convegno è lavorare per una società di "decrescita", in senso positivo. Nella nostra società dei consumi si deve consumare e produrre sempre di più, anche se non è necessario e ci sono strati della popolazione povera che non ha di che vivere. Invertiamo questa tendenza seguendo le indicazioni delle "R": Riconcettualizzare, Riutilizzare, Rilocalizzare, Ridistribuire, Ristrutturare, Ridurre, Riciclare, Rivalutare. In breve, resistiamo allo spreco ed al consumo inutile. Dal punto di vista architettonico il fallimento di Dubai, cattedrale capitalistica nel deserto, nel senso letterale del termine, è un esempio da non dimenticare. Mentre è opportuno ricordare che l'energia del sole produce 10.000 volte il fabbisogno energetico terrestre. Bisogna solo imparare ad utilizzarla al meglio.

Urbanistica di eccellenza - Alcuni casi studio

EMIRATI ARABI: MASDAR CITY
La prima città degli Emirati arabi ad impatto zero. Le caratteristiche di questa città, la più ecologica al mondo, sono sorprendenti, progettata per ospitare circa 50.000 abitanti è costruita in mezzo al deserto ed ha la più grande centrale fotovoltaica del medio oriente capace di generare 10 MW. Il progetto della città di Masdar ha dimostrato che, anche in un clima torrido come quello di Abu Dhabi, è possibile soddisfare il 100% del fabbisogno energetico ricorrendo a fonti di energia rinnovabili.

GERMANIA: ACCADEMIA MONT-CENIS PER L'ISTRUZIONE SUPERIORE
Situato nel cuore della zona della Ruhr, in un sito industriale dismesso, l'edificio, al di là della sua funzione come centro di formazione, è un edificio pilota per la tutela dell'ambiente ed il risparmio energetico.

FRANCIA: RESTAURO DELLA "HALLE PAJOL"
L'intervento di restauro proposto per la Halle Pajol è un progetto unico e molto ambizioso: alla complessità del coniugare le diverse destinazioni d'uso (ostello della gioventù, sale per attività, biblioteca e giardino) si aggiunge il restauro storico della Halle, esempio del patrimonio industriale del XIX secolo.

STOCKHOLM ROYAL SEAPORT
La Stockholm Royal Seaport è una delle tre aree di sviluppo urbano di Stoccolma con uno specifico profilo ambientale, strutturata per offrire una grande varietà di posti di lavoro, alloggi, trasporti, istruzione, servizi pubblici e commerciali, eventi culturali e di intrattenimento. A partire dal 2010, Stockholm Royal Seaport crescerà di circa 500 abitazioni ogni anno.
 

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