Testo a cura di Carlotta Eco




Un'edificio in corian: il Seeko'o Hotel a Bordeaux
Testo a cura di Carlotta Eco
SCHEDA DI PROGETTO

Luogo: Bordeaux, Francia
Committenza: Seeko'o Hotel
Progettisti: Atelier d'Architecture King Kong (Laurent Portejoie, Paul Marion, Frédéric Neau, Jean-Christophe Masnada)
Impresa di costruzione: Sarl CDK
Lavorazione dei pannelli: A.E.A, Atelier Européen d'Agencement
Montaggio pannelli di facciata: Società Tonicello, Francia,
Tempi progetto: 2004
Tempi di realizzazione:2005- 2007
Superficie costruita: 2300 mq
Costo complessivo allestimento: 4,2 milioni di euro (costo complessivo comprensivo dell'acquisto del terreno)
Fotografie: Arthur Pèquin

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Intro

Nel Novembre scorso, a Bordeaux, è stato inaugurato un Hotel interamente rivestito in lastre di Corian - materiale oramai molto diffuso nella progettazione di interni e di oggetti di design - che per la prima volta è stato utilizzato su grande scala come rivestimento esterno di un edificio. La città francese è notoriamente associata alla tradizione, al vecchio porto, al suo fiume, la Garonna. Non poche sono state le resistenze in fase di approvazione di un progetto di così grande rottura e così alto livello di sperimentazione. Sperimentazione che, va detto, non riguarda solo il progetto ma anche la lavorazione dei pannelli di questo materiale straordinariamente duttile: il corian

Il progetto

L'edificio, un albergo a cinque piani, completa l'angolo di un isolato rimasto vuoto per molti decenni sito in un quartiere storico nella zona del porto. La cortina edilizia, nella quale si inserisce l'hotel, si affaccia direttamente sul grande viale che costeggia la riva sinistra della Garonna. La nuova architettura si contrappone al tessuto edilizio esistente, costituito da palazzi stretti affiancati uno all'altro, e va a ricomporre un fronte stradale continuo con un grosso volume di forma monolitica. Unico elemento di dialogo e integrazione con il contesto sono le aperture che ripropongono il taglio, il ritmo e la suddivisione gerarchica delle finestre dei palazzi contigui. La forma dell'edificio richiama un gigantesco blocco di ghiaccio, immagine ottenuta non solo per mezzo della forma sfaccettata del volume, ma anche grazie alla scelta di un materiale unico di rivestimento, completamente bianco, e utilizzato in modo da creare una superficie uniforme: il corian appunto. Il concept iniziale ha anche determinato il nome dell'hotel, Seeko'o, termine che in lingua Inuit significa proprio Iceberg.

l'edificio in corian si inserisce nella cortina edilizia del porto (1,2,3) la fuga
fra i pannelli misura pochi millimetri (4)

la facciata in corian (1) il corian negli interni (2,3,4)

La struttura

La struttura dell'edificio, il cui progetto è dello studio francese Atelier d'Architecture King Kong, è stata interamente realizzata in cemento armato con metodi di tipo tradizionale. L'aspetto innovativo riguarda dunque soprattutto il materiale di rivestimento esterno della facciata. Per la sua realizzazione lo studio francese si è avvalso della collaborazione di una serie di ditte specializzate sia nella sua lavorazione sia nel suo montaggio; inoltre i progettisti si sono potuto avvalere di una serie di consulenti che normalmente ruotano attorno a un'azienda multinazionale di grande taglio, la Dupont.

montaggio di una doppia griglia sulla facciata in cemento armato (1,2,3)
l'aggancio dei pannelli in corian (4) 

Il montaggio dei pannelli

Una volta realizzato, l'edificio è stato completamente ricoperto da una doppia struttura metallica fissata al cemento: si tratta di un reticolo di tubolari quadri in alluminio composto da verticali principali sulle quali fissare i profili orizzontali dell'orditura secondaria. Ne è emersa una griglia, cioè una struttura dello spessore di 10 centimetri che ha permesso di montare i pannelli del rivestimento in corian in modo del tutto complanare. Si è potuto così ridurre al minimo - stiamo parlando di pochi millimetri - la dimensione delle fughe tra un pannello e l'altro. Ed è stato proprio questo sforzo progettuale a costituire la condizione necessaria all'ottenimento di un'immagine monolitica. L'azienda che si è occupata del montaggio della facciata ha dovuto elaborare un sistema di sollevamento specifico che necessitava, tra l'altro, della creazione nei pannelli di alcuni fori del diametro di circa cinque centimetri. I fori, chiusi in un secondo tempo, hanno permesso di "imbracare" e sollevare con una gru ogni lastra e di portarla in facciata. Per traslare le lastre in posizione, i montatori, sollevati in quota per mezzo di piattaforme mobili, si sono serviti di un sistema di rotaie di scorrimento fissate alla facciata stessa.

le lastre di corian scorrono su rotaie per arrivare in posizione (1,2)
i pannelli sono forati per permettere il sollevamento (3,4)

Dimensione dei pannelli

Il disegno della suddivisione dei pannelli segue delle curve sinuose, che evitano di offrire alla vista delle soluzioni di continuità nette o spigoli al vivo richiamando, ancora una volta, l'idea di una naturale figura in ghiaccio. La loro realizzazione ha implicato la creazione di pezzi dalla forma irregolare, uno differente dall'altro. Il taglio è stato effettuato in officina e non ha comportato particolari difficoltà. Per riuscire nell'impresa sono infatti state utilizzate macchine da taglio a controllo numerico. Le cose sono state più difficili in relazione alla successiva fase del lavoro, quella cioè che riguarda il trasporto. Ma è stato soprattutto nel montaggio che si è dovuta prestare una particolare attenzione. Data la dimensione media dei pannelli, circa 6x3 metri, si è avuto più di un momento critico dovuto al rapporto fra lunghezza spessore e peso: i singoli pannelli, che comportavano uno spessore di 13 mm per un peso 300 chili l'uno, hanno rischiato infatti di rompersi nella fase di movimentazione, che si è così rivelata come la più difficile di tutte.

la delicata fase di montaggio dei pannelli (1,2,3,4)

Sistemi di fissaggio

Il sistema di fissaggio dei pannelli alla struttura reticolare è concettualmente molto semplice: per agganciarli basta una semplice pressione. Le singole lastre sono state dotate sulla faccia interna di fori a viti filettate in acciaio. Le viti sono state assemblate al materiale stesso (un sistema brevettato dall'azienda con il nome di "squirrel fitting system"). Si è venuto così a determinare un sofisticato sistema di fissaggio, che ha permesso di ottenere fughe molto sottili e permettere una facile manutenzione in caso di sostituzione di un pannello. La natura termoformabile del corian (materiale a base di resina) ha reso possibile fissare solidamente, si potrebbe dire quasi "saldare" al pannello le viti inserite in un tassello di corian. Il sistema è stato naturalmente sottoposto a una serie di test e validazioni tecniche da parte di una società di certificazione di sicurezza francese (la Qualiconsult). Si tratta di precauzioni adottate al fine di evitare il rischio di sganciamento e di distaccamento delle lastre, un eventualità molto presente in un contesto nel quale, per l'apertura sull'oceano e la totale mancanza di una copertura collinare o montuosa alle spalle, la città - e in particolare la zona del porto dove sorge l'Hotel Seeko'o - è costantemente esposta alle sferzante quanto improvvise folate di vento.

Interni

Il corian non è stato impiegato solamente nel rivestimento della facciata dell'hotel bordolese. Sfruttando le grandi possibilità che la duttilità del materiale offre, i progettisti hanno infatti creato una sorta di relazione coordinata tra esterno e interno. L'effetto che si è riuscito a creare, in accordo con il tema dell'Iceberg, è quello di un comune denominatore che permette una lettura continua dell'edificio che parte dall'esterno e raggiunge l'interno. Nel design degli interni, l'uso del corian è stato più tradizionale e il suo tema è stato declinato in tutte le forme. Lo ritroviamo infatti nei lavabi dei bagni, nel bancone della hall e all'interno delle camere sempre nella sua versione "bianco glaciale", un colore che domina tutto l'intervento.