Architettura – La struttura NewurbanFace è concepita come un salotto urbano in grado di comunicare le iniziative della città attraverso molteplici canali informativi

Molte sono le definizioni attribuite a NewurbanFace: “opera/evento permanente”, “salotto urbano”, “manifesto metropolitano”, a testimonianza della difficile classificazione di un intervento architettonico che sconfina dai canonici processi progettuali per appropriarsi di metodologie di marketing e comunicazione. L'idea di Simone Micheli, supportato dalla volontà politica di Antonio Oliviero (assessore al Turismo, Moda e Affari Generali della Provincia di Milano) e da Massimiliano Orsatti (assessore al Turismo, Marketing Territoriale, Identità del Comune di Milano), è quella di non disperdere i grandi contributi culturali ed imprenditoriali portati a Milano dal mondo dell'industria durante il Salone del Mobile ma di capitalizzarli in un'opera a servizio della città. L'operazione consiste, pertanto, nel trasformare un evento effimero del FuoriSalone in un “evento urbano permanente”, allestendo, con il contributo di importanti sponsor, uno spazio emozionale e promozionale che rimanga a disposizione della città e dei suoi cittadini. NewurbanFace, è un progetto di comunicazione della città e del territorio attraverso una vetrina mediatica dalla peculiare qualità architettonica. Nasce durante la settimana del design di aprile 2008 come nodo di convergenza dei contenuti culturali delle università e delle scuole milanesi connesse al mondo della creazione, per poi diventare un'appendice dello Iat, l'Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Milano.

Uno spazio speciale di promozione turistica
Uno spazio che consentirà ai vari soggetti che lavorano sul turismo in Italia di mostrare le loro eccellenze avvalendosi di una vetrina di rara originalità, nel cuore di Milano, per organizzare eventi, mostre, presentazioni ed incontri. Questo nuovo “salotto urbano” è stato realizzato in uno spazio sotterraneo all'interno della struttura dell'ex albergo Diurno Cobianchi, progettato nel 1924 dall'ingegnere bolognese Cleopatro Cobianco in stile liberty-déco tra Piazza del Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele. Un'area di 1500mq, sottoposta nel 2003 ad un primo intervento di tipo conservativo per ospitare gli sportelli informativi dello Iat gestiti dalla provincia di Milano. In questa struttura convergono ogni giorno centinaia di turisti e cittadini per chiedere informazioni di qualsiasi tipo sulla città e sul suo territorio. Il nuovo spazio progettato da Simone Micheli, va ad integrare gli uffici già esistenti con l'obiettivo di migliorare l'accoglienza e la promozione turistica accogliendo eventi speciali. Una nuova area multimediale in grado di comunicare le iniziative attraverso molteplici canali informativi, dall'esposizione delle tradizionali brochure cartacee agli audiovisivi distribuiti su 12 monitor, fino alle innovative audioguide, un assistente turistico virtuale scaricabile direttamente sul cellulare tramite bluetooth.

Effetti scenografici
Simone Micheli ha progettato questo spazio flessibile ed interattivo operando, come è nel suo stile, per “osmotica dissonanza con il preesisistente”, vale a dire ideando uno spazio onirico, uno scenario imprevedibile completamente avulso dal contesto e dal forte impatto emotivo. Il lungo tunnel sotterraneo, concepito come spazio mutevole e trasformabile, è definito da superfici candide, glitterate, riflettenti che si animano del colore dei corpi illuminanti a led Rgb. Un percorso sensoriale definito dalle pareti curvilinee realizzate con specchi serigrafati e macro video e segnato da totemiche colonne dalle linee fluide, grandi lampadari tessili con corpi illuminanti e sedute scultoree di colore giallo. L'effetto scenografico è amplificato dalla superficie riflettente del pavimento dalle tonalità argentee realizzato con lastre 60x60 Grey della collezione Mo.De dell'azienda tedesca Porcelaingres del gruppo GranitiFiandre.

Una struttura in grado di stimolare il visitatore
Un elemento continuo interrotto da inserti in vetro ed acciaio che consentono di vedere le rovine romane sottostanti. A questo unico ambiente multifunzionale si aggiungono un'area bar, con il bancone nascosto dietro una grande cornice gialla che può fungere sia da punto accoglienza che da supporto per il catering, e una sala riunioni le cui pareti sono mosse da una moltitudine di specchi circolari. NewurbanFace si configura pertanto come un racconto sensoriale a tre dimensioni in grado di stimolare i sensi del visitatore coinvolgendolo in un rapporto spaziale unico, un manifesto della personale visione del futuro dell'architettura di Simone Micheli: «La ricerca all'interno del mondo del progetto sarà sempre più costituita da strutture percettive, da microclimi sensoriali intelligenti che tenderanno ad una realtà astratta, immateriale, colma di funzioni ed informazioni. Il futuro vedrà un'architettura che diverrà sempre più oggetto e/o sistema reversibile e leggero che dovrà adeguarsi al vorticoso variare delle infinite possibili realtà».