@Scandurra Studio Architettura
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Nell'ambito della trasformazione di Cascina Merlata a Milano, un nuovo intervento sarà realizzato, tra le più importanti firme dell'architettura contemporanea. Stavolta è Alessandro Scandurra a firmare l'opera, che si inserirà all'interno dei già presenti edifici di housing sociale, tra edilizia convenzionata e libera. Il progetto si chiamerà UpTown District e si pone come uno degli esperimenti di maggiore interesse per l'innovazione.  

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Il primo smart district milanese è stato pensato per rendere facile e piacevole la vita delle persone in ogni dettaglio. Il progetto riqualifica un’area di 900.000 metri quadri situata a nord-ovest di Milano, in prossimità del quartiere Gallaratese, e nasce dalla collaborazione tra Euromilano, Recchi Engeneering, Scandurra Studio, Zanetti Design Architettura, AI Engeneering. Nel contesto di UpTown Alessandro Scandurra, con Scandurra Studio, presenta il progetto Cascina Merlata, un’area di 15.900 metri quadri posizionata vicino alla Fiera Rho-Pero, all’interno del futuro sito di espansione dell’area Expo 2015, a cui è direttamente collegata attraverso un ponte pedonale. Il tema principale del progetto è la creazione di un sistema residenziale aperto e in continuità con la struttura urbana e paesaggistica esistente, acquistabile a costi contenuti.

"Esiste qualcosa di prezioso nei progetti, qualcosa che viene riconosciuto come un valore, un'attenzione a come le cose stanno insieme: una bellezza che si può realizzare prestando attenzione e cura al progetto e non per forza spendendo più denaro, che definirei una bellezza democratica" ha sottolineato l’architetto Scandurra.

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La proposta realizza realtà urbane diverse, percorsi, piccole piazze, dove lo spazio pubblico incontra quello privato in una catena di slarghi e costruisce una forte relazione con il parco centrale. Una sequenza di edifici isolati crea un piccolo “archipelago urbano”, costituito da cinque torri e tre edifici in linea che realizzano un sistema aperto fronte parco: il complesso, infatti, non si chiude in se stesso ma si apre al passaggio pedonale tra parco e strade incorporando e amplificando il sistema degli spazi comuni e pubblici: gli edifici stessi sono pensati come oggetti paesaggistici e costruiscono un insieme dinamico. Grandi balconate, pensate come stanze all'aperto, avvolgono la maggior parte dei volumi, in stretta relazione con gli spazi verdi da cui sono circondati. Il sistema degli spazi aperti, unito all'intero sviluppo delle aree verdi, costruisce momenti d’incontro per gli abitanti, che potranno riconoscersi in una piccola comunità.

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Il progetto di Alessandro Scandurra sceglie un forte legame con una speciale identità di Milano, riferendosi chiaramente a quegli edifici che hanno connotato la città nel dopoguerra, come i condomini di Luigi Caccia Dominoni, di Ignazio Gardella, di Gigi Ghò, Marco Asnago o Angelo Mangiarotti. “Ho scelto di legarmi a una specifica identità dell’architettura milanese: nel progetto è esplicito il richiamo a edifici che caratterizzano la città dal dopoguerra, che rappresentano Milano e la sua anima divisa tra arte e industria. L’architettura di Milano è eclettica e da sempre unisce i tratti storici a esigenze tecniche e pragmatiche: ho voluto legarmi al movimento moderno milanese costituito da architetti e intellettuali che si schierarono ideologicamente con il cambiamento della tradizione ottocentesca, generando un vero e proprio gruppo di militanti razionalisti che vogliono tagliare con il passato e esprimere il proprio tempo. Una vera e propria scuola milanese che oggi si rivela colta e internazionale”.

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