A Colorado Springs, la città dove nel 1894 venne fondato il Comitato Olimpico degli Stati Uniti d’America, è stato inaugurato nel mese di luglio 2020, dopo circa tre anni dall’avvio dei lavori, il Museo Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti, progettato dallo studio di architettura Diller Scofidio + Renfro. Il museo si trova alla base delle Montagne Rocciose a Colorado Springs, sede dello United States Olympic Training Center e funge da punto di riferimento per il nuovo distretto di City for Champions, formando un nuovo asse e collegando il centro cittadino con il vicino parco a tema America the Beautiful Park. Con una superficie di circa 5.600 mq, il museo nasce come una grande galleria tra le tappe storiche delle squadre olimpioniche e preolimpioniche americane. Il progetto si compone di quattro volumi disposti a ventaglio e uniti da una grande rampa, il cui riferimento non può che essere il Guggenheim di New York, progettato da Frank Lloyd Wright nel 1943.  Nel caso del Museo Olimpico e Paralimpico, la rampa oltre a diventare l’elemento architettonico di connessione tra i volumi, rappresenta il percorso più agevole che guida i visitatori lungo la storia del team. Larga circa 2 m, è infatti adatta ad accogliere il movimento fianco a fianco di due persone, inclusa una sedia a rotelle.

Il museo, la cui progettazione ha coinvolto gli atleti dei team USA, nasce infatti con l’obiettivo di essere uno degli spazi espositivi più accessibili e interattivi al mondo, con un tour personalizzabile in base alle esigenze di accessibilità. L’edificio, strutturato con diversi ambienti e funzioni, ispirato dall’energia e dalla grazia degli atleti del Team USA e dai valori inclusivi delle organizzazioni, presenta una forma a spirale dinamica che consente di scendere dalle gallerie in un percorso continuo, garantendo ai visitatori di tutte le abilità di condividere senza problemi la stessa esperienza comune e portando così il progetto in cima alle classifiche tra i musei più accessibili al mondo. All’interno, il museo ospita 1.850 mq di gallerie espositive, un moderno auditorium, spazi per eventi e una caffetteria, mentre esternamente i volumi sono avvolti da una scenografica facciata formata da 9.000 pannelli di alluminio anodizzato. Ciascun pannello, diverso per forma e dimensione, è animato dalla straordinaria qualità della luce del Colorado, producendo sfumature di colore che conferiscono un ricercato senso di movimento e dinamismo. Al centro del complesso museale si trova una piazza terrazzata in cemento, cullata dall’edificio del museo a sud e dal caffè a nord. La piazza incornicia una vista spettacolare da cartolina sul Pikes Peak e, oltre, verso la catena montuosa delle Rocky Mountains. Con posti a sedere ad anfiteatro integrato, la piazza è in grado di ospitare eventi all’aperto durante tutte le stagioni, dai giochi invernali ai giochi estivi. Un nuovo ponte pedonale di circa 80 metri attraversa i binari della ferrovia e collega il centro di Colorado Springs all’America the Beautiful Park, nonché al sistema di sentieri esistente. La struttura della pelle stressata agisce contemporaneamente come un arco e una capriata. Il ponte è un esercizio di fitness, sia in termini di materiale che di geometria.

L’atrio centrale risulta dalla sovrapposizione di petali concentrici e sovrapposti che costituiscono la galleria stessa, coprendo una superficie di circa 20.000 mq per una altezza di 12 metri; l’atrio risulta illuminato da un ampio lucernario, caratterizzato dalla presenza di candidi elementi in calcestruzzo fibrorinforzato che ne consentono, attraverso una serie di fori, la vista dalla lobby d’ingresso al piano terra. Questa strategia di Una serie di disegni concettuali che mostra come il movimento di un atleta (un lanciatore del disco) ha influenzato il design del museo illuminazione funge anche da wayfinding, orientando i visitatori verso l’atrio e posizionandoli lungo una traiettoria che si muove attraverso le gallerie progettate da Gallagher Associates, che presentano mostre interattive e immersive. Quattro balconi vetrati posti a diverse altezze e affacciati sull’atrio aiutano i visitatori a riorientarsi nel loro percorso attraverso circa 1.850 mq di gallerie espositive, che si sviluppano a spirale sui tre diversi livelli del museo. Il pianoterra accoglie un teatro di 185 mq con capienza fino a 130 persone. Due file di sedili sono rimovibili per ospitare un massimo di 26 sedie a rotelle, consentendo a una squadra di hockey paralimpica di sedersi tutti insieme. Al secondo piano si trova invece lo spazio per eventi di 120 mq, completo di terrazza esterna che offre una suggestiva vista panoramica dal centro di Colorado Springs fino alle Montagne Rocciose. Qui trovano spazio anche una caffetteria con un’area esterna dedicata alla ristorazione e una sala didattica. Il ristorante prevede un servizio completo e programmi educativi, fornendo uno spazio di incontro flessibile attraverso la piazza dall’edificio principale del museo. Il tetto paesaggistico del caffè campiona le piantagioni autoctone che fanno rivivere agli ospiti il cambiamento delle stagioni. L’ultimo piano, oltre alle gallerie espositive, accoglie una sala multifunzione di 75 mq con terrazza esterna e un’ampia finestra a tutta altezza che incornicia la vista sul panorama circostante.

INCLUSIVITÀ ED ESTETICA: CONNUBIO PER UNA ACCESSIBILITÀ SOSTENIBILE E BELLA
L’obiettivo del museo è celebrare in modo iconico la storia dei Giochi e le gesta degli atleti degli Stati Uniti, e per farlo si propone come un luogo completamente inclusivo e rivolto a ogni necessità dei visitatori, oltre a essere un oggetto architettonico affascinante, con importanti dettagli che richiamano la storia del Novecento. Con il loro progetto, infatti, lo studio internazionale Diller Scofidio + Renfro sfata il mito per il quale progettare prestando attenzione all’inclusività può avere delle ripercussioni estetiche: gli interni, curati in ogni minimo dettaglio, rispettano i requisiti per i disabili, con particolare attenzione per quanto riguarda, tra le altre cose, i parapetti realizzati in vetro così da avere una visibilità a bassa altezza e pavimenti lisci per facilitare i movimenti di una sedia a rotelle. Il tiratore paraolimpico Mike Tagliapietra e l’atleta Matt Simpson sono stati i principali fautori dell’impresa contribuendo a dare gli spunti adatti per la realizzazione di un’architettura davvero inclusiva. I due atleti hanno infatti permesso ai progettisti di immedesimarsi in quelle che potrebbero essere le difficoltà da parte di persone con disabilità per poter visitare un museo. “Ricordo che la prima cosa che ho detto loro è stata, per favore, di non mettere il tappeto nel museo. Rende difficile spingere la carrozzina”, ha detto Tagliapietra. Ispirato dall’energia e dalla grazia degli atleti e dai valori inclusivi dell’organizzazione; i quattro volumi poligonali a petalo si connettono fra loro, intersecandosi, uniti da una rampa che rappresenta l’elemento architettonico principale del percorso museale. Il progetto risulta inoltre certificato LEED Gold, grazie all’ implementazione di strategie di sostenibilità che includono: la riqualificazione di un’area con scalo ferroviario di fine ‘800; prestazioni esemplari per uno spazio aperto, definito da terrazze, ampie aree paesaggistiche e tetto verde. Il tutto con una messa in servizio potenziata per garantire che tutti i sistemi dell’edificio funzionino con la massima efficienza.

AMBIENTE E TECNICA PER UN'ARMONIA TRA LE PARTI
Il museo trovandosi in un’area adiacente a un corridoio merci e a uno scalo ferroviario, ha richiesto uno studio approfondito dell’acustica e delle vibrazioni, per valutare l’impatto dei movimenti ferroviari sul museo. Utilizzando il SoundLab, un ambiente di auralizzazione 3D, lo studio ARUP ha valutato l’impatto del rumore dei movimenti dei binari sul teatro e su altri spazi museali. Questo ha consentito alle parti interessate del museo e al team di progettazione di prendere una decisione informata sulle opzioni di mitigazione acustica. Alla fine, si è deciso di isolare il teatro dalle vibrazioni utilizzando una costruzione box-in the-box, come costruire una stanza all’interno di un’altra stanza, per ridurre al minimo l’impatto del rumore sullo spazio. Il sistema strutturale allineato con le sfaccettature della facciata genera un’azione strutturale efficiente, ma al tempo stesso dinamica, risultato di una armonica integrazione tra tecnica e architettura che trasmette un senso di movimento e celebra i Giochi Olimpici e Paralimpici. Una grande capriata a sbalzo sospende le gallerie superiori sopra l’ingresso del museo, creando un’ampia campata libera e un ingresso accogliente e inclusivo per i visitatori. La facciata, tipico esempio di soluzione off-site prodotta in officina, trasportata per parti ed infine assemblata in loco, ha permesso di ottenere un risultato eccellente in termini di coesione, integrazione e funzionalità tra le parti. La struttura portante della facciata esterna, ad esempio, serve anche a sostenere l’edificio stesso. I molteplici vantaggi di queste soluzioni includono: l’eliminazione delle colonne interne, la facilità di future ristrutturazioni e la riduzione di costi, tempi e complessità dell’intervento. I sistemi strutturali primari sono costituiti da: una sovrastruttura a telaio in acciaio, fondazioni a cassone con pozzo perforato e anime laterali in calcestruzzo gettato in opera. Le transizioni verticali e orizzontali tra le superfici rigate e la sovrastruttura sono state coordinate con i dettagli architettonici per determinare le appropriate posizioni dei supporti e dei giunti di movimento richiesti a causa della temperatura, dei movimenti laterali e dei visitatori. Per questo motivo il sistema appare privo di giunzioni.

Scheda progetto
Committente: United States Olympic and Paralympic Museum
Area: 6,000 mq
Costo: 91 milioni US
Progettista: Diller Scofidio + Renfro (Partner in charge: Benjamin Gilmartin)
Interior designer: Advanced Consulting Engineers
Structures: KL&A in collaboration with Arup
Civil engineering: Kiowa Engineering Corporation
Fire safety: Jensen Hughes
Mechanical and water services: The Ballard Group
Electrical services: ME Engineers Acoustics, Audio/ Visual,
Teatro: ARUP
Accessibility: Ileana Rodriguez
Lighting: Tillotson Design Ass.
Landscape architecture: NES, Inc. in collaboration with Hargreaves Jones Code: Advanced Consulting Engineers
Vertical transportation: Iros Elevators Design Services
Quantity survetors:
Dharam Consulting
Energy modelling: Iconergy
External facades consultants: Heitmann & Associates
Facade manufacturer: MG McGrath
Construction manager and general contractor: GE Johnson
Local contractor: Lorin Industries, Terrazzo & Marble
Photos: Iwan Baan, Jason O’Rear, Nic Lehoux

Arketipo 153, Musei, Gennaio/Febbraio 2022