V° Ampliamento del Cimitero Maggiore di Voghera  
Progettista: Arch. Antonio Monestiroli
Assistente: Roberta Castiglioni
Collaboratori: Alberto Aschieri, Martina Landsberger, Paolo Rizzo, Giuseppe Rossi
Esecuzione del modello: Lola Ottolini, Bettina Palvarini
Progetto delle strutture: Davide Castiglioni
Progetto dei giardini: Franco Giorgetta
Computi metrico-estimativi: Mario Gipponi
Committente: Comune di Voghera
Località: Voghera (Ingresso verso ovest sulla strada della Folciona)
Datazione progetto:
Affidamento dell'incarico da parte del Comune di Voghera, dicembre 1994
Presentazione del progetto di massima 1:100, aprile 1995
Progetto esecutivo, maggio-settembre 1995
Inizio realizzazione: 1995
Destinazione d'uso: Edificio cimiteriale
Superficie complessiva del terreno: mq 19.914
Superficie edificio loculi: mq 1.600
Superficie edificio ossari: mq 162
Numero loculi: 4.010
Numero ossari: 1.210
Numero campi inumazione: 2.000
Materiale utilizzato:
Edifici: Mattoni a vista,
Lapidi: Pietra bianca di Vicenza
Cordoli delle aiuole: Pietra bianca di Vicenza
Pavimentazione dei passaggi sull'isola: Pietra bianca di Vicenza
Cancelli: ferro verniciato color verderame
Lance che contengono le luci: ferro verniciato color verderame

Ubicazione degli archivi cartacei o fotografici
Studio Monestiroli (per i disegni)
Stefano Topuntoli (per le foto)

Descrizione: L'ampliamento del cimitero maggiore di Voghera consiste nella realizzazione di un grande edificio a corte che si apre verso ovest sulla campagna, contenente migliaia di loculi, ognuno dei quali con una sua lapide di riconoscimento, affaccia sulla corte e, attraverso questa, sulla campagna.
Il luogo dei punti di vista delle lapidi è ancora un prato interno alla corte attraversato da un percorso a croce che conduce ai tre ingressi sui tre lati della corte. Una vasca d'acqua delimita il prato e lo trasforma in un'isola impedendo a chi lo attraversa di raggiungere le lapidi. Queste si possono soltanto guardare da una certa distanza, con rispetto.
La corte ha la funzione di un nuovo atrio di tutto il complesso cimiteriale. Attraverso essa è possibile accedere al cimitero vecchio, dalla porta est, all'ampliamento più recente, dalla porta nord, e ai nuovi campi di inumazione dalle porte nord e sud. Questo nuovo ingresso, che non vuole sostituirsi all'ingresso principale del cimitero ottocentesco, si rende necessario per la localizzazione dei nuovi servizi cimiteriali e dei nuovi parcheggi.
I 4000 loculi sono disposti nei tre lati dell'edificio a corte, che ha uno sviluppo in altezza di tre piani (uno interrato e due fuori terra). La loro distribuzione avviene lungo i due lati di una galleria coperta, in cinque file sovrapposte.
Al piano terra le gallerie sono illuminate e aerate naturalmente da grandi portali laterali che contengono i lucernari per l'aerazione e l'illuminazione del piano interrato.
Al primo piano i loculi sono disposti su un solo lato, illuminati da lucernari zenitali e aerati naturalmente da piccole aperture nel muro in mattoni confinante con la corte.
Alle lapidi che affacciano nella corte non si accede direttamente, perché il muro che le contiene è separato dal suolo della corte da un velo d'acqua su tutti i lati. All'interno della corte si forma così un'isola. Queste lapidi, pur corrispondendo ognuna a un loculo, (indicato all'interno della galleria) saranno contrassegnate tutte da un'identica croce leggermente scavata al centro della pietra. Il loro ruolo è quello di testimoniare, senza distinzioni, la presenza in quel luogo delle tombe.
Sull'isola si svolgerà il rito che precede la sepoltura e nella corte entreranno i feretri diretti ai diversi luoghi della sepoltura, mentre i visitatori accederanno alle diverse parti del cimitero passando dall'ossario.
L'ossario è costruito come un grande portale, appoggiato all'estremità del corpo di fabbrica realizzato nel più recente ampliamento.
Diviso in cinque settori fra cui si aprono quattro porte, l'ossario è costruito su due piani in cui sono contenute1200 celle per il culto, queste si presentano all'esterno ognuna con una propria lapide.
La distribuzione delle celle nei cinque settori disposti su due piani configura così il grande portale rivolto a sud, che si affianca alla corte aperta, completandone ma anche rafforzandone il senso.
La grande corte è circondata da un bosco di cipressi che ospita le sepolture a terra. I cipressi disposti secondo una maglia regolare, accolgono ognuno alla loro base otto sepolture (quattro coppie di tombe), così che ognuno possa sperare di essere sepolto sotto un albero.
Gli edifici sono costruiti in mattoni a vista, le lapidi sono di pietra bianca di Vicenza, come i cordoli delle aiuole e la pavimentazione dei passaggi sull'isola, i cancelli, come le lunghe lance che contengono le luci, sono in ferro verniciato color verderame.

'Gli elementi che costruiscono il luogo dei morti e che ne rappresentano il senso sono diversi. Si ritrovano nei tanti cimiteri della storia e attraverso la loro composizione si tramanda quell'unico sentimento che è proprio dei più belli: il sentimento di rispetto che appartiene all'atto della custodia. Quel 'farsi seri' loosiano che è segno del rispetto e che quando vien meno lascia il posto allo sconforto di chi vede profanate le tombe. La profanazione non è solo atto materiale di violenza ma anche soltanto mancanza di cura.
Gli elementi sono: il recinto, l'isola, il bosco, la porta, il portale, il tumulo, la lapide. Tutto è posato sul suolo che assume In questo caso, più che in qualsiasi altro, una sua forte identità. Un luogo riservato ai defunti, un luogo evocativo del tempo.
Il recinto è l'elemento costitutivo e ricorrente che appartiene storicamente al tema. E elemento di individuazione e allo stesso tempo di protezione del luogo. Lo stesso ruolo del muro è svolto dal fossato. L'isola circondata dal fossato è ancora luogo protetto e individuato. Anche il bosco è legato al culto dei morti. Il bosco appartiene a tutti quei cimiteri che affidano alla natura e ai suoi elementi il senso della durata nel tempo. La porta e il portale infine definiscono e rendono riconoscibile il passaggio da un luogo a un altro, sono la costruzione del limite.
Il progetto del quinto ampliamento del cimitero maggiore di Voghera assume questi come elementi significativi affidando a loro e alla loro composizione il senso del luogo. (') del cimitero si distinguono due parti, una domestica interna alle gallerie e destinata al culto delle singole sepolture, l'altra pubblica, rivolta alla città, che contiene e rappresenta il senso del luogo.
Come nella casa, in questo edificio la parte privata e quella pubblica si distinguono e svolgono due ruoli diversi ma entrambi necessari. Infatti, se da una parte non si può negare il diritto a un rapporto privato con la tomba, dall'altra è impossibile rinunciare alla rappresentazione di un unico e indistinto sentimento che lega fra loro tutti i cittadini di fronte alla morte. Questi due modi di vivere il luogo, ambedue irrinunciabili, sono alla base della scelta tipologica.'
(Ferrari, 2001, p. 166-169)

'I progetti di Antonio Monestiroli si sono sempre costruiti in una luce di assolutezza. L'assolutezza è quella delle forme elementari. Le pietre bianche del cimitero di Voghera contro il rosso dei mattoni e il verde degli alberi.
Gli elementi semplici della costruzione e insieme la chiarezza dell'architettura: i muri con le loro aperture, i pilastri e i porticati, i corpi parallelepipedi e le loro combinazioni.
La questione della elementarità delle forme è antica, in arte come in architettura. Ma non è riducibile a formula nè proponibile in termini univoci, perché esistono molti tipi di elementarità. Qui, come nelle opere di altri architetti milanesi, essa deriva da un processo di riduzione e decantazione delle forme. C'è differenza dall'idea di certe avanguardie, tese a 'rifondare' l'architettura in senso geometrico e purista. Esse credevano nelle forme pure come forme originarie, come principi primi. Qui le forme sono viste nella luce dell'esperienza e della storia. Le forme, in architettura, conquistano lentamente e con il tempo un loro senso collettivo, un loro valore convenzionale, una loro relativa stabilità. Diventano 'riconosciute' e riconoscibili: non per questo legate a significati particolari. Il carattere straodinario di ogni città sta nel suo essere usata e intesa in mille modi differenti: come se si trattasse di un libro sacro, in cui la fissità delle parole non chiude, ma apre all'interpretazione. Scopo del progetto è di esprimere nel modo più intenso questo senso collettivo delle forme: e ciò può essere fatto solo spogliandole da ciò che gli si interpone, riportandole a una loro celata essenza'
(Vitale, in 'Casabella'n. 635, 1996, p. 37)

Bibliografia
Daniele Vitale, Antonio Monestiroli e il cimitero di Voghera, in 'Casabella'n. 635, giugno, 1996
Massimo Ferrari (a cura di), Antonio Monestiroli. Opere, progetti, studi di architettura, Milano, Electa, 2001

Corridoio Ingresso Particolare facciata Particolare facciata Vista della Corte
Plastico Prospetti Pianta Planimetria generale Vista dell'interno