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A Dundee, tra il costruito della città e le acque del fiume Tay, il nuovo Victoria and Albert Museum firmato da Kengo Kuma & Associates. “Un nuovo soggiorno per la città”, come lo introduce l’architetto Kengo Kuma, ”è un edificio ideato come punto di connessione tra il fiume e Dundee, capace di creare una cornice attraverso la quale si può ammirare il fiume dalla città, e viceversa osservare la città dal fiume”.
Pensato per accostare natura e architettura, il Museo nasce da una precisa intuizione concettuale: le caratteristiche dell’ameno paesaggio scozzese verso il mare, puntualizzato dall’unicità dello sviluppo delle sue scogliere. “Quando iniziammo a pensare al progetto”, spiega Kengo Kuma, ”un collega mi mostrò un’immagine delle scogliere del nord-est della Scozia e mi sembrò che terra e acqua ebbero lì una lunga conversazione per poi dar vita a questa stupenda figura. Il design del V&A di Dundee”, prosegue, ”tenta di tradurre l’unicità geografica del sito nell’edificio stesso creando una scogliera artificiale”.
Unica l’organizzazione spaziale del complesso materializzata in setti in cemento armato curvati in più direzioni, uniti in innovative sequenze di modellazioni tridimensionali e segnati dall’aggetto di pannelli lineari in calcestruzzo prefabbricato che scorrono orizzontalmente lungo gli esterni per dar vita a incontri formali articolati e a ombre che variano con il mutare delle condizioni atmosferiche e la luce del giorno. Sviluppi solidi qualificati da infiniti moti dinamici, come da giochi di trasparenze e di vuoti, diretti verso l’ameno paesaggio naturale dell’intorno. Contatti visivi non casuali, dove i volumi pieni si arrestano per lasciar posto al nulla e per dar vita a indimenticabili viste.
Con uno sviluppo su una superficie di 8,445 m², il Museo si articola in due elementi principali, simili a due piramidi capovolte, distinte e separate al livello del piano terra, attive in un moto rotatorio in verticale, per poi riconnettersi in copertura. Poetico e suggestivo il punto di connessione tra il costruito e il fiume Tay, scolpito al di sotto dei setti inclinati del complesso capaci di dar vita a un'arcata contemporanea al livello della strada.

Un elemento architettonico rievocativo, memore dello storico Royal Arch del sito del 1844, poi demolito nel 1966, dove il “vuoto” diviene un’opportunità per riconnettere Dundee all’estuario del fiume, creando un invito privilegiato verso la passeggiata lungo le acque fluviali. Non casuale il disegno dei setti inclinati, muri strutturali che come un gioco di origami diventano l’orditura di supporto dell’insieme e che come svela il project architect Maurizio Mucciolasostituiscono all’austerità dei setti in verticale, un linguaggio architettonico più delicato insieme a un piacevole senso d’arrivo per i fruitori dell’opera.
Vincitore del concorso internazionale del 2010 e selezionato tra ben 120 progetti presentati all’evento, il nuovo V&A giace all’interno di un esteso masterplan per il waterfront di Dundee che con un budget pari a 1 miliardo di sterline, si sviluppa su un’area di 240 ettari e su una lunghezza di ben 8 km lungo il fiume.
Focus dell’ambizioso intervento di rigenerazione urbana, che secondo le aspettative avrà una tempistica di trent'anni e sarà ultimato nel 2031, il Museo evidenzia il ruolo importante della cultura nella guida del masterplan e si presenta come elemento di appartenenza e orgoglio per i suoi cittadini. Un luogo privilegiato per l’arte ma soprattutto un “soggiorno per il pubblico” invitato a fruire dei suoi spazi interni per usi e funzioni sociali complementariAccanto ai toni materici, grigi e freddi degli esterni, l’ambiente caldo e accogliente del grande atrio interno qualificato dall’introduzione di pannelli lineari in legno lungo le pareti inclinate.Componenti in legno di quercia europeaspiega Mucciola, ”con lunghezze e larghezze differenti, fissate ai setti portanti con inclinazioni varie e interrotte solo in prossimità di superfici vetrate”.

Trasparenze non causali, scelte dai progettisti per i collegamenti visivi continui con la città e con l’ameno paesaggio circostante. Varchi che seguono ritmi differenti lungo il percorso della scala e che poi si allargano a introduzioni di sistemi a curtain walling in prossimità del foyer del livello superiore, della terrazza e del ristorante aprendosi ai luoghi più significativi del paesaggio. Contatti visivi infiniti, grazie al volume importante del grande atrio centrale dove i visitatori possono sostare e unirsi ai diversi livelli dell’intorno. Qui, nell’esteso spazio di aggregazione, la presenza della gabbia metallica dell’ascensore, di arredi semplici e flessibili e della scala d’accesso al livello delle sale espositive, in vetro e metallo. Un elemento, con una pendenza dolce, ampie dimensioni e balaustra vetrata pensato dai designers non solo come un collegamento verticale ma anche punto per la sosta e l’aggregazione, per osservare il paesaggio e i diversi ambiti del museo. Legno e pietra naturale i materiali protagonisti degli interni, il giorno illuminati dalla luce naturale che penetra all’interno grazie alle superfici a curtain walling, alle finestrature e ai “cilindri” di luce a soffitto, celati dalle file di pannelli in rete metallica che si alternano ai pannelli continui con ottime prestazioni acustiche.

Pavimentazioni in pietra calcarea Carlow Irish Blue per il grande atrio al piano terra e per la scala, dove accanto ai toni lapidei scuri appaiono i fossili di piante e creature marine, scelte per perpetuare il legame del progetto con la natura e il mare, mentre l’uso del calcestruzzo bianco all’interno della caffetteria, del ristorante e del negozio appare come un omaggio a una specie di mitili perlati d’acqua dolce in via di estinzione. Legno di quercia per il pavimento del foyer del secondo livello dove si accede alle gallerie espositive e allo spazio del ristorante, qualificato da pavimentazioni in bamboo, ampia terrazza aggettante verso il fiume e viste suggestive.
Completato dopo un cantiere di circa 3 anni, il progetto è stato caratterizzato da una complessa fase di realizzazione in sito e dall’introduzione di soluzioni tecniche all’avanguardia. Molteplici le sfide di progetto, tra cui la stessa realizzazione dei muri strutturali perimetrali originariamente pensati con uno spessore di 60 cm e con importanti componenti d’acciaio al loro interno, poi ridimensionate a uno spessore di soli 30 cm con barre di rinforzo in acciaio più sottili grazie a innovativi sistemi di analisi e modellazioni in tridimensionale. Setti a loro volta, “rivestiti” da 2.429 pannelli lineari in calcestruzzo prefabbricato con aggregati di larghe dimensioni, con lunghezze fino a 4 m, geometrie variabili e con un peso fino a 2 tonnellate per componente. Elementi uniti ai muri strutturali mediante mensole fissate a profilati a C, precedentemente gettate all’interno dei muri esterni.

Scheda progetto
Lead architects: Kengo Kuma and Associates
Partners in charge: Kengo Kuma, Yuki Ikeguchi, Teppei Fujiwara
Project architect: Maurizio Mucciola
Delivery architect: PiM. studio Architects
Architetti esecutivi: James F Stephen Architects
Location: Dundee
Client: Dundee City Council
Area: total floor area 8,445 m², site area 11,600 m²
Cost: £ 80.11 million
Competition: 2010
Construction: 2015-2018
Impresa principale: BAM Construct UK
Project Manager: Turner & Towsend
Ingegneri strutturisti, marittimi e civili: Arup
Ingegneri meccanici, elettrici, antincendio e acustica: Arup
Ingegneri facciate: Arup
Illuminazione: Arup
Architetti paesaggisti: Optimesed Environments (OPEN)
Costi: CBA
Orientamento e segnalatica: Cartlidge Levene
Progettista principale: Kengo Kuma & Associates/PiM. studio Architects
Consulente per il progettista principale: C-MIST
Consulenti barriere architettoniche: C-MIST - James F Stephen Architects
Specialisti fontane: Fountains Direct
Progetto bar, ristorante, negozio: Lumsden Design