Vesuvia
Vesuvia
Intervista a Marco Di Lello e Michelangelo Russo
a cura di Diego Lama

   La Regione Campania ha dato inizio ad una politica territoriale di mitigazione del rischio nell'area d'influenza del Vesuvio, uno dei vulcani più pericolosi del mondo in quiescenza dal 1944. In quest'area è attesa un'eruzione pliniana (come quella pompeiana), cioè un evento esplosivo che, in uno dei territori più densi del pianeta, potrebbe avere esiti catastrofici: la zona minacciata è grande circa 200 Kmq con più di 550.000 abitanti per 18 Comuni. La strategia innovativa messa in campo è l'ipotesi di spostare migliaia di abitanti fuori dalla Zona Rossa attraverso l'incentivazione consensuale.

   Ne abbiamo discusso con l'Assessore all'Urbanistica della Regione Campania, Marco Di Lello, che ha promosso quest'azione politica, e con Michelangelo Russo, professore di Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Napoli, che studia da tempo il tema del rischio Vesuvio, e ha lavorato alla ricerca europea "Progetto Rischio-Vesuvio" e alla redazione del Piano Territoriale Regionale della Campania.

DL: Il rischio Vesuvio potrà essere mitigato solo attraverso una grande operazione di "decompressione insediativa" nella zona rossa. Ciò significa che sarà necessario indurre molte migliaia di abitanti a spostare la loro residenza dai luoghi più rischiosi. Questa strategia potrebbe diventare una straordinaria occasione di riqualificazione dell'intera area metropolitana di Napoli.

MDL: Il nostro obbiettivo principale è quello di limitare al massimo il carico insediativo alle falde del Vesuvio. Per questo motivo è stato varato il progetto "Vesuvia", con la finalità di allontanare il maggior numero di persone - ovviamente su base consensuale - dalle aree a rischio per ridurre la densità abitativa nella zona pericolosa. È stato però deciso di non costruire una nuova città - visto anche l'esempio molto negativo di Monteruscello - piuttosto si tenterà di trasferire unità abitative e famiglie (ripeto, solo coloro che vorranno farlo) altrove, su una porzione di territorio più estesa e più sicura. Questo progetto, così speciale, così innovativo, necessita però del sostegno economico e della condivisione dell'Unione Europea: un piano così ambizioso non può essere fatto senza l'aiuto dalle istituzioni nazionali e sovranazionali, sarebbe improprio lasciare la Campania sola in questo compito.

MR: Il reinsediamento di un numero così cospicuo di abitanti, potrebbe essere perseguito attraverso diverse tipologie d'intervento: dalla densificazione di aree di dispersione insediativa, al nuovo insediamento entro tessuti edilizi esistenti e sotto utilizzati, ma comunque lavorando sull'esistente. Il rischio vulcanico allora può divenire il "motore" di una strategia complessiva di riqualificazione dell'Area Metropolitana di Napoli, facendo convergere risorse umane ed economiche su un grande progetto di nuova qualità insediativa. Infatti la questione centrale non è solo quella di riqualificare le aree a rischio, dopo che sia diminuita la densità abitativa: è altresì indispensabile una riflessione programmatica collegata alla ricostruzione di un'offerta insediativa fuori dalla "zona rossa", dove la qualità architettonica e ambientale, la presenza di infrastrutture e di attrezzature possono essere il vero grande incentivo per spostarsi dalle aree a rischio...