©Stefano Gusmeroli

A Milano, nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex centrale elettrica Enel, un edificio industriale risalente agli anni Sessanta, affacciato su via Ceresio 7/9 è stato ristrutturato e riconvertito a uso uffici da Asti Architetti. Questo intervento ha previsto il mantenimento dell’edificio esistente andando però a riconfigurarlo attraverso canoni estetici contemporanei, così come è stato fatto per tutti gli altri edifici di nuova formazione prospicienti la piazza privata a uso pubblico, come la nuova sede dell’Associazione per il Disegno Industriale - ADI.
I prospetti originari sono stati sostituiti da facciate a tutt’altezza, mentre gli spazi interni sono stati ridistribuiti per creare ambienti di lavoro open space. Asti Architetti hanno scelto di avere due fronti ciechi, nelle due facciale laterali, privilegiando invece i fronti a est e a ovest non solo per motivi di irraggiamento, ma anche perché uno è prospiciente la piazza e l’altro sull’area di Paolo Sarpi.

©Stefano Gusmeroli

Il progetto del prospetto principale ha puntato al ridisegno della facciata con uno schema reticolare composto da elementi metallici articolando il fronte sulla piazza in una griglia ordinata e omogenea. È stata dunque realizzata una nuova facciata con elementi orizzontali ben delineati e riconoscibili, incorniciati tra loro da due elementi principali, inferiore e superiore, ed elementi intermedi minori in ordine di grandezza - che vanno a mascherare la struttura portante in carpenteria metallica dell’edificio esistente e che viene mantenuta - intervallati tra loro da partizioni verticali. Il sistema di serramenti infatti viene attestato all’interno della griglia garantendo così un gioco volumetrico che, grazie a questa alternanza tra pieni e vuoti, rompe così il rigido schema del precedente progetto che era giocato invece su fasce orizzontali di colori differenti.
“Le scelte progettuali di Ceresio 7/9 sono state determinate dalla volontà di realizzare un edificio contemporaneo negli usi, nelle funzioni e nelle distribuzioni interne, ma con un chiaro riferimento evocativo di una edilizia industriale ormai superata ma ancora molto presente in questa parte di Milano, caratterizzata dalla presenza di spazi manifatturieri del secolo precedente con grandi finestrature della bucatura quadrata che si ripetono in modo quasi ossessivo e con grande semplicità espressiva, per portare massima luce all’interno.
Dunque abbiamo pensato a un sistema di facciata estremamente regolare, a maglia quadrata, che recupera il linguaggio della carpenteria industriale: nel caso specifico, con un sistema di profili a sezione tipica del prodotto di serie ad H di dimensioni variabili che si incrociano in orizzontale e in verticale con esaltazione di sistemi di fissaggio a secco e bullonature lasciate volutamente a vista - e anzi sovradimensionate - per caratterizzarne la presenza, in maniera tale che l’atmosfera si mantenga essere quella di un ambiente a vocazione industriale. Il tutto abbinato a spazi interni che al contrario di industriale non hanno più nulla perché sono adibiti a uffici di massimo livello qualitativo energetico e di performance,” precisa Paolo Asti, founder Asti Architetti.

©Stefano Gusmeroli

La nuova facciata si apre verso lo spazio aperto pubblico della piazza con un elemento porticato a doppia altezza. Questo elemento architettonico privato lasciato a uso pubblico dialoga con la piazza, ospita gli accessi principali dell’edificio e svolge il ruolo di ripartizione del fronte permettendo la lettura del basamento, che si stacca anche cromaticamente con un forte colore grafite, in netto contrasto con il suo spiccato superiore di colore invece più tenue. Le facciate cieche a sud e a nord invece sono state progettate utilizzando lastre ceramiche in grande formato per risolvere una complicata situazione di cantiere: il fronte in oggetto era confinante con un impianto attivo di Unareti, la società milanese che gestisce l'energia elettrica. Il cantiere aveva dunque accesso limitato e necessità di tempi assai ridotti.
“L'utilizzo delle lastre in grande formato sulla parete cieca a sud” spiega Paolo Asti “ci ha consentito di realizzare la facciata nel più breve tempo possibile. Anche il sistema costruttivo, un ibrido tra sistema meccanico e a colla, porta notevoli vantaggi, perché la struttura di alluminio è caricata con un sigillante che assicura la lastra alla struttura. Inoltre, il sistema di barre evita che la lastra si imbarchi mantenendone rigidità e forma. Dal punto di vista estetico, la quasi assenza di fughe e le texture variegate consentono di lavorare in modo creativo sulla morfologia dell'edificio”.
Questo progetto ha sfruttato a pieno tutte le previsioni normative in materia di bonus energetiche e ha ottenuto la certificazione LEED GOLD. Una parte del materiale delle carpenterie metalliche è riciclato, è presente la raccolta delle acque piovane che viene messa in ricircolo, c’è un parcheggio per le biciclette e uno spogliatoio con docce per i ciclisti. I nuovi elementi architettonici definiti da Asti Architetti fanno percepire l’edificio con più chiarezza rispetto al preesistente e lo caratterizzano maggiormente rendendolo più permeabile alla piazza.

Scheda progetto
Località: via Ceresio 7-9, Milano
Committente: KRYALOS SGR spa
Consulente per l'investitore: Barings Real Estate Advisers 
Progetto architettonico e direzione lavori: Asti Architetti
Rivestimento facciate cieche: Marazzi