Proposta di viaggio in Corea del Sud: Alla scoperta di Seoul
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Seoul "Città Mondo"
Maurizio Carones, Professore di Composizione Architettonica, Politecnico di Milano
Alcune città contengono scenari, attività, funzioni così articolati da costituire insiemi ambientali compiuti che, per la loro completezza e complessità, potremmo definire "città mondo". Città che, oltre a essere nodi di una rete culturale, sociale, economica planetaria, trovano nella loro forma insediativa uno dei loro caratteri determinanti.
In questo senso si può certamente dire che Seoul è una "città mondo" perché si ha l’impressione che possa contenere tutto. Se ciò è vero per molti aspetti della sua complessità funzionale, lo è anche per l’articolazione dei suoi paesaggi, artificiali e naturali.
Il sito geografico in cui Seoul si è sviluppata appare infatti quasi uno dei luoghi ideali descritti nella tradizione trattatistica, tanto che - con una sorta di immediato parallelo - è possibile proporre una azzardata relazione formale con il sito della filaretiana Valle dell’Indo in cui viene fondata Sforzinda. Un fiume che solca una pianura attorniata da una corona di montagne: la descrizione di Filarete corrisponde sostanzialmente al sito di Seul. In questa Seul "città mondo" troviamo la pianura, le acque, le montagne, il fiume: un paesaggio vario e sufficiente, reso ancora più completo dall’ampliamento della scala della città. Elementi naturali si sommano a elementi artificiali - edificato, infrastrutture, parchi tematici - in una sommatoria che non ha gerarchie definite ma propone quelle complessità e stratificazioni caratteristiche della città contemporanea.È possibile allora indicare alcune chiavi di lettura attraverso cui interpretare la molteplicità di Seoul. Una delle principali può essere quella della variazione scalare. La città, a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo, ha avuto una espansione notevole, così da diventare in pochi decenni una delle città più popolose ed estese del mondo. Se, come in altri casi, questa crescita ha messo in crisi la nozione stessa di confine, di limite della città, a Seoul si è determinata una condizione particolare, di grande interesse. La città storica aveva come centro il corso del fiume Cheonggyecheon a cui affluivano i fiumi secondari, una sorta di piccola valle circondata da montagne, principalmente a nord il Bulgaksan e a sud il Namsan, che costituivano i confini della città. Lo sviluppo urbano porta al centro il fiume Han, con una sorta di raddoppio della città attraverso la realizzazione di Gangnam e degli altri quartieri meridionali, e considera come nuovo limite della città la corona delle montagne esterne, più alte, a nord il Bukhansan e a sud il Gwanaksan. Come se l’antica città avesse variato - quasi con la figura del frattale - la sua scala assegnando al fiume Han il ruolo già svolto dal Cheonggyecheon e alla corona esterna di montagne il compito di confine, originariamente svolto dalle montagne più interne e oggi inglobate nella città. Altro carattere di Seoul è la stratificazione che, se di ogni città rappresenta lo sviluppo cronologico nel corso del tempo, qui è relativamente recente poiché si può dire soprattutto concentrata nel corso del XX secolo. La parte centrale della città, quella definita dalle mura del 1394, ha visto un suo sviluppo graduale mediante la progressiva sostituzione del sistema delle acque e dei campi con un tessuto abitativo composto dalle case tradizionali coreane, gli hanok. Nel corso del XX secolo la drammatica storia coreana, dall’occupazione giapponese sino alla guerra di Corea, ha lasciato tracce evidenti sulla città. Su questi segni ha inizio la storia di rapida crescita della città che ha sovrapposto con grande velocità una moltitudine di edifici, determinando contiguità fra costruzioni molto diverse. Stratificazioni recenti che sono in continuo divenire e che propongono a Seoul una sorta di particolare "archeologia della contemporaneità".
A Seoul, d’altra parte, è inevitabile affrontare il rapporto fra tradizione e modernità che qui si propone a volte anche in termini spettacolari, proprio a partire dalle trasformazioni degli ultimi anni. Cambiamenti che talvolta, come nella parte a nord del fiume Han, si sono verificati in parte su strutture urbane storiche, ancora oggi in parte riconoscibili. Ne risultano contrastanti contiguità fra edifici contemporanei e testimonianze del passato, talvolta ricostruite: palazzi imperiali, templi, complessi di residenze tradizionali si alternano a edifici contemporanei. In altri casi, come ad esempio nel quartiere Gangnam, oppure nei grandi quartieri residenziali sviluppatisi alla grande scala della città espansa, le trasformazioni sono avvenute con minori rapporti con il contesto. In questi casi il riferimento a un certo modello urbano moderno ha realizzato una città profondamente differente da ciò che sino a pochi anni prima era considerata idea di città. Qui si è spesso applicata una modalità ripetitiva, più quantitativa che qualitativa, assegnando alle capacità evocative di elementi architettonici e di nomi attribuiti agli insediamenti la possibilità di proporre un evocativo modello urbano.
Ulteriore e per certi versi esemplare di Seoul è il suo carattere di "città per parti". La struttura urbana di Seoul si distingue per una grande quantità di parti che hanno una forte identità, riferita da un lato alla storia della città, ai suoi palazzi reali, a templi e santuari ma anche a usi molto identificati. Questi usi sono spesso costituiti da complessi funzionali specificamente dedicati a una attività, quali, ad esempio, quelle universitarie, sportive, sanitarie, commerciali. Attorno a questa sorta di "enclaves" si sono concentrate attività connesse con le funzioni che si svolgono all’interno del complesso, definendo veri poli all’interno della città. Questa Seoul per parti è riconoscibile anche attraverso il ruolo svolto negli ultimi anni da "architetture d’autore" che hanno caratterizzato fortemente molte parti della città, tanto da diventare, volta per volta, l’elemento attraverso il quale poter individuare quel particolare ambito urbano. Esempio di un rinnovato rapporto fra architettura e città comune anche ad altre grandi città e di cui in questo libro è possibile trovare numerose manifestazioni. Così descritta, Seoul può essere considerata una città che rappresenta in modo esemplare le questioni della città contemporanea. Ciò a partire dalle sue dimensioni ma anche, e forse soprattutto, in ragione delle sue caratteristiche.
Città in cui il progetto urbano ha il compito di indicare le potenzialità di un atteggiamento che privilegi sempre più la qualità verso la quantità.
(M. Carones, Seoul "città mondo", 2017 - in: collana a cura di A. Coppa e A. Mainoli, Architetture e interni urbani nr. 27 - Seoul, RCS Mediagroup spa, Milano 2017, pp. 07-08, ISSN 2035-8431)
Accompagnatore culturale: architetto Maurizio Carones
Maurizio Carones, Architetto Ph.D. Laureato in architettura e dottore di ricerca in progettazione architettonica e urbana presso il Politecnico di Milano, svolge la sua attività professionale a Milano. La sua attività di ricerca è rivolta allo studio dell’architettura e della città contemporanee; in questo ambito ha in particolare studiato per diversi anni la città di Seoul, su cui ha pubblicato saggi, studi e ricerche. Attualmente è professore a contratto in composizione architettonica presso la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. Promotore e referente per il programma di Double Degree fra Politecnico di Milano e Korea University. Ha insegnato anche presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo e l’Università Bocconi di Milano. Nel 2013 è stato Visiting Professor presso il Department of Architecture della Korea University di Seoul (South Korea). E' stato invitato a diversi convegni internazionali per contributi sulla progettazione urbana. Dal 2010 organizza e coordina l’ IWUAD International Workshop of Urban and Architectural Design (Milano 2010 e 2011, Seoul 2013, Manila 2014, Jakarta 2015, Milano 2015, Bangkok 2016, Milano 2017, Seoul 2017, Bangkok 2018, Milano 2018). E’ stato consigliere dell'Ordine degli Architetti P.P.C. di Milano (1999-2013); direttore della rivista “AL - Mensile di informazione degli architetti lombardi”, rivista della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti (2001-2012); nel 2009 ha fondato la rivista “Elementi. Temi di costruzione dell'architettura”, di cui è stato direttore responsabile (2009-2012); nel 2015 è stato coordinatore scientifico del progetto “Città d’Italia” presso il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC. E’ direttore della collana editoriale Itinerari di architettura milanese. L'architettura moderna come descrizione della città, pubblicata dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Milano.
“dobbiamo sognare altrimenti le cose non succedono”
(Oscar Niemeyer)
“Il passato non ritorna. Sono importanti la continuità e la conoscenza perfetta della propria storia”
(Lina Bo Bardi)