Inaugurata nel settembre 2021 e progettata prima dell’irrompere della pandemia da Covid-19, Villa M affronta obiettivi oggi tanto ambiziosi quanto necessari. In primo luogo, gli spazi della ricettività e del turismo nel tessuto cittadino. In secondo luogo, guarda nella stessa prospettiva all’incontro fra funzioni sanitarie e vita urbana dimostrando come questa possa tradursi in una reciproca contaminazione, in grado di superare la concentrazione delle funzioni mediche all’interno di recinti monofunzionali, dotati di un certo grado di autonomia all’interno del corpo urbano. Non da ultimo, affronta il rapporto tra natura e artificio guardando all’architettura come al tramite per rafforzare la biodiversità in ambiti urbani. Progettata dall’equipe guidata da Guillaume Sibaud e Olivier Rafaëlli (cofondatori dello studio franco-brasiliano Triptyque Architecture) in collaborazione con Philippe Starck (direzione artistica e interni) e il paesaggista Pablo Georgieff (Coloco), Villa M si configura come un’architettura dal programma ibrido che, oltre alle funzioni sanitarie, accoglie al proprio interno attività ricettive e un incubatore per start-up del mondo della salute. Situata nel quartiere di Montparnasse (15ème arrondissement), poco distante dalla stazione da cui il distretto prende il proprio nome, Villa M è l’esito di una sostituzione edilizia e si presenta come un edificio il cui programma, ideato da Thierry Lorente e Amanda Lehmann del gruppo Pasteur Mutualité (committente del progetto), associa funzioni tra loro raramente accostate, dimostrando come queste siano solo apparentemente inconciliabili e come la loro interazione possa tradursi in un elemento di ricchezza all’interno di contesti urbani densi, ma non solo. Il piano terra del complesso ospita funzioni sempre accessibili al pubblico: un bar, un ristorante e la galleria “Art & Santé”. Il primo livello accoglie uno showroom pensato per le start-up del settore della salute, i cui spazi favoriscono la mescolanza, lo scambio e il reciproco sostegno tra diverse specialità mediche e generazioni di operatori sanitari, e un coworking. È il secondo livello ad accogliere gli ambulatori medici e gli spazi dedicati alla prevenzione, accessibili ai soci del gruppo di mutua assicurazione. Completano il programma una palestra e gli spazi in cui si articolano due percorsi-salute, insieme a una sala conferenza e tre sale riunioni collocate nel primo livello interrato.

Tra il terzo e il settimo livello sono ospitate invece settantatré camere d’albergo, la cui dimensione varia dai 17 ai 45 m² di estensione. In copertura, un giardino con alberi da frutta rappresenta il culmine del sistema di facciata integrato al giardino verticale di piante officinali. Le superfici dell’involucro sono quanto più possibile utilizzate come occasione per potenziare la presenza della vegetazione, lavorando contestualmente sul rapporto interno/esterno del fabbricato, tema attorno al quale è strutturato l’intero progetto, insieme al binomio natura-artificio e al rapporto turismo/salute/vita urbana. Per tutte queste ragioni Villa M è definita dai suoi progettisti come una “grande infrastruttura abitabile e paesaggistica”. Il volume si confronta attraverso un duplice registro con il retaggio della Parigi di Haussmann. In primo luogo per posizione, affacciandosi su Boulevard Pasteur, in corrispondenza di uno dei principali sventramenti Ottocenteschi che hanno coinvolto questo settore urbano. In seconda battuta per articolazione, reinterpretando la sovrapposizione di funzioni molto diverse tra loro e misurandosi con la volontà di relazionarsi alle architetture limitrofe, pur nella radicale differenza di linguaggio. Sebbene volumetricamente differisca per via dell’importante profondità del corpo di fabbrica, la sagoma su strada si relaziona alle preesistenze arretrando la parte alta, in modo da accompagnare il profilo dell’edificio adiacente: i rispettivi arretramenti degli ultimi due livelli seguono, senza riprodurli, il piano mansardato e quello sottostante, entrambi sottolineati da cornicioni aggettanti, richiamandone le misure. Il trattamento delle facciate - quella principale su boulevard Pasteur e quella retrostante su corte interna - è fortemente differenziato. Se il primo è chiaramente marcato dalla presenza di un giardino verticale che abita lo spessore della facciata per poi ripiegarsi in copertura in corrispondenza della terrazza, nel secondo la vegetazione scompare completamente, lasciando il posto a un ordito composto da profili in acciaio, elementi di chiusura in legno e serramenti a tutta altezza. Nel giro di pochi mesi dall’inaugurazione, la vegetazione ha preso possesso degli spazi accuratamente pensati per accoglierla nell’esoscheletro di facciata, e si presenta oggi rigogliosa.

L’interesse del trattamento della facciata, tuttavia, non sta nella sola immagine esterna, quanto piuttosto nella percezione dagli spazi interni e nella loro qualità: non solo campo, ma anche controcampo. La facciata sul boulevard, invertendo il punto di vista e spostandolo all’interno dell’edificio, ci restituisce un’immagine inedita del paesaggio urbano parigino mediato dalla presenza della vegetazione. Gli spazi delle camere d’albergo sono fortemente connotati dalla presenza delle piante officinali, sempre diverse e sempre in mutazione nei diversi momenti dell’anno. Il giardino verticale che si sviluppa nello spessore della facciata contribuisce a rafforzare il senso di apertura e, al contempo, di protezione che caratterizza gli spazi interni. In particolare le camere d’albergo, seguendo i criteri della direzione artistica di Philippe Starck, presentano un carattere domestico, informale e accogliente. Colori caldi, finiture naturali, arredi e suppellettili rimandando con forza alla dimensione domestica dell’abitare, seppur temporaneo. L’incontro tra programma funzionale complesso e soluzioni spaziali proposte, unito all’originalità delle scelte materiche ed espressive, conferisce all’edificio una forte carica simbolica, interpretando la cura della persona e la qualità dell’abitare come elementi necessari e inscindibili della città contemporanea.

UN GIARDINO VERTICALE NELLO SPESSORE DELLA FACCIATA
Il sistema di facciata su Boulevard Pasteur gioca un ruolo chiave nel progetto di Villa M sia dal punto di vista figurativo, che per la reintroduzione della natura e della biodiversità in città, che nella ricerca della qualità architettonica degli ambienti interni affacciati su strada. La facciata agisce infatti da filtro tra interno ed esterno, articolando nel suo spessore un giardino verticale ospitato da un esoscheletro scuro in acciaio ideato per accogliere la vegetazione in apposite fioriere dotate di un sistema di irrigazione integrato. Dal secondo al quinto livello la facciata presenta infatti una sequenza di vasche in acciaio, rifinite come la struttura portante, all’interno delle quali sono disposte le fioriere, in acciaio inossidabile e asportabili per manutenzione. Il sistema di irrigazione è nascosto negli scatolari che compongono l’esoscheletro strutturale di facciata, mentre nella parte più esterna di questi profili sono inoltre alloggiate funi a supporto della vegetazione rampicante. Anche il sistema dei pluviali è alloggiato nella cavità degli elementi verticali portanti, nella parte scatolare, scomparendo così alla vista. In corrispondenza del sesto e settimo livello, un piccolo balcone si interpone tra le vasche ricche di vegetazione e la parete vetrata di chiusura delle camere d’albergo, arricchendo lo spazio-filtro della facciata di un ulteriore elemento di articolazione tra interno ed esterno, che si configura come un’estensione della camera. La copertura, infine, rappresenta il culmine del giardino. In corrispondenza del coronamento prende forma un frutteto che connota la terrazza aperta sul paesaggio urbano circostante, con uno scorcio sulla Tour Eiffel. La transizione graduale tra interno e interno dell’edificio è ricercata stanza per stanza, tramite una sequenza di elementi architettonici in grado di calibrare le trasparenze e modulare il passaggio della luce. Dall’esterno, i serramenti vetrati sono protetti dall’aggetto determinato dalle vasche. Queste, a loro volta, consentono alla vegetazione di crescere rigogliosa, interponendo un ulteriore filtro di mediazione. Internamente, una tenda veneziana consente agli utenti di attuare un primo controllo della luce naturale e della privacy, contrapponendo un ostacolo iniziale, regolabile, alla trasparenza del vetro. L’ultimo strato, quello più interno, è composto da una tenda scorrevole totalmente oscurante, strato che consente il buio totale.

Scheda progetto
Architectural design and execution: Olivier Raffaëlli & Guillaume Sibaud - Triptyque Architecture
Artistic direction and interiors: Philippe Starck
Landscaping: Coloco, Pablo Georgieff
Località: 24-30 Boulevard Pasteur, 75015 Paris
Committente: Groupe Pasteur Mutualité (Thierry Lorente, General Director of Groupe Pasteur Mutualité and Amanda Lehmann, deputy general director of Groupe Pasteur Mutualité)
Program: mixed-use complex (hotel, restaurant, bar, conference area, healthcare center/check-up area, coworking space, and showroom for start-ups in the world of health
Assistant to the contracting authority: SCPM Access, Guy Sanoian
Building company: Eiffage Construction
Total area: 8,000 m²
Date: 2015 - 2021 (inaugurated in September 15th, 2021)
Photos: Michel Denancé, Gregoire Gardette, Yann Monel

Arketipo 154, Turismo, marzo 2022