Simbolo risalente alle antiche tradizioni sapienziali, originariamente inventata dai Fenici, la lettera Y è forse la più greca tra le lettere. Chiamata ipsilon o anche “i greca”, la forma biforcuta di questa vocale è stata utilizzata come principio ideatore per una villa sperimentale realizzata in Grecia dallo studio di architettura Lassa Architects nella provincia di Messenia, a circa un’ora e mezza dalla più conosciuta città del Peloponneso meridionale, Calamata. Villa Ypsilon ripropone un’orma a terra simile alla lettera originale ed è costruita sulla cima di una collina completamente ricoperta da alberi di ulivo e fronteggiante Finikounda Bay. La villa è un delicato gioco di curve che sembrano essere originate da una spinta verso l’alto del terreno sottostante e che delineano la copertura a doppia curvatura gettata in opera, perno su cui si imposta l’intera soluzione progettuale. Dall’immagine architettonica alla gestione e alla suddivisione degli spazi, passando per il comfort visivo, termico e acustico, il potenziale geometrico della copertura proposta è esplicitato dalle molteplici caratteristiche che la descrivono. Villa Ypsilon si relaziona con il contesto che la circonda grazie alla soluzione a tetto verde semi intensivo, che riprende le essenze e gli arbusti locali per riproporre la texture naturale che colora il terreno su cui si imposta. La villa, sviluppata su un piano unico e con i locali accessori ipogei, sfrutta la geometria della copertura per raggiungere in altezza la sommità delle più vicine piante di olivo per poi affondare in corrispondenza dei tre bracci costituenti la ipsilon, così da generare una transizione senza soluzione di continuità tra l’andamento naturale del terreno e il tetto della residenza estiva. Completamente praticabile, il punto più alto del tetto a doppia curvatura è situato proprio al di sopra della zona giorno ed è accessibile dai tre bracci che affondano nel terreno, così che gli ospiti possano avventurarsi per godere di un panorama a 360 gradi immersi nella piantagione di ulivi e abbracciati dalle montagne, a est, e dalla baia, a sud. L’assetto architettonico della villa è stato studiato guardando al percorso solare e alla fruizione degli spazi ospitati dall’edificio; le tre corti esterne sono ricavate dal volume centrale e collegate tra loro attraverso il soggiorno e la zona cucina per dare vita a un percorso che offre differenti gradi di privacy e punti panoramici e per sfruttare l’esposizione e le condizioni di ventilazione della zona. Le corti esterne sono state pensate per poterne fruire durante le diverse ore della giornata: a ovest, l’area lounge in corrispondenza dell’ingresso principale della casa è arricchita da panchine gettate in opera di calcestruzzo armato e da giochi di pavimentazione sulla scala dei grigi; a est, la corte adibita alla colazione è un punto di osservazione dove godere delle montagne limitrofe; a sud, la terrazza principale è uno spiazzo minimale governato da pavimentazioni a più livelli che si fanno fluide e digradano fino a giungere alla piscina a sfioro a forma di occhio che guarda alle distanti isole di Schiza e Sapientza, incorniciate dalle tinte blu del Mediterraneo. Gli spazi interni sono organizzati lungo l’asse principale della residenza, divisi in zona notte, a nord, e zona giorno, a sud.

Nell’area più privata della casa si trovano tre camere da letto, equipaggiate con un bagno privato per la camera padronale e un secondo bagno che serve le altre due camere ed eventualmente anche la zona giorno. La zona living, attrezzata con un’area cucina e un soggiorno con divani e libreria su misura, è uno spazio completamente aperto che promuove la fruizione degli ambienti interni e dialoga in modo diretto con le tre corti all’esterno. In quest’ambiente, un controsoffitto di lamelle di legno parallele incorniciato dalla volta di calcestruzzo armato levigato e lasciato a vista disegna una serie di increspature che aiutano a migliorare le condizioni acustiche dell’ambiente; tra una lamella e l’altra, il sistema di illuminazione integrato crea effetti in linea con l’aspetto minimale degli interni. Villa Ypsilon è un esempio di come l’approccio bioclimatico possa apportare, già in termini passivi, benefici per quanto concerne la fruizione degli utenti e il consumo energetico. La questione illuminotecnica è stata presa in considerazione adoperando la particolare geometria della copertura, che crea generose aree d’ombra dove potersi riparare dalla calda estate greca. Lo studio del percorso solare nel dettaglio, e dunque anche della profondità di penetrazione della radiazione luminosa, ha svolto un ruolo fondamentale nelle proporzioni della cupola per permettere una buona schermatura in estate e la massimizzazione dei guadagni solari in inverno. Anche il corridoio che porta alla zona notte, esposto a ovest, è illuminato naturalmente da porzioni vetrate di diversa dimensione che apportano luce riducendo la radiazione diretta grazie allo spessore del muro di calcestruzzo armato entro il quale sono state ricavate. Il gioco di facciata è un divertente mix di pieni e di vuoti, alcuni dei quali lasciati trasparenti, altri traslucidi e altri ancora implementati con grigliati sempre di vetro per proporre l’attivazione della ventilazione trasversale e dunque asportare in modo naturale i carichi termici che si sviluppano all’interno della casa durante il giorno. La particolare posizione del sito di progetto, unitamente alle esigenze costruttive di elementi altamente complessi, ha visto lo studio Lassa Architects confrontarsi con tecnologie all’avanguardia per poter giungere a un risultato in linea con le aspettative della committenza. Costruita in soli sette mesi, Villa Ypsilon rappresenta una sfida architettonica che ha puntato tutto sull’uso di tecnologie di grande attualità e materiali autoctoni ispirati dalla tradizione.

TECNOLOGIE DI COPERTURA: LA YPSILON A DOPPIA CURVATURA
La forma non convenzionale del guscio di calcestruzzo armato e il difficile raggiungimento del sito di costruzione da parte di mezzi pesanti hanno imposto l’uso di strategie costruttive delle casseforme utilizzate per la preparazione della casseratura prevalentemente basate sulla prefabbricazione e l’autoassemblaggio. Nonostante i limiti imposti dal budget, gli architetti hanno acquistato una macchina a controllo numerico (CNC) utile alla sperimentazione delle geometrie di progetto e allo studio di soluzioni più flessibili e creative per la realizzazione degli elementi strutturali che descrivono la villa. Basata su pochi dettagli e disegnata per essere montata senza l’utilizzo di attrezzi, la grande cassaforma a doppia curvatura è definita da circa 5mila pannelli di legno compensato spessi 6 mm suddivisi in 4 livelli diversi che si incastrano ortogonalmente l’uno dentro l’altro, un po’ come avviene nella più famosa, e complessa, tecnica di incastro giapponese, il “sashimono”. Oltre alla struttura di copertura, la macchina a controllo numerico è stata utilizzata per modellare la forma “a occhio” della piscina, costruire i telai delle vetrate principali e testare le prestazioni acustiche del controsoffitto nell’area giorno. Ed è proprio quest’ultimo elemento che conclude la tecnologia di copertura, che da un lato risolve la doppia curvatura grazie a un getto unico di calcestruzzo armato spesso 200 mm lasciato a vista nell’intradosso e dall’altro ottimizza l’acustica con un sistema fonoassorbente fatto da lamelle di legno a sezione variabile modellata grazie all’uso di software parametrici. La realizzazione di due prototipi in scala 1:25 hanno permesso di verificare in via preliminare la casseratura e la particolare conformazione geometrica del controsoffitto, ottenendo una volta montate la completa eliminazione dell’eco all’interno degli spazi centrali della villa.

Scheda progetto
Progettisti: Lassa Architects - Theo Sarantoglou Lalis, Dora Sweijd
Committente: privato
Anno di costruzione: 2017
Superficie totale: 150 m2
Localizzazione: Finikounda, Messenia, Greece
Gruppo di progetto: Kasper Ax, Yousef Al Mehdari, Theo Grousopoulos, Thomas Jensen, Valeria Garcia, Nikolaos Klimentidis, Greg Spaw, Luke Tan, Yu Zheng
Progettista locale: V. Kosmopoulos
Progetto strutture: Metep, L. Babilis, Nous, Manja van De Worp
Impresa principale: Triedkat - V. Leriou
Photos: Naaro

Arketipo 122, Calcestruzzo, settembre 2018