Testo di Carlotta Eco




Voliera per umani
Testo di Carlotta Eco

Luogo: Parco di Monza: nel prato tra la Cascina Cernuschi e
la zona dietro alla Valle dei Sospiri
Committenza: Comune di
Monza
Progettista: Giuliano Mauri
Progetto
strutture
: Giuliano Mauri
Impresa di costruzione:
Strutture In Legno Di Plebani Vittorio (Adrara San Martino BG) con la
partecipazione dei volontari della protezione civile
Tempi di
realizzazione
: metà ottobre - fine novembre
Diametro
voliera
: circa 20 metri
Altezza volta: circa 10
metri
Quantità di legno: 8.000 bastoni
Costo
complessivo
: circa 50.000 euro (compreso l'apporto degli
sponsor)
Fotografo: archivio ufficio mostre parco

Nello scorso Novembre, nel Parco di Monza, è stata inaugurata una nuova
installazione di Giuliano Mauri, la "Voliera per umani". Si tratta di uno spazio
a pianta circolare, una sorta gabbia aperta, interamente realizzata con rami
intrecciati e tronchi d'albero.
Un'istallazione che normalmente si
definirebbe permanente ma che nell'intento dell'artista, concetto condiviso da
molti land artists, è concepita come temporanea, pensata cioè, per esistere in
quel luogo sino alla sua naturale estinzione.
Per il momento, quindi, la
voliera è aperta a tutti gli umani (e non), e a breve accoglierà una serie di
conferenze all'aperto.

Le "Architetture naturali" di Giuliano Mauri si basano sul rapporto con
la natura nel corso del tempo oltre all'utilizzo di materiali provenienti dal
luogo. Sono questi i principi alla base della sua ricerca artistica che si è
espressa al meglio attraverso la "Cattedrale Vegetale", un progetto realizzato
per la biennale internazionale di arte contemporanea di Borgo Valsugana (Arte
Sella 2001). Qui il "carpentiere" come ama definirsi Mauri, esprime in pieno il
suo progetto estetico e progettuale: "collaborare" con la natura attraverso la
realizzazione di progetti artificiali (sempre realizzati con materiali organici
come legno, rami etc.) che avvolgono e proteggono gli alberi per poi scomparire
lasciando libero corso alla vita della pianta.
In sintesi la gabbia,
l'artificio, scompare, si dissolve, e resta la natura.
La poesia sta proprio
nell' evidenziare attraverso queste costruzioni di spazi l'aspetto spirituale di
un luogo naturale. Anche questo è fare architettura!
La voliera è una gabbia
"aperta" in questo caso a pianta circolare, una costruzione alta dieci metri con
un diametro di venti che ha coinvolto e appassionato tutti coloro hanno avuto la
fortuna di collaborare alla sua nascita.

L'architettura
La struttura si genera da un nucleo
centrale di rami piantati in circolo, una sorta di gerla chiamata il "cuore
delle cerimonie". I rami sono legati fra loro e si piegano alle estremità verso
l'esterno, in forma di fontana, per ricongiungersi con le estremità dei rami
piantati lungo un anello esterno. I rami intrecciati fra loro costituiscono una
maglia che fa da "parete" perimetrale. Lo sdoppiamento della "parete" 
perimetrale contiene al suo interno una passerella ascendente a forma di
elica.

I materiali naturali del luogo
I materiali da costruzione
sono solamente legno e fil di ferro. I rami e i piccoli tronchi utilizzati 
provengono dal Parco di Monza (che di recente ha compiuto 200 anni), e sono
stati raccolti dagli addetti della Forestale che si occupano stagionalmente
della pulitura e lo sfoltimento del parco (di solito in periodi al di fuori
della stagione riproduttiva e quindi verso Ottobre ed entro la primavera).

Le essenze e le fogge adatte sono state individuate in seguito ai
sopralluoghi compiuti insieme all'artista, che ha scelto essenze quali il
castagno, l'olmo e la robinia per le caratteristiche di resistenza e durevolezza
ma anche il faggio, essenza di media durezza, e il nocciolo particolarmente
elastico e adatto a essere piegato.
Oltre al legno, unico altro materiale
utilizzato è il fil di ferro da carpenteria, rigorosamente non zincato, per
confondersi, una volta coperto di ruggine, con il colore bruno dei tronchi.

La costruzione della voliera
L'artista si è avvalso della
collaborazione di un'impresa di carpentieri del legno specializzati in coperture
che già aveva realizzato "Zenobia", una sorta di "nido" fuori scala,
costruito davanti alla Triennale di Milano in occasione di una mostra sulle
le città invisibili di Calvino.
Sotto la costante guida di Mauri, da sempre
partecipe in prima persona alla costruzione, l'impresa si è dedicata al nuovo
esperimento costruttivo. Un particolare curioso: per rispettare gli stretti
tempi di consegna sono stati chiamati una serie di alpini e volontari della
protezione civile.
Per prima cosa è stata costruita la colonna centrale
portante, per la quale i tronchi di robinia sono stati piantati a una profondità
di un metro.
L'inserimento della passerella a spirale infatti è un'idea
sorta dopo, durante i lavori, non solo per risolvere un problema statico ma
anche per dare la possibilità agli "umani" di salire sino in cima alla loro
voliera, soprattutto in fase di lavorazione. Questo si è poi  rivelato
un'elemento ludico non previsto né privo di inconvenienti: padri e figli si
avventurano in arrampicate domenicali creando non poche difficoltà
all'amministrazione del parco che difficilmente può dichiarare la voliera
"agibile" (nel senso edilizio del termine).

Problemi di manutenzione
Si sa che il legno si muove,
soprattutto se è stato appena tagliato ed è ancora bagnato. Così, la voliera
costruita durante il periodo invernale sta subendo dei movimenti e necessiterà
di una "registrazione". I fastoni perdendo l'umidità si restringono (il loro
diametro può passare da 8 a 6 cm!) e le "smorse", i sistemi di legaggio di fil
di ferro necessitano quindi di essere ristretti. Con la bella stagione, inoltre,
alcuni dei tronchi scelti, si rivelano essere fragili e quindi debbono essere
sostituiti: su un totale di 8.000 bastoni utilizzati si può arrivare a
sostituirne sino a un centinaio.

Il "cuore delle cerimonie", la gerba centrale della voliera, è ora pronta per
accogliere l'elemento naturale, probabilmente una rosa rampicante che
sopravviverà all'architettura.