musei – Una costruzione dalla forma sinuosa e armonica, caratterizzata da una scientifica scelta del tipo di calcestruzzo e del sistema di casseratura. Estratto da un articolo di Matteo Ruta (Arketipo 44).

Il 30 maggio 2010 è stato inaugurato a Roma il MAXXI: Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, progettato da Zaha Hadid Architects a seguito del concorso vinto nel 1998. Il progetto realizzato è il primo lotto di un complesso più ampio, che si completerà in una seconda fase, che prevede la costruzione di altri quattro edifici per ospitare una biblioteca, altri spazi espositivi e atelier d'artisti. L'edificio si trova a nord del centro storico di Roma, nel quartiere Flaminio, e occupa gli spazi in disuso della caserma Montello. Il progetto, che tra l'altro recupera anche due delle palazzine originarie, nasce dall'intreccio di linee che interpretano le due griglie della struttura urbanistica dell'area, riprendendo l'andamento basso e orizzontale degli edifici preesistenti, in contrasto con l'altezza di quelli residenziali al contorno.

"Campus quasi urbano", come lo ha definito la sua ideatrice, l'edificio è un intreccio di volumi fluidi generati dal contesto che si innestano nel quartiere irradiandosi nello spazio, sia interno che
esterno. La nozione di "deriva" qui assume forma fisica: le gallerie poste in continuità, divise ma unite attraverso ponti e piani inclinati, possono generare influenze tra le diverse espressioni artistiche, permettere l'incontro tra arte, architettura, design, moda, cinema, pubblicità, grafica ecc.; per questo motivo, gli elementi di circolazione verticali e obliqui sono posti nei punti di confluenza, interferenza e turbolenza. Gli spazi sono flessibili, coppie di pareti parallele si rincorrono per definire gallerie illuminate dalla luce naturale proveniente da una copertura vetrata, solcata da fitte lamelle che articolano lo spazio e lo caratterizzano.

Tra gli elementi tecnici più caratterizzanti, vi sono il sistema integrato di copertura, ma soprattutto la scelta del tipo di calcestruzzo e del sistema di casseratura. La continuità, omogeneità e compattezza di texture richieste dal progetto hanno comportato, infatti, la soluzione di notevoli criticità: il controllo del posizionamento dei giunti di ripresa, la divisione in conci di notevole dimensione, la determinazione della matrice costruttiva del faccia a vista con le geometrie di progetto, il tenere in conto aspetti come il ritiro, la viscosità, la deformabilità delle centine di legno utilizzate per realizzare le diverse sagomature, l'inserimento delle predisposizioni per l'integrazione di sottosistemi costruttivi all'interno dell'involucro (impianti, carpenterie, dispositivi antisismici ecc.). Tutto ciò si è tradotto nella progettazione e realizzazione di un sistema di casseforme modulari di grande dimensione la cui geometria corrisponde al negativo della formaarchitettonica. Il cantiere è stato perciò anche il luogo dove si sono sperimentate soluzioni tecniche e organizzative nuove che la Fondazione MAXXI ha voluto raccontare tecnicamente e in modo trasparente, attraverso un'apposita sezione visitabile del suo sito.

Il nuovo calcestruzzo 3-SC
Il calcestruzzo è l'aspetto che più caratterizza il progetto del MAXXI: la superficie fortemente compatta, estremamente liscia e regolare al tatto, uniforme nel colore e nella realizzazione, nonostante copra altezze notevoli e abbia anche giaciture curve e inclinate. Tale risultato deriva dalla composizione di numerosi fattori, tra cui, in primo luogo, la scelta della miscela: un calcestruzzo autocompattante (SCC), scelta inevitabile, viste la densità dei ferri d'armatura, la geometria complessa e le altezze in gioco. La sua composizione, però, doveva rispondere anche ad altre due esigenze: la prima, di carattere estetico, richiedeva la resa di cui si è detto e escludeva la presenza di giunti di contrazione, senza i quali, però, si sarebbero sicuramente verificate microfessurazioni superficiali a causa della notevole lunghezza dei setti; la seconda, di carattere tecnico, richiedeva di non inumidire le superfici appena "scasserate" (fattore che riduce il rischio di fessurazione), poiché, a causa della presenza di numerose e intricate opere provvisionali, sarebbe stato difficile effettuarla. Per rispondere a tutti i requisiti è stato studiato e brevettato, dopo vari tentativi e campionature in sito, un nuovo calcestruzzo, denominato 3-SC (Self-Compacting, Self-Compressing e Self-Curing) dotato di tre additivi che realizzano lo scopo. Composta in una centrale di betonaggio  realizzata appositamente accanto al sito di cantiere, la miscela richiede di essere gettata senza interruzioni, in continuo, con un controllo costante sulla composizione, sul contenuto di umidità degli aggregati e sulla granulometria. Altri aspetti di notevole importanza sono: il sistema evoluto di casseratura e un apposito trattamento liquido protettivo superficiale a base di fluoruri (perfluoropoliteri PFPE), in grado di aumentarne considerevolmente la durabilità agli agenti atmosferici, uniformandone il colore naturale grigio chiaro senza effetti secondari indesiderati (effetto "scuro" o "lucido").

Dettagli di Stefano Ravasio



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scheda progetto

Localizzazione: Roma

Progetto architettonico: Zaha Hadid and Patrik Schumacher

Capoprogetto: Gianluca Racana

Committente: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione MAXXI

Periodo di costruzione: 1998-2009

Spazi interni: 21.200 mq

Superficie espositiva: 10.000 mq

Servizi: 6.000 mq

Costo: 150 milioni di euro