Il progetto patrocinato dall’università di Gand ha obiettivi su vasta scala: vuole essere una biblioteca e un centro per i nuovi media, offrire risorse per gli studenti universitari e attività per i bambini, mettere a disposizione sale polivalenti al servizio della cittadinanza. “Un mondo intero, complesso, incentrato su elementi culturali ed educativi in grado di interconnettersi fisicamente e virtualmente con il fluire del tempo” come lo descrivono gli architetti. Frutto di un concorso del 2010, l’edificio sorge sulle rive dello Schelda, il torrente che attraversa la città e che qui raggiunge il suo punto più basso formando un’ansa, o “krook” in antico olandese (da cui il nome del sito); un luogo “di cerniera” fra le diverse quote su cui si sviluppa la città: quella dei corsi d’acqua e quella dei ponti che li attraversano e delle contee che la abitano. Uno sviluppo urbano quello di Gand che si articola su “due livelli zero” che il nuovo edificio si pone l’obiettivo di mettere in sinergia. Connessione è la parola chiave dell’intervento. Connessione dei due livelli attraverso uno spazio a doppia altezza che raccoglie le circolazioni e le introduce nel complesso programma interno che la mediateca offre e unione, anche visiva, dei diversi livelli di percorrenza con un involucro permeabile dall’andamento orizzontale che, moltiplicando i piani ne sfuma le differenze.

Il concept ideato da RCR insieme a Coussée & Goris rispecchia la particolare situazione del sito, facendola propria, integrando cioè il paesaggio, naturale o urbano che sia, elemento caratteristico di tutta la poetica dello studio spagnolo. Il volume si sviluppa così su due piani terra, escamotage che ne riduce otticamente l’altezza e l’impatto, creando una piazza interna a doppia altezza connessa da una struttura a gradoni che richiama le antiche agorà. Lo spazio così studiato si moltiplica ai piani superiori creando un flusso di relazioni verticali e orizzontali, mentre l’atmosfera intima e familiare, inondata da una morbida luce filtrata, si combina con una vista spalancata sulla città o, a seconda del livello del pavimento, sullo scorrere del fiume. All’esterno, due nuovi ponti e una rampa che scorre parallela al fiume consentono a pedoni e ciclisti un facile accesso al sito: l’ingresso principale dell’edificio è al livello della città, sotto un enorme sbalzo che disegna con la sua ombra una grande piazza urbana che protegge anche gli accessi dall’acqua. Conclude il progetto una nuova casa per lo studente collocata all’estremo opposto dell’ingresso e all’arrivo di uno dei due nuovi ponti, collegata al piano sottostante alla struttura della biblioteca. Il trattamento dei fronti concorre all’unificazione e alla riqualificazione urbana: da un lato nastri metallici verticali a formare piani sovrapposti con sbalzi differenti sia sul fiume sia sulla città interpretano i flussi continui di persone e di informazioni, dall’altro una nuova facciata metallica conclude lo spazio restituendogli una dimensione cittadina.

All’interno, la distribuzione ricalca il tessuto urbano, con strade e piazze e luoghi pubblici dedicati allo stare. Gli ambienti sono scuri e dal design minimale, da un lato per enfatizzare il rapporto con l’esterno, dall’altro per assecondare la lettura, la calma e la tranquillità. I materiali sono essenziali: cemento a vista e metallo costituiscono la struttura e disegnano gli arredi su misura plasmandosi in scaffalature e sedute. Il soffitto è costituito da lamelle metalliche, che consentono un ottimo assorbimento acustico, ma è la morbidezza della luce che determina l’esperienza soggettiva della quiete. L’ampia collezione della biblioteca è stata organizzata in un layout aperto e lineare con scaffalature volutamente mantenute basse per enfatizzare la sensazione di uno spazio aperto. L’edificio può ricevere fino a 7.000 visitatori al giorno grazie a un layout flessibile e un’organizzazione basata su schermi touch screen digitali interconnessi che facilitano la fruizione, traduzione funzionale del concept ispirato alla connessione che ha guidato l’intero intervento.

NUOVE CONNESSIONI
Rieccheggiando una “chiatta di acciaio” ormeggiata sulle sponde del torrente Schelda, il possente edificio si prefigge un ardito compito: oltre alla riqualificazione di una porzione di città, vuole, nelle intenzioni dei progettisti, diventare un creatore di scambi, un condensatore e dispensatore di relazioni, un nodo di interconnessioni, fisiche e virtuali. Questa ispirazione è filtrata dalla lettura del contesto e trascritta nella plasmazione di volumi e nell’utilizzo di materiali secondo una poetica del tutto personale e particolare di RCR Arquitectes che abbiamo imparato a conoscere. Così, il corpo dalla volumetria imponente si decompone in livelli sfalsati e sovrapposti a creare sbalzi e rientranze nei profili, anche imponenti, come sul fronte che individua l’ingresso e disegna una grande nuova piazza urbana. Tutto concorre all’obiettivo in un gioco sinergico di materia, di luci e di ombre. L’involucro, una facciata continua, trasparente e leggera, è disegnato da lame di alluminio estruso color bronzo che enfatizzano il gioco di piani orizzontali sovrapposti sfasandone la prospettiva. Sostenute da travi di acciaio per accentuarne gli sbalzi, da profili verticali a formare una maglia o semplicemente agganciate meccanicamente alla facciata, i profili bronzei restituiscono un’immagine dura ma al tempo stesso permeabile. “Lamelle, mensole, ringhiere e sporgenze sono tutti echi dello stesso suono: il suono che esalta la magia di una luce soffusa, dove la complessità e la diversità degli spazi e degli usi si mescolano” raccontano RCR. Gli interni, solcati da rampe, percorsi e doppie altezze che mettono in relazione continua i diversi livelli, è disegnato a misura, con pochi materiali e offre viste sempre diverse, secondo la quota, della città e del fiume. Grazie ai profili metallici esterni orizzontali, che penetrano anche all’interno in un gioco sapiente di arredi, sedute e scaffali, l’esterno è sempre in stretta relazione con l’interno in un’atmosfera tranquilla di luce diffusa che stimola la tranquillità e la concentrazione.

Scheda progetto
Committente: Cvba Waalse Krook
Area: 18,000 mq
Costo: 43,255.350 €
Periodo di costruzione: 2015-2017
Progettista: RCR Arquitectes Rafael Aranda, Carme Pigem, Ramón Vilalta Coussée & Goris Architecten Ralf Coussée, Klaas Goris
Structure engineering: CVBA Mouton
Building technology: VK Engineering
Lighting design: Artec3 Studio
Constructor: TV Antwerpse Bouwwerken / Valens
Electrical systems: Vma
Competition: 2010
Photos: Tim Van Der Velde
Text: Federica Gasparetto

Arketipo 155, Involucri, aprile 2022