L’architettura in legno, oggi, rappresenta una delle frontiere più avanzate dell’edilizia sostenibile. Grazie alle sue straordinarie proprietà meccaniche, alla leggerezza strutturale, alla capacità di sequestrare carbonio e alla versatilità costruttiva, il legno è tornato al centro del dibattito progettuale internazionale. La sua natura rinnovabile e la possibilità di impiegarlo in sistemi prefabbricati ad alta precisione hanno trasformato questo materiale tradizionale in una soluzione tecnologica di punta, capace di coniugare prestazioni, rapidità di cantiere, efficienza energetica e qualità ambientale. In Italia, dove la filiera del legno è in forte crescita e la cultura architettonica si confronta con paesaggi e contesti delicati, il tema assume un valore ancora più rilevante, invitando progettisti e istituzioni a esplorare nuovi linguaggi costruttivi capaci di dialogare con l’ambiente e con la contemporaneità.
In questo scenario si inserisce il Wood Architecture Prize by Klimahouse, il primo e unico premio italiano interamente dedicato all’architettura in legno. Istituito da Fiera Bolzano e promosso con il patrocinio e il contributo scientifico dell’Università Iuav di Venezia e del Politecnico di Torino, in collaborazione con PEFC Italia, il premio nasce nel 2022 - con la prima assegnazione avvenuta nel gennaio 2023 - con l’obiettivo di valorizzare la qualità progettuale in legno secondo criteri di sostenibilità, durabilità, tracciabilità della filiera e coerenza architettonica. Al centro vi è l’idea che il legno non sia solo un materiale, ma un modo di costruire che richiede conoscenze tecniche specifiche e un approccio sensibile al contesto, alla scala dell’intervento e alla sua integrazione nel paesaggio. La giuria è composta da professionisti e studiosi che usano il legno nelle proprie opere o che ne promuovono lo studio e l'innovazione in ambito accademico.
Nelle sue prime tre edizioni, il Wood Architecture Prize ha già valorizzato 9 progetti vincitori e 10 menzioni speciali, offrendo visibilità a opere che hanno ottenuto forte attenzione pubblica e riconoscimenti anche in altre competizioni. La quarta edizione - che ha registrato quasi 100 candidature - ha selezionato 12 progetti finalisti, tra i quali, nel mese di gennaio, verranno proclamati i nuovi vincitori.
AMPLIAMENTO E VALORIZZAZIONE DELL'ACCADEMIA CARRARA DI BERGAMO
Il progetto di ampliamento e valorizzazione dell’Accademia Carrara, firmato da Antonio Ravalli Architetti con INOUTarchitettura, nasce con un duplice obiettivo: connettere gli spazi interni recentemente rinnovati e integrare nuovi servizi - come giardino e caffetteria - in linea con le esigenze dei musei contemporanei, sempre più orientati all’esperienza del visitatore, pur nel rispetto della storicità del luogo. Dopo l’inaugurazione nel gennaio 2023 dei rinnovati spazi museali interni, l’intervento di riqualificazione del complesso museale si completa con l’apertura dell’oggetto espositivo ai giardini storici, valorizzando una trama del tessuto urbano della città storica di rilevanza strategica, storica e paesaggistica, ai piedi della Città Alta.

L’intervento consente ai visitatori di fruire gli spazi museali in maniera fluida e lineare e al contempo li accompagna nel percorso con scorci sulle mura e sulla città alta selezionati dalle poche aperture della nuova scatola di camminamento che inoltre dà accesso al recuperato parco e alla nuova area ristoro. L’opera è stata realizzata con tecniche costruttive miste con legno lamellare per le porzioni fuori terra. La struttura è composta da pilastri, ancorati alla fondazione tramite piastre metalliche, su cui sono fissate travi binate che sostengono il solaio di copertura. L’adozione di una tecnologia di costruzione a secco nasce dall’esigenza di trovare soluzioni in grado di garantire una migliore lavorabilità e una velocizzazione del processo costruttivo, in considerazione della complessa installazione del cantiere.
Scheda progetto
Progettista: arch. Antonio Ravalli, F&M Ingegneria, Mascheroni & Associati, INOUT architettura
Luogo: Bergamo
Anno: 2024
CAPPELLA DEL SUONO
Un padiglione sonoro che emerge come una scultura abitabile dal campo di grano, trasformando il vento in suono e movimento. La struttura, vincitrice del Festival di Microarchitettura 2025, rappresenta la prima opera realizzata dal giovane collettivo austriaco Studio Carraldo, nato dall'incontro di cinque architetti durante gli studi a Innsbruck. L'architettura si fonda su un approccio essenziale e sostenibile: tutti i componenti sono stati progettati utilizzando le sezioni di legno fornite dall'organizzatore, minimizzando il consumo di materiale e gli scarti. Il padiglione poggia su quattro sostegni a telaio aperto in listelli di larice 40x40 mm, ancorati al terreno tramite fondazioni a vite rimovibili, che sorreggono quattro travi principali fissate con giunzioni a mezzo legno e connessioni in acciaio.

Il cuore del progetto sono i legni sonori sospesi liberamente all'interno della struttura. Ogni elemento è calibrato per produrre note diverse della scala di Do maggiore, con fori sul lato inferiore che fungono da camere di risonanza. La sospensione avviene nei nodi di vibrazione, creando un'esperienza multisensoriale unica in cui il paesaggio e il suono naturale del vento si fondono nell'architettura. Realizzata in soli 10 giorni con un budget di 2.000 euro, la Cappella del Suono dimostra come la ricerca sperimentale sui confini tra architettura, paesaggio e percezione possa generare opere di grande impatto con mezzi minimi, lasciando un segno leggero sul territorio.
Scheda progetto
Progettisti: Studio Carraldo - Dipl. ing. David Zauels, Dipl. ing. Franka Ruhnau, Dipl. ing. Luis Navarro, Jonas Rosenfelder, Valentin Fick
Luogo: Lunano (PU)
Anno: 2025
CASA YAKISUGI
Ai margini delle colline bergamasche, una villa unifamiliare si inserisce nel paesaggio come un organismo naturale. Il progetto, sviluppato dallo studio Archos, interpreta la sostenibilità non solo come somma di soluzioni tecnologiche, ma come atteggiamento culturale che abbraccia l'intero processo costruttivo. La composizione architettonica segue l'andamento naturale del terreno evitando movimenti invasivi. Il basamento in cemento faccia a vista accoglie gli spazi tecnici e l'autorimessa, destinato a essere presto colonizzato da vegetazione rampicante. Sopra di esso, un volume compatto si sviluppa su un unico piano, costruito con sistemi a secco e moduli prefabbricati in legno che garantiscono efficienza energetica e antisismica.

Il rivestimento esterno rappresenta il segno distintivo dell'edificio: tavole di larice trattate con la tecnica giapponese Yakisugi (shou sugi ban), che utilizza il fuoco per carbonizzare superficialmente il legno. Questa pratica antica rende il materiale più resistente alle intemperie e agli insetti, ma soprattutto conferisce una texture profonda e una colorazione nera che assorbe la luce, permettendo all'edificio di dialogare con il paesaggio boschivo circostante. All'interno domina la betulla, materiale chiaro che amplifica la luminosità naturale creando un forte contrasto con l'esterno scuro. La zona giorno open space funziona come una radura domestica, mentre la zona notte mantiene un'impostazione più intima. L'edificio, APE Classe A4, utilizza prevalentemente legno certificato PEFC e FSC. Il progetto dimostra come la costruzione in legno possa coniugare precisione tecnica, responsabilità ecologica e qualità sociale, rappresentando un modello di architettura sostenibile per il territorio rurale.
Scheda progetto
Progettisti: Archos srl - arch. Giulia Anna Milesi, arch. Edoardo Milesi
Luogo: Sorisole (BG)
Anno: 2022
EDIFICIO MULTIFUNZIONALE A BARBIANO
All'ingresso sud del comune di Barbiano, un nuovo edificio multifunzionale segna l'accesso al paese con un linguaggio architettonico riconoscibile: due volumi in legno color verde, posizionati sui lati opposti della strada, che ridisegnano lo spazio pubblico sia dal punto di vista estetico che funzionale. Il progetto fa parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed è stato finanziato dall'Unione Europea nell'ambito di NextGenerationEU. Sul lato a monte si sviluppa il corpo principale, che ospita scuola dell'infanzia, asilo nido, mensa e area giochi protetta. Di fronte, collegato da una torre con scala e ascensore, si trova l'ufficio turistico con servizi igienici pubblici. Questo sistema di connessione verticale garantisce un accesso senza barriere architettoniche dal parcheggio interrato al centro dell'abitato. L’edificio poggia su una autorimessa preesistente e si sviluppa in una chiara stratificazione: basamento del garage in cemento e struttura soprastante in CLT (Cross Laminated Timber). Tutti gli elementi sono realizzati in legno certificato FSC e PEFC: dalla struttura portante ai serramenti, dai pavimenti ai soffitti acustici fino agli arredi su misura. I pannelli in fibra di legno garantiscono isolamento acustico, mentre le superfici oliate e i soffitti a vista creano un ambiente naturale a basse emissioni.

L'edificio, certificato CasaClima Gold (22 kWh/m²a, 15 kg CO₂/m²a), copre oltre il 57% del fabbisogno energetico primario con fonti rinnovabili. Il sistema energetico integra pompa di calore, pannelli fotovoltaici e ventilazione meccanica con recupero di calore. Tetti verdi e raccolta acque piovane completano un progetto che rispetta i requisiti CAM e DNSH (Do No Significant Harm). Il linguaggio architettonico coniuga precisione tecnica, responsabilità ecologica e qualità sociale. La costruzione modulare in legno riduce l'impronta ecologica del 60% rispetto ai sistemi tradizionali, mentre la logica modulare consente flessibilità d'uso nel tempo, rappresentando un modello di architettura pubblica sostenibile per le comunità alpine.
Scheda progetto
Progettisti: Roland Baldi Architects - arch. Roland Baldi, arch. Sila Giriftinoglu, arch. Erica Mazzoni
Luogo: Barbiano (BZ)
Anno: 2025
INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA CONTRADA POLAGGIA
Nel borgo medievale di Polaggia, l'amministrazione comunale di Berbenno di Valtellina ha realizzato un intervento esemplare di recupero urbano grazie a un finanziamento regionale. Il progetto, firmato dall'arch. Edoardo Colonna di Paliano, si inserisce in una strategia trasformativa più ampia denominata 'Le radici di un'identità', che mira a valorizzare le antiche contrade mantenendone il carattere autentico. L'intervento ha riguardato tre particelle catastali adiacenti tra la strada vecchia, il vicolo della Noghera e il vicolo dei terrazzamenti, in differenti stati di conservazione. Il progetto ha privilegiato il mantenimento dei muri esistenti dove possibile, depotenziandoli a paramenti esterni per conservare le tracce memoriali, modificandone però gli interpiani e inserendo aperture fuori scala che evidenziano il processo di 'aggiunta' contemporanea garantendo adeguata illuminazione interna.

La nuova costruzione reinterpreta la tipologia della 'domus' medievale polaggina: un piano in pietra controterra e piani superiori in legno di larice. La struttura combina un piano semi-interrato in cemento armato con un sistema in elevazione a telai in legno, coibentati internamente, che riducono lo spessore dei paramenti esterni. Le solette di piano in lastre X-Lam e la copertura tradizionale con travature, assito in larice e manto in pietra, completano la composizione. Il rivestimento esterno in tavole di larice posate verticalmente a sormonto connota la nuova porzione, che presenta un caratteristico aggetto volumetrico. Questo elemento morfologico, insieme all'utilizzo di materiali contemporanei interpretati con sensibilità tradizionale, denuncia con chiarezza l'attualità dell'intervento senza rinunciare al dialogo con il contesto storico. L'opera, destinata a social housing per giovani coppie, rappresenta un modello di rigenerazione urbana sostenibile che coniuga il rinnovamento edilizio con il rispetto dell'identità locale.
Scheda progetto
Progettisti: arch. Edoardo Colonna di Paliano con arch. Giorgio Frassine, arch. Claudia Ninni, arch. Chiara Baroni, arch. Cristian Porumbel, arch. Claudio Tommasini, arch. Mariana Bachayani, ing. Samuele Bolis
Luogo: Berbenno di Valtellina, frazione Polaggia (SO)
Anno: 2025
LËN SCËMPL
A 1.300 metri di altitudine in Val Gardena, sorge un'abitazione che incarna una visione radicale di sostenibilità e autonomia: una casa costruita interamente con il legno del proprio bosco, completamente priva di collanti e senza un impianto di riscaldamento tradizionale. Il progetto, firmato dallo studio Mahlknecht Comploi, rappresenta un esperimento riuscito di edilizia ecologica e consapevole. L'origine del progetto risale all'inverno 2022, quando nel bosco di proprietà sono stati selezionati e abbattuti 262 abeti e 56 larici durante la luna calante e la fase di riposo linfatico, secondo un metodo tradizionale che aumenta durabilità e stabilità del legno. Ogni albero è stato scelto con cura secondo una lista di taglio dettagliata, poi sottoposto a essiccazione naturale all'aria - un processo lento che consente al legno di stabilizzarsi mantenendo le proprie qualità meccaniche e visive.

La struttura si basa su un sistema in Dowel Laminated Timber (DLT), una tecnologia innovativa completamente priva di collanti e reversibile. Le colonne lignee si estendono dalla platea di fondazione fino alla copertura, formando insieme ai solai in legno la struttura portante. Travature principali e un traliccio orizzontale integrato nei solai garantiscono stabilità e controventamento, definendo al contempo l'espressione architettonica dell'edificio.
L'edificio è stato concepito per vivere in sintonia con l'ambiente circostante. Il sole rappresenta la principale fonte energetica: in inverno riscalda gli ambienti interni, mentre in estate le ombreggiature geometriche proteggono dal surriscaldamento. Ogni unità abitativa dispone di una stufa centrale a legna, alimentata con legname del proprio bosco, che integra il funzionamento della pompa di calore per l'acqua calda sanitaria. L'energia elettrica è prodotta da un impianto fotovoltaico orientato su tre fronti (est, ovest e sud), capace di sfruttare il ciclo solare nell'arco dell'intera giornata. Il risultato è un edificio quasi completamente autosufficiente, certificato CasaClima A, alimentato dalle risorse che la natura offre. Il progetto, completato dopo 16 mesi di lavori con un montaggio particolarmente rapido grazie all'elevata prefabbricazione, dimostra come l'architettura sostenibile e contemporanea possa già oggi tradursi in una realtà concreta e duratura, raccontando la storia del proprio bosco dalla selezione degli alberi fino alla costruzione finale.
Scheda progetto
Progettisti: arch. Igor Comploi, B.Sc. Lukas Stuffer
Luogo: Ortisei (BZ)
Anno: 2025
MASO STREGOZZI
Nel cuore delle Alpi trentine, il recupero di un maso ottocentesco diventa occasione per un dialogo profondo tra tradizione e innovazione. L'arch. Michele Sicher, giovane professionista nato e cresciuto tra queste montagne, ha sviluppato un progetto che preserva l'identità storica dell'edificio introducendo soluzioni costruttive contemporanee di grande qualità tecnica e ambientale.
Il maso originario, con basamento in muratura e tre livelli lignei costruiti secondo tecniche tradizionali, presentava un degrado strutturale significativo che richiedeva un intervento radicale. Il progetto ha mantenuto le proporzioni e i materiali originari, consolidando le murature mediante sottofondazione e avvolgendo l'edificio con una nuova struttura modulare in larice che riprende fedelmente dimensioni e ritmo dell'impianto storico. Dove l'altezza interpiano risultava insufficiente, un lieve distanziamento dei moduli ha permesso di ottenere gli spazi necessari senza alterare la percezione del volume nel paesaggio.

La distinzione tra antico e nuovo è sottolineata con onestà costruttiva: le parti interessate da modifiche funzionali adottano un rivestimento a listelli anziché il perlinato tradizionale, mantenendo materia e tono ma dichiarando la loro contemporaneità. L'edificio conserva così un'immagine unitaria in cui la stratificazione storica rimane leggibile. L'aumento della superficie finestrata è stato calibrato nel rispetto della scansione strutturale originaria, con infissi nascosti esternamente che si percepiscono come vuoti nel rivestimento, enfatizzando il ruolo della struttura. Il cuore dell'innovazione risiede nella struttura portante interna in X-Lam, lasciata completamente a vista e pensata come sistema integrato. I pannelli sono stati progettati con tutti i tagli e le fresature necessarie: alloggi per impianti, sedi per connessioni, predisposizioni per serramenti senza falso telaio, incastri per la posa del pavimento senza battiscopa. Un approccio industrializzato e preciso che riduce le lavorazioni in cantiere e semplifica la manutenzione. La sostenibilità emerge naturalmente dalle scelte integrate: struttura in legno locale, involucro ad alte prestazioni con cappotto in lana di roccia e serramenti con triplo vetro, climatizzazione tramite pompa di calore geotermica. L'edificio è certificato A+.
Scheda progetto
Progettista: arch. Michele Sicher
Luogo: Rabbi - San Bernardo (TN)
Anno: 2025
NUOVE SCUOLE MEDIE DI PRIMIERO
Nella Valle di Primiero, la nuova scuola secondaria di primo grado 'Luigi Negrelli' rappresenta un intervento innovativo nato dalla demolizione della precedente struttura non più adeguata agli standard scolastici contemporanei. Il progetto è frutto della collaborazione tra due studi di architettura, Mimeus e Campomarzio, che hanno intrecciato competenze e sensibilità differenti per affrontare in modo consapevole i temi dell'abitare e del paesaggio alpino contemporaneo. L'edificio è stato riposizionato strategicamente lungo la via principale, in continuità con il tessuto urbano esistente, migliorando sensibilmente la sua integrazione con il contesto circostante. L'accesso diretto dalla strada, privo di recinzioni, è valorizzato da un ampio portico pavimentato in continuità con il marciapiede, che evidenzia il carattere pubblico e accessibile della scuola. Nella parte occidentale del lotto si libera invece spazio per un ampio giardino, pensato come area ricreativa per studenti e insegnanti. Il programma funzionale si sviluppa su tre livelli fuori terra. Gli ambienti didattici sono organizzati intorno a un grande vuoto centrale, illuminato dall'alto attraverso un ampio lucernario, che funge da fulcro distributivo e punto di connessione tra i vari piani.

L'architettura, essenziale e contemporanea, si distingue per le ampie vetrate e le facciate lineari che conferiscono alla scuola un aspetto moderno e funzionale. Il basamento dell'edificio è interamente rivestito in legno di larice locale, materiale che crea un dialogo armonioso con gli spazi pubblici esterni e il verde urbano, integrandosi con naturalezza nel contesto alpino. La struttura è interamente realizzata con componenti in legno prevalentemente certificato PEFC e FSC. L'edificio raggiunge elevate prestazioni energetiche, classificato come edificio a energia quasi zero con certificazione A+. Il progetto, realizzato in due anni con un investimento di circa 5 milioni di euro, dimostra come l'architettura scolastica contemporanea possa coniugare funzionalità didattica, qualità spaziale e sostenibilità ambientale, creando ambienti luminosi e aperti che favoriscono l'apprendimento e il benessere degli studenti. La nuova scuola media di Primiero si configura così come un landmark per la comunità, un luogo di educazione che guarda al futuro mantenendo un forte legame con il territorio e le sue tradizioni costruttive.
Scheda progetto
Progettisti: Studi Mimeus Architettura e Campomarzio
arch. Giacomo Longo, arch. Andrea Simon, ing. Lucia Pradel, arch. Pietro Ambrosini, arch. Michele Andreatta, arch. Alessandro Busana, arch. Daniele Cappelletti, arch. Enrico Lunelli, Consultant Teresa Pedretti
Luogo: Fiera di Primiero (TN)
Anno: 2024
PORTICO: UN'ARCHITETTURA DELLA GENEROSITÀ
Per il Padiglione degli Stati Uniti alla 19ª Biennale Internazionale di Architettura, è stato costruito un nuovo portico anteriore temporaneo interamente in legno. Il progetto rivendica il Portico Americano come strumento civico essenziale - un paesaggio e un’architettura dell’incontro, della generosità e dell’intelligenza radicata. Progettata per essere completamente smontata e rimontata, la copertura del portico sarà accuratamente documentata e smontata, quindi spedita negli Stati Uniti per essere ricostruita presso il Crystal Bridges Museum of American Art, dove continuerà a vivere come padiglione musicale all’interno del campus.

La forma della copertura si ispira all’architettura vernacolare - quelle strutture quotidiane modellate dal bisogno e dalla memoria. Il legno, materiale più comunemente usato per costruire portici negli Stati Uniti, è scelto qui non solo per la sua storia e il suo basso contenuto di carbonio incorporato, ma per il suo valore culturale Il portico non è un’aggiunta, ma un’estensione: risponde alle condizioni adiacenti, si apre verso il cortile, si dispiega come una pedana - ogni elemento rafforza la continuità della vita pubblica. L’organizzazione semplice degli spazi è pensata per favorire incontri quotidiani con sconosciuti, stimolando scambi produttivi e significativi tra culture.
Scheda progetto
Progettista: Marlon Blackwell, FAIA, Meryati Blackwell, AIA, Josh Matthews, AIA, Spencer Curtis, Brendan Wohltjen, Caleb Walder, Steve Reyenga
Luogo: Venezia
Anno: 2025
PUNTO LUCE GALLARATESE
Punto Luce è un centro socio-educativo di Save the Children Italia ETS nato per contrastare la povertà educativa tra ragazzi dai 6 ai 17 anni. È un punto di riferimento per i giovani del quartiere Gallaratese. Nasce in sostituzione di un vecchio prefabbricato di cui la massiccia presenza di amianto rendeva impossibile il recupero. Secondo Loris Malaguzzi, fondatore dell’approccio Reggio Children, “Lo spazio è il terzo educatore”. Il progetto è stato sviluppato tenendo a mente queste parole, predisponendo un concept architettonico solo in seguito a una prima fase di confronto con il committente e realtà locali: scuole, ONG e associazioni di quartiere. La forma a toro genera un ambiente accogliente e inclusivo, in cui le diverse attività possono convivere in modo simultaneo.

La nuova struttura in legno, basata sulla prefabbricazione di tipo aperto, è costituita da portali in GLT, disposti radialmente, ai quali sono stati addossati pareti a telaio in legno preassemblate in officina. Il pacchetto di copertura è costituito da solai in CLT, sormontati da un tetto verde estensivo che convoglia le acque meteoriche a un serbatoio di accumulo. Il progetto può essere preso come esempio di best practice per rigenerare aree degradate con edifici abbandonati, senza ulteriore consumo di suolo. L'uso di strutture leggere in legno permettono e il riuso parziale o totale delle fondazioni in calcestruzzo diminuendo così drasticamente e l’impatto ambientale considerando anche lo stress per chi vive attorno al cantiere - grazie a tempi più brevi, meno traffico, rumore e polveri.
Scheda progetto
Progettista: arch. Luca Astorri, arch/partner: Riccardo Balzarotti arch/partner: Rossella Locatelli arch/partner: Matteo Poli arch. Chiara Torregrossa
Luogo: Milano
Anno: 2025
T+T
L’intervento sorge su un lotto urbano compatto a Cattolica. L’edificio si compone di un basamento vetrato destinato alla zona giorno e di quattro volumi prismatici superiori in lamiera graffata. Questi corpi, dalla forma archetipica e disposti secondo una simmetria non immediata, sembrano poggiare con leggerezza sul piano terra, creando l’immagine di un piccolo aggregato urbano sospeso. Di notte, la trasparenza del basamento genera un effetto di galleggiamento, mentre i volumi emergono come elementi scultorei.

L’architettura ricerca il massimo dialogo con la luce naturale: ombre in movimento generano atmosfere mutevoli, mentre l’irraggiamento solare è sfruttato passivamente d’inverno e controllato d’estate tramite frangisole. La struttura è mista, con cemento armato nei livelli inferiori e legno in quelli superiori; l’involucro, ad alte prestazioni e composto da materiali naturali o minerali, contribuisce allo standard NZEB. La ventilazione meccanica controllata garantisce aria pulita e recupero di calore. Il riferimento all’archetipo si unisce a una ricerca di essenzialità evocativa: la casa diventa non solo rifugio, ma esperienza sensoriale in cui luce, materia e proporzione costruiscono un paesaggio interiore.
Scheda progetto
Progettista: arch. Stefano Piraccini, arch. Margherita Potente, ing. Leopoldo Piraccini, arch. Gianluca Bertoli, arch. Teresa Cancellari, arch. Beatrice Enti, arch. Marco Marchetti, arch. Amedeo Palagano
Luogo: Cattolica (RN)
Anno: 2024
THE BIG ZIP - A HOUSE FOR HAPPY COWS
Una nuova stalla dove trasferire 120 vacche massimizzando il benessere animale. Il nuovo sedime della stalla chiude e protegge dalla vista e dal rumore della superstrada indirizzando la vista verso le montagne e generando un nuovo spazio a corte agricola. Il progetto organizza 3 grandi lettiere con sabbia, aree nelle quali gli animali possono deambulare liberamente. La struttura deve anche diventare luogo di visita, didattico e di accoglienza. A tale proposito il progetto organizza un livello a quota +390 con sale didattiche e una passerella pedonale aerea che dà origine ad un percorso pedonale che permette di osservare dall’alto tutte le attività operative senza disturbare gli animali. Le pareti perimetrali sono sostituite da tendaggi mobili automatizzati che modulano la ventilazione.

Il tema architettonico si riduce a una grande copertura composta da 52 travi lamellari in legno inclinate di 12° poste in opera con interasse di 5 m sorrette da 52 pilastri lignei tripartiti. A interrompere la luce di 45 m una teoria di doppi pilastri inclinati di 67° intercetta in senso longitudinale il passo delle travi di copertura. Il raddoppio del pilastro a V ha permesso di contenere la sezione degli stessi contribuendo alla generale leggerezza di insieme. I pilastri a V fungono anche da sostegno della passerella pedonale di visita e connotano architettonicamente lo spazio: una grande “zip” che dà carattere, chiarezza e misura al tutto. La falda di copertura sopra la lettiera principale e posta a sud presenta sei grandi abbaini che permettono ai raggi del sole, (solo nei mesi invernali) di entrare all’interno e contribuire a tenerla asciutta. Il progetto ricerca un generale senso di leggerezza della struttura lignea lavorando su elementi sottili e pilastri e setti in calcestruzzo a vista a protezione dell'usura causata dal contatto con gli animali e la manutenzione.
Scheda progetto
Progettista: arch. Gianmatteo Romegialli, arch. Ivan Gusmeroli
Luogo: Mantello (SO)
Anno: 2022
"La discussione in giuria su chi dovesse essere scelto tra i 12 finalisti di questa edizione è stata intensa, ma ben presto i progetti qui presentati, in esclusiva per la prima volta, sono emersi come veri e propri candidati alla vittoria. Ognuno di essi racconta una storia unica, frutto di risposte intime e interpretazioni originali, tanto sul piano architettonico quanto nell’uso e nell’interpretazione del legno. Partendo da questa selezione, l'assegnazione dei premi ha richiesto un ulteriore approfondimento: è stato un momento di vero e proprio confronto, con accesi scambi di idee e dibattiti sui punti di forza, le intenzioni, le carenze e i meriti che ogni progetto ha saputo esprimere"
Arch. Manuel Benedikter - Presidente di giuria del Wood Architecture Prize 2026
La cerimonia di premiazione e la proclamazione dei vincitori del Wood Architecture Prize by Klimahouse si terrà giovedì 29 gennaio 2026, alle ore 15:00 presso il Klimahouse Stage all’interno dei padiglioni della fiera Klimahouse a Bolzano.





