Wood warehouse and workshop  

Località Waldmühle 5, Böhen,
Germania
Committente Wolfgang
Sirch
Architetti Architekturbüro B & E
Ges.m.b.H.
Capo progetto Rainer
Huchler
Strutture D.I. Ernst Mader, Bregenz; Merz u.
Kaufmann, Dornbirn
Progetto
1997-1998
Realizzazione 1998
Superficie
lotto
583,45 m2
Superficie costruita 1.171
m2
Volume 8059 m3
Costo di costruzione Euro
613.550,20

Nel progetto di un nuovo deposito e laboratorio per una società di legnami,
realizzato nella regione tedesca dell' Allgäu, Baumschlager & Eberle
affinano una logica compositiva basata sulla reiterazione esasperata di un
identico elemento e di un medesimo materiale, per giungere al risultato di un
organismo unitario e fortemente identitario. Dal tipo di committenza e dal
programma funzionale gli architetti traggono le suggestioni per realizzare un
edificio che contestualmente è un deposito di legnami ma anche la
rappresentazione formale dello stesso. La figura della pila di assi accatastate
o accostaste l'una accanto all'altra, ottenuta dalla fitta scansione modulare in
facciata di cornici in legno di larice, disegna una sagoma netta nel paesaggio
prealpino di Bohen, dando vita ad un oggetto che gioca relazioni scalari molto
complesse, sia con il contesto naturale in cui è inserito, sia con il tipo di
utenza cui è destinato.
L'edificio contemporaneo esprime un'esigenza di
superare nella nostra cultura la dialettica naturale-artificiale per comprendere
meglio il mondo attuale; l'opera di Baumsclager & Eberle evoca lo statuto di
artificio ponendosi in uno stretto rapporto di complementarietà con il
paesaggio: non c'è l'imitazione della natura, ma l'uso di riferimenti, frammenti
di "materiali" naturali che colpiscono la sensibilità dello spettatore.
La
natura è materiale architettonico come il cemento o l'acciaio, uso a
destabilizzare il modo di distinguere naturale e artificiale, dando luogo a
nuovi artefatti ibridi in cui convivono spirito costruttivo e potenzialità
espressive.
Il magazzino diventa, alla scala del paesaggio, un grande
container in legno che "galleggia", sospeso su un basamento trasparente, tra le
colline che disegnano il profilo della campagna circostante.
Simultaneamente,
ad una scala più bassa, è leggibile l'elemento dalla cui ripetizione scaturisce
l'effetto desiderato: una cornice in legno di larice, semplicemente riprodotta e
accostata fittamente infinite volte, a disegnare un prospetto compatto se
osservato di scorcio, e permeabile alla luce se visto frontalmente. Sui due lati
corti l'ambiente esterno entra letteralmente dentro l'edificio attraverso due
grandi vetrate, configurando una sorta di tunnel lungo il quale lo spazio
fluisce liberamente.
Il medesimo elemento ligneo che sui fronti principali
costituisce un forte filtro, definendo l'edificio come un parallelepipedo
massivo, una volta girato sui due prospetti corti, offre una lettura dello
stesso manufatto completamente diversa: il volume è cavo, svuotato, non c'è
soluzione di continuità tra esterno ed interno, non c'è ostacolo, anzi il
paesaggio si completa nell'edificio e viceversa.
Esiste nell'architettura di
Baumsclager & Eberle una tendenza all'oggettualità che si manifesta,
attraverso la produzione di oggetti a-scalari che agiscono come veri e propri
dispositivi spaziali nel panorama allargato della realtà contemporanea.
Il
manufatto architettonico, come frammento del reale, entità costituita e
riconoscibile, si investe di un valore oggettuale, in quanto dotato di un ambito
estetico e logico individuabile e perciò descrivibile. I due architetti passano
dalla costruzione alla composizione e da questa alla disposizione, sostituendo a
un inventario di forme componibili una serie di comportamenti applicabili ad una
materia completamente plasmabile. In questo senso la scelta di un materiale, il
legno, e di un'operazione, la ripetizione modulare, diventano condizioni
strutturali per lo sviluppo di un progetto. L'immagine che ne deriva non ha
velleità simboliche, stabilisce un dialogo con gli elementi reali circostanti
attraverso associazioni spontanee, rapporti di similarità, dissonanza,
ricomposizione di una figura che è frammentata citazione di forme e
colori.
Il paesaggio come panorama ha senso soltanto come oggetto di
organizzazione della scena, oggetto di suddivisione o incorniciamento. Nella
cultura odierna la frammentazione dell'immagine unitaria del panorama denuncia
l'impossibilità di rappresentare uno spazio dinamico, in continua espansione,
tramite uno sguardo assoluto, totalizzante. Soltanto una pluralità di visioni
parziali, molteplici, autonome, consentirà di cogliere il senso di una realtà in
rapida trasformazione.
La cornice lignea di Baumsclager & Eberle usata in
modo "improprio" non solo seleziona un paesaggio non più statico nè unitario, ma
amplifica le possibili visioni ed interpretazioni del medesimo oggetto cui da
forma.

Testo di Massimiliano Giberti
Estratto da Materia n. 40

Vedi i dettagli
costruttivi della copertura

Vedi i dettagli
costruttivi della facciata

Pianta piano terra
Pianta primo piano Sezione trasversale