Quando lo studio Archea riceve l’incarico di progettare il World Ceramic Art City, l’intento della committenza è chiaro: realizzare un complesso polifunzionale, completo di strutture ricettive, in cui la presenza di uno spazio museale dedicato alla ceramica non si limitasse a occupare soltanto uno degli edifici costruiti, ma diventasse, attraverso il suo linguaggio iconico e la sua cifra stilistica, caratterizzante, il filo conduttore dell’intera ricerca progettuale. L’area dell’intervento - un sito industriale per la produzione di materiali ceramici - si colloca all’esterno del centro urbano di Liling, nella provincia dell’Henan. Conosciuta nella Cina sud orientale per la sua antica manifattura, la città ha da sempre coniugato, nella lavorazione della ceramica, tradizione e innovazione, unite a un rigoroso sistema di controllo di qualità del processo produttivo. Valori che divengono prioritari nella progettazione sviluppata da Archea. Nel tentativo di valorizzare l’attività principale del luogo, i progettisti scelgono una matrice compositiva che individua nei vasellami la forma da conferire ai vari corpi di fabbrica. Una sorta di passaggio di scala - dal micro al macro - dove l’oggetto archetipo per eccellenza, per l’appunto il vaso, diventa il manufatto tipo da modellare, come fosse argilla, e ricoprire con pannellature colorate - nelle tinte dell’ocra fino al giallo brillante - e dalle differenti geometrie. Non solo. La perfezione raggiunta nel tempo dalle ceramiche di Liling è espressa attraverso le più avanzate soluzioni tecnologiche che contraddistinguono il progetto.

archea museo ceramica
I due musei dedicati al generale Li Duo; al centro l'albergo con il museo della ceramica; a destra il gate

I volumi che lo compongono, sempre concavi o convessi, dai contorni sinuosi senza spigoli vivi, sono rivestiti da moduli metallici policromi, in modo da creare originali texture tridimensionali. Ogni funzione è contenuta in uno o più fabbricati, comunicanti tra loro mediante un podium ipogeo, la cui copertura, accessibile dalla piazza con ampie scalinate, ospita anche un giardino pensile. Grazie alla loro linea morbida e fluida, gli edifici danno vita a un paesaggio libero, segnato da grandi spazi pubblici, lastricati oppure attrezzati a verde, e collegati a un parco lineare di 500 metri lungo la strada principale del lotto. Il complesso, distribuito su di una superficie complessiva di 210.000 mq, s’inserisce all’interno di un territorio pianeggiante, circondato da colline, ed è composto di due macro-aree: una pubblica, che si sviluppa attorno alla grande piazza, e una produttiva e di vendita, identificata come master building. È questa la parte, a nord del sito, che contiene anche le residenze di lusso riservate ai dirigenti dell’azienda. Punto di partenza è il gate di ingresso, che regolamenta - come di consuetudine nella cultura cinese - l’accesso alle varie strutture. Il suo compito è introdurre gli ospiti nel cuore pulsante del progetto dello studio Archea. Qui un ampio spazio aperto, alla pari di uno slargo urbano, si configura come il fulcro intorno al quale si dispongono i due alberghi - di cui uno ha un’originale forma stellare - e gli edifici museali. Il gate è costituito da tre volumi, strettamente connessi, che si uniscono fisicamente alla sommità in una forma trilobata, in cui è sistemato il ristorante.

Il rivestimento è formato da pannelli metallici triangolari, con una pelle studiata per garantire la trasparenza della facciata nelle ore notturne, così da sottolineare la particolare struttura di acciaio che lo compone. Come un potente landmark, l’hotel - un edificio emisimmetrico di 15 piani fuori terra, alto 66 m - si stacca dal contesto, per conferirgli una forte identità espressiva. Realizzato per accogliere i visitatori del museo, la sua geometria atipica comporta un’evidente differenza nel dimensionamento delle camere. Ne deriva che le stanze più grandi, così come le suite, sono collocate nei piani più spaziosi, mentre, in quelli più bassi, sono disposte le attrezzature collettive. La distribuzione funzionale degli spazi avviene attraverso un core centrale che mette in relazione i vari livelli dell’albergo. In questo modo, tutte le camere occupano la fascia perimetrale dell’edificio, affacciandosi sulle costruzioni vicine. Tanta la cura dei dettagli da parte di Archea. A cominciare dalla facciata curvilinea. Il fabbricato è ricoperto interamente da moduli romboidali, sui quali sono applicati dischi di metallo colorati di varie dimensioni. L’effetto finale è sorprendente: una texture damascata che va a enfatizzare l’orditura orizzontale della struttura di calcestruzzo armato.

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Il gate è costituito da tre volumi, strettamente connessi, che si uniscono fisicamente alla sommità in una forma trilobata che ospita il ristorante

Altrettanto suggestivo è il rivestimento del Ceramic Museum, voluto per esporre le più antiche creazioni prodotte dalla Vats (azienda committente del progetto). I pannelli triangolari (60x60x86 cm circa) sono fatti di pannelli compositi di alluminio e sono di tre colori RAL differenti. Sono stati tagliati in opera per assicurare la finitura degli strati orizzontali. I pannelli, infatti, agganciati a due orditure metalliche - una principale e l’altra secondaria - prima della fase del taglio misurano 60x60 cm.

Il disegno del prospetto è generato da due moduli di 4x4 m che vengono poi ripetuti. La dimensione minuta del pannello fa sì che questi accompagni l’andamento curvilineo dell’edificio, così come in tutti gli altri manufatti del complesso. L’ingresso appare come un taglio triangolare nella superficie che, però, in pianta diventa una spirale continua. La forma è quella di un vaso circolare, in cui l’asse che genera le circonferenze che lo compongono è una curva; per questo motivo, si crea l’effetto asimmetrico dell’edificio. Al suo interno, oltre al core che distribuisce le funzioni su tre livelli, è visibile una seconda orditura strutturale, disegnata per dividere lo spazio tra il corridoio e le sale espositive. Completano il progetto di Archea altri due musei dedicati al generale Li Duo. È uso comune in Cina che il governo finanzi buona parte delle grandi costruzioni, in modo da accrescere il patrimonio immobiliare e la rete infrastrutturale. A questo riguardo, la società proprietaria del sito ha voluto edificare due strutture museali, inizialmente immaginate come musei militari in onore del generale deceduto durante i lavori di costruzione. Al di là della destinazione d’uso finale, il risultato ottenuto accentua ancora una volta la volontà dei progettisti di rimarcare l’identità del luogo.

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I due musei Li Duo, adiacenti, tendono ad avvicinarsi fino a raggiungere, in sommità 1,7 metri l'uno dall'altro

I due musei, due grandi vasi adiacenti, che in sommità si avvicinano a tal punto fino ad arrivare a 1,7 m di distanza l’uno dall’altro, esprimono quella densità edilizia – percepibile, in verità, in ogni parte del progetto – che è connaturata nella cultura architettonica del Paese. Come scrivono gli architetti dello studio Archea: “[Essa è] una risorsa che consente un rapporto stretto, una vicinanza, un uso del territorio simile a quello che caratterizza la città storica della tradizione cinese”.

Scheda progetto
Progettista: Archea Associati - Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi
Committente: Hunan Liling multicolored under glaze city development Co. Periodo di costruzione: 2011 - 2014
Superficie costruita: 69,000 mq
Localizzazione: Liling, China
Progetto strutture: Hunan Architectural design Institute
Progetto impianti: Hunan Architectural design Institute
Progetto: 2010
Photos: Elviro Di Meo

 

Colore, Arketipo 106, 2016