Ákaran Architects

Porta la firma di Ákaran Architects il progetto posto al centro di un incrocio nella parte centrale di Teheran e che si distingue dagli altri edifici per la sua facciata, caratterizzata dalla successione di moduli geometrici in mattoni che, in un secondo momento, diventano elementi compositivi anche per gli interni.

"I pannelli mobili in mattoni non solo forniscono un'immagine in continua evoluzione dell'edificio all'esterno, ma consentono anche all'utente di controllare la quantità di luce solare che fluisce negli spazi degli uffici", dichiarano i progettisti di Ákaran Architects. Si tratta, nello specifico, di pannelli che pesano circa mille chili e che poggiano su guide posate a terra e che ne consentono una semplice movimentazione. I moduli mobili sono inoltre stati progettati e ingegnerizzati per renderli il più leggeri possibile, usando laterizi forati, realizzati su misura e avvitati fra loro.

Il progetto è posto fra due delle arterie più trafficate e scomposte di Teheran e gli architetti, attraverso il loro intervento, avevano l'obiettivo di offrire ai passanti la possibilità di usufruire di una 'pausa visiva'; proprio per questo hanno proposto una facciata movimentata, sia per il meccanismo che permette ai moduli in laterizio di essere spostati, sia perché, con il salire dei piani, cambia lo studio dei prospetti. "Dal terzo piano al sesto livello, i moduli diventano mobili man mano che si elevano e si allontanano dalla frenesia delle strade, con vedute che si aprono sulle montagne e sul paesaggio urbano. I mattoni avvitati insieme, incorniciati e che si muovono su binari lungo il prospetto vetrato dell'edificio aiutano l'architettura a improvvisare un'impressione dei rapidi dintorni del paesaggio stradale, espandendo anche le viste verso la città dall'interno", specificano da Ákaran Architects.

In dettaglio, l'edificio è composto da cinque livelli di parcheggi interrati, un livello a doppia altezza dedicato a spazi commerciali, e sei piani per uffici, di cui il primo usufruisce di una terrazza privata e l'ultimo di un giardino pensile.
Anche gli spazi interni sono caratterizzati dalla successione degli stessi materiali selezionati per le facciate; mattoni fatti a mano e pannelli ossidati che, nelle intenzioni di Ákaran Architects, simboleggiano il passare del tempo e un omaggio al passato, oltre a vetro e pannelli in cemento scelti per rappresentare il presente: "I materiali parlano di una connessione, di un ponte fra il vecchio e il nuovo che, su scala più ampia, intende incoraggiare un dialogo di tolleranza".
I pannelli scelti per l'involucro esterno hanno un ruolo anche nell'uso degli spazi interni: la loro movimentazione, infatti, dà agli utenti la possibilità di modificare di volta in volta e in funzione delle attività in corso la permeabilità alla luce naturale, permettendo di dedicare gli ambienti a diverse funzioni.

Elaborata la scelta dei mattoni, cotti in forno e perforati in modo da garantire leggerezza, sia per i pannelli e la loro movimentazione - come anticipato precedentemente - sia per non pesare eccessivamente sulla struttura e influenzarne la statica. Per riuscire nell'obiettivo, Ákaran Architects ha chiesto a una fornace a pochi passi dalla chiusura per inattività - causata dal crescente uso di materiali non autoctoni - di ricominciare la produzione di mattoni, incentivando il lavoro delle maestranze locali, l'uso di materiali a chilometro zero e la tutela delle tradizioni.
La scelta di avvitare fra loro i mattoni, anziché comporre strati con la malta, è nata dalla volontà di permettere alla luce di filtrare il più possibile: "Abbiamo scelto di sostituire la malta con inondazioni di luce che creano bellissime ombre e motivi incrementando la presenza di luce naturale nell'edificio. Questa idea è stata utilizzata in tutto il volume dell'architettura, dalle facciate, agli interni e persino per i muri divisori nei livelli di parcheggio", chiudono i progettisti.

Scheda progetto
Superficie lorda: 10.400 m²
Anno di completamento: 2020
Architetti principali: Moeen Afzalkhani, Zahra Azizi
Cliente: Organizzazione di beneficenza Golshirazi
Team di progettazione: Ali Frughi, Mohammad Arefian, Hanna Mobaraki, Reza Ghorashi,
Fotografia: Parham Taghioff